giovedì 5 dicembre 2013

L’arte svizzera della precisione

Laboratori artigianali, scuole e musei: la tradizione di costruire orologi tra scienza e moda


Olivier Piguet nel suo atelier, il centre d'initiation de l'horlogerie, dove in brevi corsi inizia gli appassionatiOlivier Piguet nel suo atelier, il centre d'initiation de l'horlogerie, dove in brevi corsi inizia gli appassionati
Tanti sono i laboratori artigianali aperti nella Watch Valley, la zona degli orologiai con musei specializzati
Espace Horloger, museo di orologi a Sentier nella Valle de Joux, culla dell'orologeria di precisione
il museo IWC di Sciaffusa, sede del noto marchio di lussuosi orologi
(di Ida Bini)
Orologi da torre e da tavola, da tasca e da polso; carillon, pendole e strumenti astronomici di precisione; semplici orologi a cucù e lussuosi esemplari con disegni e meccanismi raffinatissimi: inSvizzera l’arte di misurare il tempo appartiene da sempre ad abili artigiani che con sapienza meticolosa e bravura tecnica hanno conquistato il mondo. Pazienti maestri orologiai aprono i propri laboratori e le numerose scuole per far conoscere più da vicino l’antica tradizione e i suoi segreti.
Fu il severo riformatore Calvino, che vietava ogni esibizione di ricchezza limitando la produzione di gioielli, a contribuire allo sviluppo dell’orologeria che dal XVI secolo subentrò all’oreficeria nella zona di Ginevra, ricca di laboratori e di abili artigiani. I nuovi strumenti per misurare il tempo, simili a raffinati gioielli da indossare, furono esportati fino in Oriente e nelle nuove colonie d’America. All’inizio la produzione degli orologi, soprattutto quelli da tasca e da panciotto, si concentrò a Ginevra, ma ben presto si diffuse anche negli altri cantoni del Paese; a partire dal XVIII secolo si aggiunse la fabbricazione di orologi a pendolo, particolarmente diffusi nella zona di Neuchâtel, che per un paio di decenni fecero concorrenza agli artigiani parigini.
A metà del XIX secolo l’industria orologiera visse un’importante diffusione nelle zone di Solothurn e di Berna. Verso il 1890 metà della produzione di orologi esportati all’estero proveniva da Saint-Imier, nel cantone di Berna, da Ajoie e dalle Franches-Montagnes del Canton Giura, e da Bienne, sempre nel cantone bernese. Alla fine del secolo i laboratori di orologiai si diffusero anche nelle regioni di Sciaffusa e Basilea, confermando il successo dell’industria orologiera svizzera che per numero, qualità e prestigio stava superando quella inglese. Furono poi gli americani a sbaragliare la concorrenza dalla seconda metà del XIX secolo, diminuendo drasticamente l’esportazione elvetica.
Nonostante ciò l’orologio rimane uno dei prodotti simbolo della Confederazione; oggi il 90% della produzione orologiera svizzera si concentra nella zona nordoccidentale del Paese, nel Canton Giura, in particolare nelle località di Ajoie, Franches-Montagnes e Delémont. Denominata la Watch Valley, la zona ospita in un paesaggio fiabesco la via degli orologiai, ben 200 chilometri di strada con laboratori, musei specializzati e fabbriche divisi in 38 tappe che danno vita a un vero pellegrinaggio tra i segreti, la storia e le curiosità dell’orologeria. Tra i centri più interessanti per capire meglio l’evoluzione della misurazione del tempo, si consiglia di visitare il Musée international d’horlogerie, al 29 di rue des Musées nella città di La Chaux-de-Fonds. Nel museo, fondato nel 1902, sono esposti circa 4.500 orologi, gli esemplari più famosi e storici, dalla fine del Medioevo fino all’era atomica.
Ogni anno il museo più grande al mondo si arricchisce di centinaia di pezzi, grazie a nuovi acquisti e a donazioni dei fabbricanti, e di esposizioni temporanei di rari esemplari. All’interno c’è un centro di restauro dove i visitatori possono ammirare gli orologiai all’opera, un’esperienza davvero entusiasmante. Una presentazione audiovisiva e uno show multimediale completano la visita al museo; curioso è il monumentale carillon del parco, che si muove ogni quarto d’ora e si colora in base alla stagione. La Vallèe de Joux, culla dell’orologeria di precisione, ospita a Sentier l’Espace Horloger: anche qui sono esposti orologi e strumenti storici di grande bellezza e prestigio in uno spazio innovativo ritmato da nuove tecnologie.
Tavole dei mestieri, touch pad, film in 3D e Ludotemps offrono ai visitatori un percorso virtuale e interattivo molto interessante, come la possibilità di smontare e rimontare virtualmente un calibro o inserire un meccanismo nel suo involucro. Le tavole interattive presentano le varie fasi del mestiere dell’orologiaio e permettono di ottenere informazioni e prezzi di ogni strumento di misurazione.L’Espace Horloger, infatti, ha l’obiettivo di sviluppare le vocazioni verso questa professione, così come il Centre d’initiation de l’horlogeriel’atelier di Olivier Piguet che inizia gli appassionati di orologi a questa antica arte. Nel suo laboratorio, che si trova all’interno di una fattoria ristrutturata, il maestro racconta la storia e le tecniche artigianali e insegna al massimo a due partecipanti in corsi di uno o due giorni come smontare, pulire, oliare e assemblare gli orologi.
E’ una delle tappe della via degli orologi anche il museo IWC di Sciaffusa: ai margini del centro storico, direttamente sulle sponde del Reno, si trova la sede centrale del noto marchio di orologi IWC che ospita in un elegante edificio storico il museo con più di 230 pezzi, eleganti e classici. Più di 140 anni fa l’orologiaio americano Florentine Ariosto Jones fece costruire nel frutteto del convento di Ognissanti a Sciaffusa uno stabilimento dove poi nacque il noto marchio di orologi. Altre tre famose griffe di orologi hanno aperto nei propri stabilimenti eleganti musei: il museo Audemars Piguet, ospitato nella più antica casa di Le Brassus, che ripercorre la storia di questi lussuosi orologi attraverso numerosi pezzi e oggetti di misurazione; il museo Omega di Bienne con oltre 4.000 orologi da polso e il banco da lavoro su cui tutto iniziò più di 160 anni fa; infine il museo Patek Philippe nel cuore del quartiere di Plainpalais di Ginevra che ripercorre le origini dell’orologio attraverso importanti collezioni dal XVI al XX secolo. Una biblioteca documenta gli esemplari storici, gli automi musicali e i ritratti in miniatura dipinti su smalto dalla sua fondazione nel 1839. Per organizzare il viaggio nella Watch Valley: www.myswitzerland.com

(ANSA)

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