giovedì 2 agosto 2012

«Bin Laden è stato ucciso grazie a me, voglio i 25 milioni della taglia»


La scrittrice italiana Mary Pace fa causa agli Stati Uniti. Sostiene di aver "rivelato" l'esatto nascondiglio dove si trovava lo sceicco del terrore al momento della sua uccisione lo scorso maggio 2011.


«Bin Laden è stato ucciso grazie a me, voglio i 25 milioni della taglia».
Lei è Mary Pace, scrittrice già nota per le sue tesi a metà tra complottismo, demagogia e mistero su alcuni fatti di cronaca italiani, che ha fatto notificare al Dipartimento di Stato Usa e al Viminale un atto di citazione dinanzi al Tribunale di Roma, rivendicando la taglia di 25 milioni di dollari per la cattura e l'uccisione di Osama Bin Laden, avvenuta il 2 maggio 2011 nel suo covo di Abbottabbad (Pakistan). La notizia è riportata dall'Ansa che scrive che la donna, assistita dai suoi avvocati, sostiene di aver fornito (non è dato sapere quanto direttamente) alla Cia le indicazioni del luogo dove si nascondeva lo sceicco del terrore.
Mary Pace è nota anche per le frequentazioni con l’ex boia delle SS Erik Priebke e per la sua amicizia con l’informatore dei servizi segreti Guido Giannettini, coinvolto nelle indagini su Piazza Fontana. Proprio quest'ultimo «poco prima di morire mi disse dove si trovava Bin Laden e tutto fa pensare che la Cia non buttò via quella notizia» affermava qualche tempo fa la donna in un articolo. Secondo la donna, infatti, alcuni agenti di polizia italiana dell’Ucigos avrebbero verbalizzato nel 2003 le informazioni fornite dalla stessa Pace riguardo al nascondiglio di Bin Laden. «Giannettini non mi disse abita in quella villa, ma mi diede delle coordinate ben precise di quattro distretti che formavano un quadrato, un fazzoletto di terra». Precisamente «il terrorista si trovava in Pakistan, in un’area di appena 30 Km quadrati tra le città di Wah, Gadwal, Samiwal e Havelian, quest’ultima nel distretto di Abbotabad», come riportato nell'atto giudiziario che cita una non ben precisato “fonte” che avrebbe rivelato alla Pace le «dettagliate informazioni» sul nascondiglio di Bin Laden.

Questo è il motivo che spinge la giornalista e scrittrice a chiedere la ricompensa di 25 milioni di dollari, a dispetto di quanto affermato all'indomani dell'uccisione di Bin Laden dal portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, secondo cui quel danaro non spettava a nessuno in quanto nessuno aveva riferito dettagli utili. Non è così secondo Mary Pace. Ora non è dato sapere se quelle notizie apprese dalla donna e poi divulgate, furono effettivamente girate alle autorità americane. Ma poco importa. Mary Pace vuole quei soldi: «Ove, invece, il Ministero dell'Interno italiano non avesse inviato  alle autorità americane le informazione fornite dalla donna – si legge nell'atto di citazione – andrà ritenuto responsabile per la mancata percezione della ricompensa e dovrà, pertanto, risarcire il danno patrimoniale dalla stessa subito, in misura pari all'importo della taglia».

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