giovedì 4 aprile 2013

Jihad sessuale: vuoi stuprare una donna o una bambina siriana? Ora puoi



ijhad sessuale
L’islam estremista non finisca mai di stupirci. Quando pensi che questa parte violenta della religione islamica abbia toccato il fondo arriva qualcosa che prontamente ti fa ricredere e capisci che il fondo non c’è. Ora i religiosi islamici estremisti si sono inventati la “Jihad sessuale”.
Già nello scorso gennaio una fatwa di un religioso wahabita saudita, Sheikh Mohammed al-Arifi, autorizzava di fatto lo stupro legale di donne e bambine siriane da parte dei cosiddetti “ribelli”. Il sistema era semplice, bastava sposarsi con una donna per poche ore, consumare un rapporto sessuale e poi ripudiarla. Fatto questo si “passava” la donna ad un altro e la storia ricominciava. La donna non necessariamente doveva essere d’accordo ed era sufficiente che avesse 14 anni. In sostanza si legittimava lo stupro con un atto religioso, il tutto perché secondo questo miserabile religioso saudita erano “legittimi i matrimoni tra i militanti stranieri e le donne siriane per soddisfare i desideri sessuali dei militanti e aumentare la loro determinazione nel combattere il governo siriano”. In cambio le donne e le bambine stuprate ottenevamo l’accesso al Paradiso.
Questa notizia davvero aberrante era passata in sordina sui media occidentali, sempre molto attenti a non offendere gli estremisti islamici. A rispolverarla ci ha pensato nei giorni scorsi il Ministro tunisino per gli Affari Religiosi, Noureddine al-Khadimi. Lo spunto lo ha dato uno sconvolgente video che circola sui media e social network tunisini  dove si mostrano gli “orgogliosi genitori” di una ragazza tunisina che raccontano di come la loro figlia di nemmeno 18 anni era appena tornata dalla Siria dove si era recata a combattere la “jihad sessuale”. Convinta dai suoi amici salafiti, la ragazza tunisina si era recata in Siria per “soddisfare i desideri sessuali dei combattenti stranieri e renderli così più forti” così come diceva la fatwa di Sheikh Mohammed al-Arifi. Visto il video, il Ministro tunisino ha rilasciato un comunicato dove “ripudia la fatwa dello sceicco Mohammed al-Arifi avvertendo che i tunisini non sono obbligati a rispettarla”. Apriti cielo. Subito i salafiti sono passati all’attacco minacciando di morte il Ministro Noureddine al-Khadimi e ricordando che la “jihad sessuale” garantisce il paradiso alle donne che ne prenderanno parte e che vorranno seguire l’esempio della ragazza tunisina. Secondo i salafiti tunisini sarebbero una ventina le ragazze tunisine che stanno combattendo la “jihad sessuale”. Secondo il capo della Lega tunisina per i diritti umani, Balkis Mechri-Allagui, moltissimi ragazzi e ragazze tunisine sono attratti dalla guerra in Siria. Legati al movimento salafita, i ragazzi vorrebbero combattere con le armi mentre le ragazze vogliono partecipare alla “jihad sessuale” .
Ma quello che sconvolge maggiormente sono i retroscena di questa notizia. Secondo alcuni media arabi sarebbero centinaia (forse migliaia) le donne siriane costrette con la forza a sposarsi “temporaneamente” con militanti stranieri per “soddisfare i loro appetiti sessuali”. Poco importa che le donne fossero o meno d’accordo, l’importante è che a livello religioso tutto sia in regola. Insomma uno stupro di massa di donne e bambine mascherato da un editto religioso che lo autorizza.
Nel mondo islamico il matrimonio temporaneo (muta’a) è molto praticato in particolare dagli sciiti. Esso può durare da un’ora ad un anno e viene usato di solito per “legalizzare” un rapporto sessuale. Poco usato dai sunniti (in Iraq sotto Saddam Hussein era stato addirittura messo fuori legge per poi essere reintrodotto dal governo sciita) ora è stato rispolverato da questa controversa fatwa che proviene da un religioso wahabita e che coinvolge quindi anche moltissimi sunniti. Il problema non è quando la donna accetta volontariamente di contrarre il muta’a (matrimonio temporaneo) come per esempio fanno quelle ragazze tunisine di cui si parlava sopra, ma quando donne e bambine di appena 14 anni vi vengono costrette come accade in Siria.
Quello che si può dire su questa orribile e schifosa vicenda è che, come in tutte le guerre, anche in quella siriana le donne vengono stuprate e usate come “merce sessuale”. Il fatto che si stia cercando di far passare questo indicibile atto di violenza come qualcosa “gradito ad Allah” è ancora più aberrante e dimostra ancora una volta quanta poca considerazione abbia la religione islamica per le donne.
Amina A.

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