La Raviplast è dei lavoratori
Ravenna. Prima la crisi finanziaria della Nuova Pansac e della Pansac International (imballaggi flessibili in plastica), poi il commissariamento avvenuto nel dicembre 2011 e, infine, una nuova rinascita grazie all’acquisto del ramo d’azienda da parte di una nuova cooperativa, la Raviplast, costituita dagli stessi dipendenti. “La cooperativa nasce dalla volontà di un gruppo di lavoratori del sito di Ravenna (l’azienda aveva anche altre sedi a Mira, Marghera e Zingonia, tutte salvate grazie all’ingresso di nuove società, nda) di dare seguito all’attività industriale in un settore che non ha visto flessioni produttive particolari”, racconta Alessandro Micelli, presidente della Raviplast.
Quindi il lavoro non manca?
Non è mai mancato ed è anche per questo che non ci siamo mai fermati. Nonostante le incertezze di questi ultimi anni i nostri clienti sono rimasti fedeli all’azienda e il nostro prodotto è molto apprezzato dal mercato per qualità, affidabilità e assistenza.
Come si è giunti al commissariamento?
La crisi della Pansac è stata unicamente una crisi finanziaria generata, circa quattro anni fa, dal proprietario della Nuova Pansac. Successivamente la Pansac International ha rilevato l’azienda e attuato un piano di ristrutturazione che però, purtroppo, è fallito. Il commissariamento del dicembre 2011 era invitabile.
Un periodo molto difficile che ha messo a repentaglio il lavoro di 48 dipendenti. Come siete usciti da questa situazione?
La procedura di amministrazione straordinaria prevedeva, in prima battuta, la vendita del sito produttivo ma le offerte non sono state ritenute accettabili dal commissario. Secondariamente si è deciso per la vendita del ramod’azienda con contestuale affitto dell’immobile che rimane alla vecchia proprietà: è stato a questo punto che tra i lavoratori è nata l’idea della cooperativa.
Come avete deciso di muovervi?
Con l’aiuto delle tre centrali cooperative provinciali (Confcooperative, Legacoop e Agci) abbiamo avviato un’analisi di fattibilità che ci permettesse di capire se eravamo in grado di mantenere il sito produttivo. Lo studio ha dato esito favorevole quindi abbiamo deciso di costituire la Raviplast (una cooperativa di produzione lavoro) e fare un’offerta al commissario straordinario. Il progetto cooperativo ha avuto pieno e concreto sostegno anche da parte di tutti gli enti territoriali, dalle istituzioni locali alle organizzazioni sindacali.
Quando avete costituito la nuova società?
Il 17 settembre del 2013. Nello stesso giorno abbiamo presentato l’offerta al commissario e in poche settimane è arrivato il nulla osta del Ministero.
Quanti lavoratori faranno parte del progetto?
Nel primo biennio la Raviplast si è impegnata ad assumere 24 lavoratori che saranno quasi tutti soci. Gli altri lavoratori (circa 22 persone) rimarranno in carica alla procedura.
Come siete riusciti a costituire la Raviplast, in termini di sostenibilità economica?
Lo Stato dà la possibilità, ai lavoratori che decidono di fare questa scelta, di ottenere l’anticipo della mobilità da parte dell’Inps (perdendo il diritto a richiederla per diversi anni nda). Questo anticipo, circa 450mila euro in totale, ci è servito per realizzare il capitale sociale della nuova cooperativa. Inoltre presto avremo anche altri fondi, più o meno dello stesso importo, messi a disposizione dall’ente di promozione cooperativa Cfi (cooperazione finanza e impresa) e da altre strutture di finanza cooperativa.
Fonte: inpiazza.it
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