L’Italia dovrà adeguarsi. L’Ue si pepara a dire sì alla coltivazione di un altro mais Ogm
Dopo il Mon 810, anche il mais Ogm 1507, altrimenti conosciuto come Erculex, si affaccia inesorabile sui campi dell’Unione Europea: l’Italia sarà tenuta ad adeguarsi. Un colosso dell’agrochimica, la DuPont-Pioneer, ha infatti vinto una causacontro la Commissione europea. L’ok alla coltivazione del mais 1507 dovrebbe arrivare entro la fine di quest’anno.
Questi sono i fatti, ma è importante anche lo sfondo. In base ai meccanismi dell’Ue sugli Ogm, un parere favorevole dell’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare che già nel 2005 si espresse a favore del mais 1507, sfocia sistematicamente (seppure lentamente) in un semaforo verde. Il parere dell’Efsa a sua volta si fonda su dati messi a disposizione dalle società che hanno brevettato e che producono la varietà Ogm in questione.
Il margine di discrezionalità politica sugli Ogm in pratica non esiste, e non è concesso ad uno Stato membro di vietare sul suo territorio un Ogm approvato dall’Ue, come il caso del mais Mon 810 ha insegnato all’Italia. Tutto questo accade anche se la maggioranza degli eruopei – e la gran maggioranza degli italiani – è contraria agli Ogm.
Il Dna del mais 1507 è stato modificato in laboratorio inserendovi parte del patrimonio genetico delBacillus thuringensis: per questo la pianta produce tossine in grado di uccidere i bruchi di due farfalle, la piralide e la sesamia, che si cibano appunto di foglie di mais. Nel Dna della pianta è stato anche inserito il gene che conferisce la tolleranza al diserbante Liberty: esso può dunque essere sparso sui campi durante la crescita del mais.
La DuPont-Pioneer ha presentato nel 2001 la richiesta di ammettere alla coltivazione nell’Ue il mais Ogm 1507. L’Efsa ha dato parere favorevole alla sua coltivazione nel 2005; su richiesta della Commissione Europea ha ribadito ripetutamente questa posizione, l’ultima volta nel 2011, quando però ha ammesso che anche farfalle diverse dalle due specie-bersaglio potrebbero essere vittime delle tossine espresse dal mais 1507; ha raccomandato dunque misure (non riesco ad immaginare quali possano essere) per limitare l’esposizione delle altre specie di farfalle al polline del mais 1507 e per monitorare la situazione.
Già nel 2005 Greenpeace ha giudicato “completamente inadeguata” la valutazione attraverso la quale l’Efsa ha dato parere favorevole alla coltivazione del mais 1507 in Europa.
La Commissione europea però non ha mai “tradotto” il parere favorevole dell’Efsa al mais 1507 in una proposta da sottoporre all’approvazione dei ministri Ue. Per questo la DuPont-Pioneer ha trascinato la Commissione davanti alla Corte europea, che nel settembre scorso ha pronunciato la sentenza: dice in sostanza che la Commissione ha variamente palleggiato la questione relativa all’approvazione del mais 1507 in modo dilatorio ed ingiustificabile ed è quindi venuta meno aisuoi obblighi.
Ed ora la Commissione deve correre ai ripari: la di solito attendibilissima agnzia Reuters scrive di aver esaminato la bozza della proposta di approvazione del mais 1507. La Commissione europea dovrebbe sottoporre la settimana prossima il documento ai ministri europei.
Presumibilmente i ministri non approveranno (è richiesta una “maggioranza qualificata” molto ampia); in questo caso la Commissione europea ha il potere di approvare da sola la coltivazione del mais 1507 in tutto il territorio dell’Unione: cosa che, secondo Reuters, dovrebbe avvenire entro la fine di quest’anno.
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