È un'alternativa a zero emissioni ai procedimenti attuali
I batteri ingegnerizzati che trasformano gli inquinanti (Fonte: copyright free, via pixabay)
Gas inquinanti emessi
da processi industriali e discariche trasformati in preziose risorse,
come acetone e isopropanolo, che hanno un mercato globale di 10 miliardi
di dollari: sono riusciti a farlo dei batteri riprogrammati in
laboratorio, in un esperimento pilota su scala industriale, coordinato
dall’azienda biotecnologica LanzaTech (Stati Uniti).
Il metodo, pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology, è un’alternativa a zero emissioni rispetto agli attuali processi inquinanti che impiegano invece petrolio o gas naturale.
La fermentazione batterica, utilizzata
nell’industria alimentare per fare yogurt, birra e altri prodotti, è un
approccio molto promettente per la produzione di diversi composti
chimici senza l’uso di fonti fossili. In questo campo di solito si
sfruttano batteri che traggono l’energia per la fermentazione dallo
zucchero, il quale però è costoso e aumenta l’emissione di gas a effetto
serra nel processo. Invece, i ricercatori guidati da Fungmin Eric Liew,
Robert Nogle e Tanus Abdalla sono partiti da un batterio in grado di
fermentare il gas: Clostridium autoethanogenum.
Gli autori dell’esperimento hanno
utilizzato la biologia sintetica per programmare il patrimonio genetico
del batterio, in modo da indurlo a sintetizzare molecole che in natura
non produrrebbe, come acetone e isopropanolo. Utilizzando le stesse
tecniche di biologia sintetica è possibile adattare i microrganismi a
produrre altre sostanze.
Il test ha dimostrato l’elevata
efficienza del procedimento e la sua sostenibilità dal punto di vista
ambientale: i batteri infatti assorbono più anidride carbonica di quanta
ne emettono, rendendo tutto il processo ad impronta carbonica negativa.
(ANSA)
Kissinger71
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