Travestiti da poliziotti, gli dissero che lo avrebbero portato da suo padre. Giuseppe Di Matteo aveva 12 anni e gli credette.
Lo legarono e lo gettarono in un cassone. Era il 23 novembre quando lo rapirono.
Da lì, 25 mesi di prigionia. Al buio, maltrattato. 25 mesi che si conclusero quando i suoi carcerieri lo ammazzarono l'11 gennaio 1996. Gli misero una corda al collo e lo strangolarono. “Mi dispiace, tuo papà ha fatto il cornuto” gli dissero. Giuseppe neanche reagì. Era “molle, tenero, sembrava fatto di burro”, dissero dopo.
E poi lo sciolsero nell’acido.
Questa è la mafia e questi sono i mafiosi. Non hanno onore, dignità, umanità.
Non dobbiamo scordarlo mai. Per nessuna ragione al mondo.
Leonardo Cecchi
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