giovedì 4 aprile 2013

Vuoi volare? Paghi quanto pesi



Samoa Air introduce tariffe in base a lunghezza tratta e al proprio peso


Samoa Air,biglietto aereo a ''peso''Samoa Air,biglietto aereo a ''peso''

Alla fine è successo davvero: il biglietto aereo costa quanto il proprio peso più quello del bagaglio, un tanto al chilo che varia in base alla lunghezza della tratta da percorrere. Con i prezzi del carburante alle stelle le compagnie aeree le hanno già pensate quasi tutte pur di risparmiare – dal personale di bordo incoraggiato a dimagrire al biglietto doppio per i clienti taglia XXL, per non parlare del bagaglio a mano ridotto all'osso per evitare l'imbarco – ma ora c'è chi fa pagare al passeggero in modo direttamente proporzionale a quanto pesa.

L'iniziativa è per ora confinata alle tratte di Samoa Air, piccola compagnia attiva dal 2012 per i collegamenti nell'arcipelago del Pacifico nella regione della Polinesia, ma non è detto che in futuro altre compagnie vogliano imitarla. La compagnia chiede ai passeggeri di dichiarare il proprio peso quando si fa la prenotazione online e calcola la tariffa in base alla propria mole, a quella stimata del bagaglio e alla lunghezza del viaggio. Al momento del check-in, per evitare frodi, il passeggero viene pesato proprio come accade per la valigia. Samoa Air ha introdotto la novità a novembre scorso ma di recente ha attirato l'attenzione dei media perché dalla scorsa settimana ha iniziato a operare anche voli internazionali, in realtà solo verso le Samoa Americane, arcipelago vicino che però appartiene agli Stati Uniti.

Samoa Air è tornata a difendere la propria scelta sostenendo che questo è il modo più "equo" per volare. Addirittura, ha spiegato l'amministratore delegato Chris Langton, in alcuni casi il passeggero paga meno rispetto a un biglietto calcolato con metodi convenzionali. La compagnia fa pagare fino a circa 0,57 dollari Usa per chilo (0,44 euro circa) per voli domestici e poco più di un dollaro a chilo per la sua tratta internazionale alle Samoa Americane. I bambini sotto i 12 anni pagano in media meno degli adulti, ma sempre in base al peso. Secondo Langton sono proprio le famiglie con bimbi piccoli ad avvantaggiarsi di questo sistema. Il feedback ricevuto, spiega, al di là dello "shock iniziale" è stato poi "sorprendentemente positivo".

(ANSA)

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