L'artista, designer e attivista per i diritti umani cinese, Ai
Weiwei, vestito da poliziotto prende in giro le guardie, in una foto
presa dal suo profilo Twitter
L'assistente dell'artista, e attivista Ai Weiwei,
mostra i segni degli scontri con la polizia, in una foto pubblicata sul
profilo Twitter
Ai Weiwei, vestito da poliziotto prende in giro le guardie, in una foto presa dal suo profilo Twitter
L'assistente di Ai Weiwei, mostra delle contusioni su un braccio dopo gli scontri con la polizia
Un immagine ripresa dal profilo Twitter di Ai Weiwei
L'ordinanza che vieta la sosta degli autobus fuori dal tribunale, in una foto presa dal profilo Twitter di Ai Weiwei
I controlli davanti al tribunale
Una trentina di auto della polizia hanno circondato l'ingresso
dell'abitazione di Ai Weiwei a Pechino, impedendo a chiunque di entrare
ed uscire.
L'artista, come lui stesso ha comunicato su internet, ha fotografato
le auto provocando l'ira degli agenti che hanno fatto irruzione
nell'appartamento e hanno assalito, secondo i racconti dell'artista,
alcuni suoi collaboratori. Le foto che testimoniano i pestaggi di cui
sarebbero stati vittime, vengono diffuse sulla rete.
Distrutta la macchina fotografica con la quale erano state scattate
le foto alle auto della polizia. Stamattina, dinanzi ad un tribunale di
Pechino, si dovrebbe discutere la causa intentata dallo stesso artista e
da sua moglie, che presiede la società Beijing Fake Cultural
Development, contro la decisione dell'ufficio delle imposte di Pechino
di respingere il ricorso dell'artista contro la multa di circa 1,7
milioni di euro per evasione fiscale.
Al processo sarà presente la moglie dell'artista ma non lui, che è
stato invitato dalla polizia, sin da ieri, a non partecipare
all'udienza. La polizia ha anche vietato ad altri attivisti di
partecipare al processo (ANSA)
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