giovedì 2 agosto 2012

Lettera ai giudici


(utilizzerò i puntini citando la ditta summenzionata “………” per privacy)
Egregi giudici o presidenti….
Mi chiamo Bonaccorso Rita…forse non vi ricorderete del mio nome ma piuttosto del numero di procedura affiancatomi durante questi anni di processi che fino ad oggi mi perseguitano senza darmi pace e sicurezza interiore. Oggi ho deciso di scrivere questa lettera per fare appello ai vostri sentimenti  di giudici e professionisti della legge quali sicuramente siete ma faccio appello anche al vostro cuore di uomini, padri di famiglia. Sono una cittadina italiana come voi, che vive come tutte le madri cercando nella nostra città di Palermo, attanagliata dai suoi problemi, di dare da sola un futuro ai propri figli. In virtù del dono che Dio mi ha concesso di avere i miei figli accanto vi parlo e tra queste mie parole non comparirà un numero di procedura…perché oggi mi rivolgo al vostro cuore. E tutti abbiamo un cuore.
In questi anni ho sempre avuto fiducia negli avvocati che mi hanno circondato e nonostante questi abbiano anche commesso i loro errori come esseri umani imperfetti, confidavo nel fatto che dall’altra parte della scrivania ci fossero degli uomini, che seppure più potenti, avessero una più accurata esperienza per discernere un caso facilmente risolvibile da un altro. Ed il mio doveva essere risolto da molto tempo. Voi avete fatto il vostro lavoro come uomini di legge e non posso ad oggi biasimare le vostre decisioni. Tuttavia posso aggiungere un pensiero che non ho mai potuto far trapelare durante questi anni di processi interminabili nei quali tutto contava fuorchè la mia opinione…il mio pensiero…LA MIA INNOCENZA!!!!! Perché cari giudici….di innocenza si tratta…! Ho deciso di scrivere questa lettera per dimostrarvi la mia innocenza.
Forse non siete ancora a conoscenza della mia storia. Mi dispiace avervi coinvolto in questa tenebrosa situazione che se per voi è un caso all’ordine del giorno per me rappresenta l’inganno di vent’anni che a dire il vero non so come sia cominciato né perché. Su nessun documento imputatomi compare la mia firma o la mia approvazione nella costituzione di una società occulta (come hanno osato chiamarla) o meno.
Da questo fatto parte tutto. Ho solo accompagnato una conoscente ad una fiera e averle consigliato di scegliere un gioiello piuttosto che un altro…come quando un’amica consiglia ad un’altra di acquistare un paio di pantaloni perché il modello le veste meglio. Per un innocente consiglio si può essere coinvolti ed accusati di aver truffato una ditta (……….) i cui esponenti non si sono mai presentati alla mia vista??? Io non li conosco se non alla luce di quello che hanno tramato nei miei confronti. Se fossi stata coinvolta come semplice persona, avrei dovuto tacere (cosi come ho fatto quando mia hanno indebitamente sequestrato i soldi che conservavo per i miei figli) ma l’angustia non conviene quando recherebbe danno al solo bene che conservo per i miei figli, frutto del lavoro del mio ex-marito; e soprattutto non conviene se reca danno anche a voi, rappresentanti del Tribunale di Palermo, in cui per anni ho riposto le mie speranze. Ecco perché con le mie parole voglio mettervi alla luce di alcuni fatti che mi stanno a cuore:
-non ho mai contratto il debito che mi imputano contro;
-la ditta ……… ha ingannato me. Il tribunale di Palermo e l’Agenzia delle Entrate.
Le mie affermazioni provengono dai fatti: questo credito, che dicono di vantare nei miei confronti, altro non è che un’invenzione, che non è attestata nemmeno dalle fatture. Quando la ditta ha dato inizio a questo interminabile processo il credito era di tipo aziendale e adesso, a distanza di anni non riesco a capire, e concorderete con me, sicuramente, come sia possibile che questo credito si sia trasformato in un credito di tipo personale alla luce di fatti che sembrano dimostrare ancor più la mia innocenza. Dopo essere stata io, tramite i miei avvocati, a mettere in luce la morte del Sig………, la cui ormai società era in liquidazione da anni (mai scoperto durante il processo) ho anche scoperto che la ditta come lui non esiste più!!!!!! Beh io non entro nei meriti della vita che ha condotto quest’uomo ma i fatti ancor più mi dimostrano che io non vedo chiaro in questa vicenda. I figli del Sig……..  hanno rinunciato all’eredità del loro padre e con che titolo vogliono avere il diritto di presentare una cessione di credito fittizia, perché a mio avviso e credo anche vostro sia così, neanche attestata da una perizia calligrafica? Le date di entrambe le documentazioni non sembrano presentare una sequenza logica dei fatti come la famiglia ……….vuole far apparire.
Spero di non avervi irritato ma alla luce della mia vicenda non voglio che i cittadini della regione in cui sono nata e cresciuta e con cui condivido l’amore per la cultura restano ingannati da personaggi che altro non vogliono che la distruzione di una donna innocente. Cari giudici, sono una madre di due figli che amo più della mia stessa vita e la casa con cui per anni ho vissuto con loro e l’unica cosa che possiedo. Non potete privarmi del mio bene di famiglia. Sapete anche voi più di me:non esiste un titolo esecutivo per dargliela vinta alla mia controparte! Voglio che venga fatta giustizia in questa storia e solo voi potete mettere un punto che mi permetterà di proseguire la mia vita tranquillamente. Voglio giustizia a tutti i costi!!!

Rita & Totò Schillaci

Nessun commento:

Posta un commento