mercoledì 6 febbraio 2013

Milano, presidente Sos Racket fuori pericolo



Si è cosparso di benzina e si é dato fuoco davanti all'ingresso della Rai


 Il luogo dove si e' dato fuoco Frediano Manzi

 Frediano Manzi


MILANO - Frediano Manzi, il fondatore dell'associazione Sos racket e usura che ieri sera si è dato fuoco all'esterno della sede Rai di corso Sempione a Milano, è fuori pericolo. Lo hanno confermato i carabinieri. L'uomo, che dopo aver consegnato un plico con alcuni documenti e una lettera in cui spiegava il tentato suicidio come gesto "per tutte le vittime di usura", ha riportato ustioni agli arti superiori e al tronco e si trova in prognosi riservata all'ospedale di Niguarda.

"Tra 5 minuti mi do fuoco per tutte le vittime di usura. Addio". E' questo l'ultimo messaggio che Frediano Manzi, il controverso fondatore dell'associazione Sos Racket e usura ha mandato prima di darsi fuoco, ieri sera, davanti alla sede della Rai, a Milano. Prima di cospargersi di benzina e appiccare le fiamme a se stesso con un accendino, Manzi ha consegnato alla tv di Stato una lettera in cui ribadisce il motivo del suo gesto, accompagnandolo con delle richieste, disperate tanto quanto lui. "Per le vittime dell'usura che nessuno aiuta", si legge nel foglio, scritto a mano. Poi alcune richieste, quelle degli ultimi 10 anni di lotte. "Una commissione d'inchiesta sul caso Ferrigno", o "rimozione del presidente del Fondo nazionale antiusura". 

In realtà Frediano Manzi da tempo versava in uno stato di profonda prostrazione, e aveva recentemente già tentato il suicidio. Dopo i clamori seguiti alle importanti inchieste che le denunce della sua associazione (che negli anni è diventata un punto di riferimento per le vittime del racket) avevano fatto partire, nell'ambito non solo dell'usura ma dell'intreccio tra la criminalità organizzata e gli enti locali, lui stesso era scivolato nel baratro finendo a sua volta denunciato per aver simulato un attentato a uno dei suoi negozi di fiori. Così era inevitabilmente cominciato il declino della sua credibilità. Una situazione che, insieme ai suoi problemi economici e alle continue minacce della criminalità organizzata, lo avevano minato profondamente spingendolo ormai a una vita border line. Ieri sera, alle 20.30, il gesto più disperato. Manzi sarebbe morto subito se non fosse stato per il provvidenziale intervento di un'autista di un tram, il '19', che lo ha visto dimenarsi tra le fiamme e ha avuto la prontezza di spirito di prndere l'estintore, scendere e svuotarglielo addosso. "Stavo transitando in corso Sempione - ha raccontato - quando ho visto le fiamme e istintivamente mi sono fermato. Poi ho capito che era un uomo e sono sceso con l'estintore e ho spento il fuoco che lo avvolgeva".

(ANSA)

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