'Si manda in galera chi non ha ucciso nessuno. Io capro espiatorio per chi evoca i forconi '
Il Senato dice sì alla richiesta dei pm di applicare la misura cautelare dell'arresto per l'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi. Il voto, a scrutinio palese, è passato con 155 sì, 3 no e un astenuto."Sono una persona che sta vivendo un incubo", commenta Lusi subito dopo aver appreso il verdetto. "Con il voto segreto si mandano in galera i senatori senza che abbiano ucciso nessuno", aggiunge. Poi, a proposito del suo ex leader: "Ho notato che il senatore Bianco ha votato: almeno Rutelli non ha votato, ha avuto la decenza di non votare".
"Non ho detto tutto, ci sono ancora approfondimenti da fare con i pubblici ministeri. Se lo vogliono", dichiara l'ex tesoriere dei Dl. "Se la Lega non avesse partecipato non ci sarebbe stato il numero legale", osserva Lusi a proposito del voto sull'arresto. Poi, rivolto ai giornalisti: "Vi dispiace se dico che non ne approfitto ma vado dove devo andare".
Lusi lascia Palazzo Madama accompagnato dai suoi legali da una uscita secondaria, nei pressi di Piazza San Luigi dei Francesi, in modo da evitare le telecamere. Ad attenderlo, un'auto privata, con la quale il senatore si reca al carcere di Rebibbia per costituirsi.
Potrebbe svolgersi già nella giornata di domani l'interrogatorio di garanzia in carcere per Lusi. L'ex tesoriere comparirà davanti al gup Simonetta D'Alessandro, che il 3 maggio firmò il provvedimento con cui chiedeva l'arresto per il reato di associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita.
L'INTERVENTO IN AULA - "Chiedo mi venga riconosciuto il diritto dei comuni cittadini ad un giusto processo", dice il senatore in Aula nel suo intervento nell'ambito dell'esame della richiesta di autorizzazione al suo arresto. L'ex tesoriere della Margherita dice no a "un approccio volto solo a trovare un capro espiatorio e a soddisfare chi evoca, strumentalmente, i 'forconi' della piazza e trovare un colpevole per tutte le stagioni". No a "inutili e fuorvianti misure afflittive dal sapore inevitabilmente punitivo e persecutorio; senza inutili e devastanti forzature che possano momentaneamente appagare la crescente ondata della antipolitica"
Quando mi sono presentato "spontaneamente" di fronte ai pm "mi sono immediatamente assunto tutte le mie responsabilità alle quali non intendo sottrarmi", afferma Lusi, che chiede "scusa" e si dice "consapevole della necessità di un gesto di riparazione". Poi annuncia: "Comunico che io stesso non parteciperò al voto sull'autorizzazione all'esecuzione della misura nei miei confronti".
"In un momento difficilissimo di crisi finanziaria sento il dovere di pronunciare parole di scuse personali, consapevole della necessità di un gesto di riparazione", dichiara Lusi. "Qualora, nel mio caso e per la prima volta nella storia del Senato, si decidesse di procedere con il voto palese contro il sacro principio di libertà di coscienza dei parlamentari, vorrà dire che il voto sarà di significato esclusivamente politico", sottolinea. "Resta singolare la minaccia all'indagato di essere accusato sia di reticenza, se non parla, sia di calunnia, nel caso in cui parlasse", aggiunge. "Non è mai stato dato che dei dirigenti di partito inondino le tv con dichiarazioni per cui non avrebbero mai saputo alcunché sull'attività gestionale del proprio partito", afferma l'ex tesoriere. "Non è credibile che il tesoriere da solo abbia preso ogni decisione di spesa per 314 milioni, usando tra l'altro per 90 volte il bonifico che è il più tracciabile dei pagamenti, questo non solo non è credibile ma non è materialmente possibile".
Il Senato ascolta in silenzio per circa mezz'ora l'intervento dell'ex tesoriere che spiega, punto per punto, la sua posizione nell'ambito del procedimento che lo riguarda. E quando finisce di parlare, in un'Aula attentissima e stranamente silente, nessuno gli stringe la mano o gli rivolge la parola, neanche il suo collega Alberto Tedesco, per il quale l'Aula di Palazzo Madama negò tempo fa l'autorizzazione all'arresto. Nella stessa fila, ma a cinque posti di distanza, il segretario dell'Api Francesco Rutelli ascolta in silenzio l'intervento del suo ex amico prendendo appunti e inviando sms con il telefonino. Soltanto quando Luigi Lusi parla di "un anomalo traffico telefonico di Rutelli per evitare che si chiedesse il voto segreto", l'ex sindaco di Roma scuote visibilmente la testa riprendendo a scrivere appunti. Lusi, pur non sembrando apparentemente nervoso vista la voce ferma e impostata, chiede però più volte da bere denunciando così una tensione di fondo.
