






In occasione dei suoi 40 anni Prima Comunicazione ripercorre la storia di questi quattro decenni, fondamentali per trasformazioni e cambiamenti nel mondo della comunicazione e dei quali il giornale è stato cronista e testimone, con un numero da collezione in edicola domani.
Sono anni segnati da grandi storie, da battaglie editoriali e politiche e da trasformazioni tecnologiche che nemmeno il più avventuroso dei futurologi sarebbe stato in grado di immaginare. Prima ha scelto per ogni anno la storia più significativa e le notizie principali, oltre 3.500 in un numero di 514 pagine. È un lavoro che permette di avere una visione generale anche del contesto politico ed economico in cui si è sviluppata la comunicazione in Italia: un quadro da cui esce strabordante l’influenza sull’editoria dei grandi imprenditori e dei partiti politici.
Il numero speciale di Prima non si limita però al passato. Per capire a che punto siamo e dove stiamo andando, ecco le testimonianze e le interviste di protagonisti del mondo dei media e dell’editoria come Lucia Annunziata (Giornalismo), Giampaolo Grandi (Editoria), Paolo Ainio (Internet), Stefano Mauri (Libri), Vittorio Bruno (Papi e media), Claudio Cecchetto (Radio); della politica come Walter Veltroni (Televisione), o del business come Francesco Micheli (Economia e informazione), Luca Cordero di Montezemolo (Sport e comunicazione), Lorenzo Sassoli de Bianchi (Pubblicità), Giovanni Perosino (Dietro il brand), Toni Muzi Falconi (Relazioni pubbliche), Cesare Sironi (Tecnologia). E
poi i feroci opinionisti di Prima, Smile e Fashion victims, e collaboratori come Emilio Pucci (Economia dei media), Alessandro Araimo (Industria dei media), Mario Abis e Giuliano Noci (Convergenza e democrazia) che con dati, analisi e cifre cercano di illuminare la scena non facile degli anni a venire. Dalla parte ancora cartacea degli archivi fotografici di Prima Comunicazione, sono emerse immagini uniche dei protagonisti e dei luoghi di un’epoca, tra gli anni Settanta e i Novanta, in cui la carta stampata e la televisione erano i media dominanti e non si sentiva ancora parlare di Internet e della Rete. Sul numero speciale di Prima ne sono state pubblicate più di 200 per raccontare ‘Come eravamo’, con le tipografie a piombo, le macchine da scrivere, belle giornaliste con i capelli boccolosi, imprenditori e manager in carriera con gli sguardi vispi, le facce lisce e non segnate dalle rughe da stress di potere.
(ANSA)
Nessun commento:
Posta un commento