venerdì 26 ottobre 2012

Morte Mattei: 50 anni di misteri

MORTE MATTEI: 50 ANNI DI MISTERI,DA PASOLINI A DE MAURO 1953 - Enrico Mattei, presidente dell'Eni.



 Enrico Mattei in una immagine di archivio senza data



 Foto di scena del film 'Il caso Mattei, di Francesco Rosi, interpretato da Gian Maria Volonte'

 Enrico Mattei visita una stazione di servizio Agip Supercortemaggiore in una foto degli anni Cinquanta dell'archivio storico Eni

 In una immagine di archivio , il rettore dell'Universit di Urbino consegna la laure ad Honorem all'ing. Enrico Mattei

 Una immagine di archivio senza data di Enrico Mattei.

 Enrico Mattei accompagna il presidente della Regione D'Angeolo in visita nella zona petrolifera

 Il presidente dell'Eni Enrico Mattei, davanti al suo aereo con il simbolo dell'Agip, in una foto d'archivio

 La stretta di mano fra il presidente egiziano Abdel Nasser (S-2) e il presidente dell'ENI Enrico Mattei, Il Cairo, circa 1962

 Una immagine di archivio di Enrico Mattei

 Una immagine dell'Ing. Enrico Mattei con Alcide De Gasperi a Milano negli anni 50

 Una foto di archivio del 24 aprile 1996 di Mauro De Mauro.Anche la morte avvolta nel mistero, del giornalista dell'Ora di Palermo, Mauro De Mauro, scomparso (un caso di lupara bianca) nel 1970 aiuta le indagini sul caso Mattei.

 Un comizio al Colosseo del principe Junio Valerio Borghese, in una foto del 5 giugno 1953



 1975 - Il corpo dello scrittore Pierpaolo Pasolini all'idroscalo di Ostia . Ma c' ancora un altro delitto eccellente, quello di Pier Paolo Pasolini, che si incrocia con la morte di Mattei


Cinquanta anni fa, la sera del 27 ottobre 1962, Enrico Mattei era in volo verso Milano proveniente dalla Sicilia. Ma il Morane-Saulnier sul quale il presidente dell'Eni viaggiava, insieme al giornalista inglese William McHale ed al pilota Irnerio Bertuzzi, non arrivò mai all'aeroporto di Linate. Precipitò nelle campagne di Bascapé (Pavia) a causa dell'esplosione di un ordigno a bordo. Tutti morti i passeggeri. E' la prima tessera di un complicato mosaico nero che segnerà la storia d'Italia dell'ultimo mezzo secolo. Un giallo ancora irrisolto con tutti quelli che diventeranno poi gli ingredienti tipici dei misteri del Paese: depistaggi, servizi segreti deviati, insabbiamenti, potenze straniere, mafia.
Una prima verità giudiziaria - solo parziale - la fornisce l'inchiesta chiusa nel 2003, ben 41 anni dopo i fatti, dal pm pavese Vincenzo Calia. Nelle conclusioni il magistrato spiega che "deve ritenersi in primo luogo acquisita la prova" che l'aereo "venne dolosamente abbattuto" con una carica esplosiva di circa cento grammi di Campound "verosimilmente sistemata dietro il cruscotto del velivolo, a una distanza di circa 10-15 centimetri dalla mano sinistra di Mattei". Non è un'acquisizione da poco se si considera che l'inchiesta aperta all'epoca dell'abbattimento dalla procura di Pavia per i reati di omicidio pluriaggravato e disastro aviatorio si era chiusa nel 1966 con un'archiviazione "perché i fatti non sussistono". Ma le evidenze raggiunte, lamenta Calia, "non permettono l'individuazione degli esecutori materiali" e, per quanto riguarda i mandanti, non si può andare oltre i "sospetti e le illazioni". Il pm indica che la programmazione e l'esecuzione dell'attentato "comportarono il coinvolgimento di uomini inseriti nello stesso ente petrolifero e negli organi di sicurezza dello Stato".
E' poi un'altra morte avvolta nel mistero, quella del giornalista dell'Ora di Palermo, Mauro De Mauro, scomparso (un caso di lupara bianca) nel 1970, a gettare una luce sul caso Mattei. E questa volta i magistrati fanno i nomi. Nelle motivazioni della sentenza che assolve Totò Riina per la morte di De Mauro, due mesi fa i giudici di Palermo scrivono che il giornalista sarebbe stato ucciso perché stava per scoprire la verità sulla morte del presidente dell'Eni. De Mauro era stato incaricato dal regista Francesco Rosi, che lavorava ad un film sul dirigente ('Il caso Matteì, uscito nel 1972), di ricostruire gli ultimi due giorni di vita trascorsi in Sicilia da Mattei. Il giornalista, scrivono i giudici palermitani, era vicino a scoprire l'identità dei "mandanti, o almeno uno di loro": Graziano Verzotto, ex dirigente Eni, presidente dell'Ente minerario siciliano morto due anni fa. Secondo un rapporto del Sisde, riportato dai giudici, Verzotto sarebbe stato vicino ai servizi segreti francesi interessati a scongiurare un'intesa tra Mattei e l'Algeria che avrebbe intaccato il monopolio di Parigi nella ricerca di idrocarburi nel Paese nordafricano.
E l'accordo non sarebbe stato gradito neanche dalle Sette Sorelle, il cartello delle compagnie petrolifere che da anni non vedeva di buon occhio le spregiudicate iniziative dell'italiano. Gli 007 d'Oltralpe avrebbero così avvicinato Verzotto per convincerlo a fermare il presidente dell'Eni. Quest'ultimo si sarebbe rivolto alla mafia e, in particolare, ai cugini Nino e Ignazio Salvo, potenti esattori di Salemi, che avrebbero fornito la "manovalanza" per il sabotaggio dell'aereo in occasione del viaggio di Mattei in Sicilia. Uno scenario cui si stava avvicinando De Mauro e dunque Verzotto si rivolse ai suoi referenti mafiosi, come Stefano Bontate, da parte loro già interessati ad eliminare il giornalista scomodo per quello che scriveva sull'Ora. Ma c'é ancora un altro delitto eccellente, quello di Pier Paolo Pasolini, che si incrocia con la morte di Mattei. Nel suo romanzo postumo "Petrolio" sembra che ci fosse un capitolo - il 21/mo, poi misteriosamente scomparso - chiamato 'Lampi su Eni' in cui lo scrittore ipotizzava che dietro il delitto Mattei ci fosse l'ombra di Eugenio Cefis, controversa figura che militò nella Resistenza con Mattei, collaborò con lui nella ristrutturazione dell'Agip e, poi, nella fondazione dell'Eni, di cui divenne presidente nel 1967. Nei suoi ultimi giorni di vita Pasolini pare stesse lavorando proprio a ricostruire l'uccisione del presidente della compagnia energetica. Come De Mauro quattro anni prima. (ANSA)


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