PDL NON PARTECIPA A VOTO - Il Pdl esce dall'Aula al momento del voto. E' questa la linea emersa nel corso di una riunione gruppo del Pdl al Senato. "Non dobbiamo dare alcuna sponda alla sinistra, non ci devono essere strumentalizzazioni su questo voto", dice Angelo Cicolani che conferma: "usciremo dall'Aula".
La decisione di lasciare l'Aula al momento del voto è frutto di una sofferta mediazione nel Pdl, che evita una spaccatura del gruppo.
NEI BANCHI PDL CARTELLI CONTRO RUTELLI - Alcuni esponenti del Pdl, tra cui Domenico Gramazio, durante l'intervento in Aula del capogruppo Maurizio Gasparri, mostrano alcuni cartelli con la scritta: "Rutelli parte civile, no, parte in causa. Prima Lusi e poi li getti".
RUTELLI NON HA VOTATO PERCHE' PARTE OFFESA IN PROCESSO - Il leader di Api, Francesco Rutelli, come parte offesa nel procedimento penale contro Lusi, non ha partecipato alla votazione per il suo arresto. "Dopo mesi in cui ho difeso il mio onore e quello della Margherita con le unghie e con i denti, oggi ho ritenuto opportuno non parlare come accusatore politico, né votare, poiché rappresento la parte offesa, cioé le numerose vittime, nel procedimento contro Lusi. E' toccato al Senato, nella sua libertà, decidere", lo afferma Rutelli in una nota.
LEGA NORD VOTA SI' - "Le lega nord voterà si alle richieste di arresto del senatore Lusi", lo annuncia a nome del carroccio il senatore Roberto Mura, ricordando che già nella Giunta delle immunità la lega aveva votato a favore alle richieste del pm. "In questo caso - sottolinea Mura - non c'é fumus persecutionis".
I 13 SENATORI CHE HANNO VOTATO CONTRO - I 13 senatori che hanno votato contro l'arresto di Luigi Lusi appartengono in maggioranza al centrodestra e due al gruppo misto. I senatori del Pdl contrari sono: Diana De Feo; Sergio De Gregorio; Marcello Dell'Utri; Piero Longo; Marcello Pera; Guido Possa. I senatori di Coesione Nazionale sono Valerio Carrara; Mario Ferrara; Salvo Fleres; Elio Palmizio e Riccardo Villari. Hanno votato contro, dopo averlo annunciato in Aula, anche il repubblicano Antonio Del Pennino ed Alberto Tedesco, entrambi del gruppo misto. Il senatore che si è astenuto è l'ex leghista Piergiorgio Stiffoni, ora passato al misto.
FOLLINI, 22 MLN EURO SONO 1.033 ANNI STIPENDI OPERAIO - "22 milioni di euro per un operaio della Fiat di Pomigliano d'Arco sono l'equivalente di 1033 anni di stipendio, 11 mesi e 7 giorni. Per un insegnante di scuola elementare con una anzianità di 5 anni sono l'equivalente di 1238 anni di stipendio, 9 mesi e 21 giorni". Cosi' Marco Follini (Pd), presidente della Giunta per le immunità nell'illustrare la decisione della Giunta di accogliere le richieste dei pm.
PAPA (PDL), AGNELLO SACRIFICALE - "Un capro espiatorio dietro le sbarre, è questo il risultato dell'ennesima genuflessione del Parlamento al giustizialismo e alla demagogia".Così il deputato Pdl Alfonso Papa. "Non c'é un solo motivo per cui Lusi debba affrontare il processo con le manette ai polsi. La decisione del Senato - aggiunge - è in sé stessa esorbitante, presa in pieno conflitto di interessi e con il voto di senatori chiamati in causa dallo stesso Lusi, che è l'agnello sacrificale di un regolamento di conti interno al Partito Democratico".
BONINO, NON C'E' FUMUS VOTO SI' ARRESTO - "Mi pare davvero che non ci sia fumus persecutionis, quindi voterò a favore della richiesta dell'arresto". Così la vicepresidente del Senato Emma Bonino, ospite di "24 Mattino" su Radio 24. "Il tema della carcerazione preventiva é un vero cancro del Paese, andrebbe modificato, ma con il caso Lusi non c'entra" aggiunge Bonino, che critica poi l'ipotesi che 20 senatori chiedano il voto segreto: "Credo sia sconveniente. E' bene che i rappresentanti del popolo si assumano in modo limpido le proprie responsabilità. Politicamente sarebbe molto discutibile. Il punto è se si troveranno questi 20 senatori". (ANSA)
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