Ma veramente il ministro Cancellieri è ancora lì?
di: Alessandro Gilioli
Il Guardasigilli Cancellieri si è scusata malamente, dicendo che «Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso».
ROMA (WSI) - Ma l’avete letta l’autodifesa surreale del ministro Cancellieri? Una manciata di righe in cui non si capisce se sono di più le bugie o le omissioni.
Tra queste ultime, è evidente, il fatto di essere da molti anni amica di famiglia del miliardario pregiudicato e plurindagato Ligresti, nonché di avere avuto il figlio a libro paga (e che paga!) dal medesimo.
Così come quella frase che rivela tutta la complicità tra potenti – «qualsiasi cosa io possa fare conta su di me» – e che testimonia una volta di più come questo Paese si divida in due: chi conosce qualcuno e chi non conosce nessuno.
Ma quello che è ancora più incredibile è la faccia tosta nel sostenere di essersi comportata nello stesso modo per tutti i detenuti che nelle carceri compiono atti di autolesionismo o si suicidano: centinaia se non migliaia i primi, che non vengono nemmeno censiti; più di 40 i secondi solo quest’anno, e mancano ancora due mesi alla fine del 2013.
Ancora più grottesco è cercare di far passare la propria azione ad personam come un dovere («non intervenire sarebbe colpevole»), nella convinzione evidente che gli italiani siano tutti idioti con l’anello al naso, che non capiscono la differenza tra un dovere – che per definizione è erga omnes - e un privilegio, che è solo verso l’amico di famiglia, il miliardario potente, il proprietario di mass media.
E poi:« Non c’è stata alcuna interferenza con gli organi giudiziari», dice il ministro.
Vedremo, si spera che un’inchiesta lo stabilisca, però curiosamente Giulia Ligresti pochi giorni dopo l’intervento di Cancellieri è uscita di galera (al contrario di altri per cui il ministro non si è attivata).
E comunque – se pure fosse vero – sarebbe del tutto ininfluente nel giudizio sul comportamento del ministro: se anche il suo intervento fosse stato finalizzato a dare alla figlia di Ligresti una branda più comoda o una cella più ampia delle altre detenute – quelle figlie di un dio minore – già questo sarebbe abbastanza per far tracimare lo schifo. Il solo tentativo di privilegiare un detenuto sugli altri è di per sé più che sufficiente, per uno che fa il ministro della Giustizia, per togliere il disturbo.
Non è che Cancellieri oggi dovrebbe dimettersi: si doveva dimettere già ieri, un minuto dopo che era uscita la verità sul suo comportamento familistico. Qualunque cosa con questo abbia ottenuto.
Ha preferito aggiungere al suo pessimo agire una nota piena di omissioni e bugie, prendendoci per i fondelli.
Pronto Letta? Renzi? Gli altri? Ci siete? Dite qualcosa?
Tra queste ultime, è evidente, il fatto di essere da molti anni amica di famiglia del miliardario pregiudicato e plurindagato Ligresti, nonché di avere avuto il figlio a libro paga (e che paga!) dal medesimo.
Così come quella frase che rivela tutta la complicità tra potenti – «qualsiasi cosa io possa fare conta su di me» – e che testimonia una volta di più come questo Paese si divida in due: chi conosce qualcuno e chi non conosce nessuno.
Ma quello che è ancora più incredibile è la faccia tosta nel sostenere di essersi comportata nello stesso modo per tutti i detenuti che nelle carceri compiono atti di autolesionismo o si suicidano: centinaia se non migliaia i primi, che non vengono nemmeno censiti; più di 40 i secondi solo quest’anno, e mancano ancora due mesi alla fine del 2013.
Ancora più grottesco è cercare di far passare la propria azione ad personam come un dovere («non intervenire sarebbe colpevole»), nella convinzione evidente che gli italiani siano tutti idioti con l’anello al naso, che non capiscono la differenza tra un dovere – che per definizione è erga omnes - e un privilegio, che è solo verso l’amico di famiglia, il miliardario potente, il proprietario di mass media.
E poi:« Non c’è stata alcuna interferenza con gli organi giudiziari», dice il ministro.
Vedremo, si spera che un’inchiesta lo stabilisca, però curiosamente Giulia Ligresti pochi giorni dopo l’intervento di Cancellieri è uscita di galera (al contrario di altri per cui il ministro non si è attivata).
E comunque – se pure fosse vero – sarebbe del tutto ininfluente nel giudizio sul comportamento del ministro: se anche il suo intervento fosse stato finalizzato a dare alla figlia di Ligresti una branda più comoda o una cella più ampia delle altre detenute – quelle figlie di un dio minore – già questo sarebbe abbastanza per far tracimare lo schifo. Il solo tentativo di privilegiare un detenuto sugli altri è di per sé più che sufficiente, per uno che fa il ministro della Giustizia, per togliere il disturbo.
Non è che Cancellieri oggi dovrebbe dimettersi: si doveva dimettere già ieri, un minuto dopo che era uscita la verità sul suo comportamento familistico. Qualunque cosa con questo abbia ottenuto.
Ha preferito aggiungere al suo pessimo agire una nota piena di omissioni e bugie, prendendoci per i fondelli.
Pronto Letta? Renzi? Gli altri? Ci siete? Dite qualcosa?
Il contenuto di questo articolo, pubblicato dal blog Piovono Rane - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
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