venerdì 20 luglio 2012

Esodato in povertà, dovrò vendere casa

Un 57enne di Treviso senza lavoro e pensione. 4 in famiglia, che fare? 

 ROMA  - Arrivare a 57 anni, a un passo dalla pensione, e ritrovarsi senza soldi. Povero un'altra volta. Anni e anni di sacrifici in gioventù non sono bastati, ora, alla vigilia dei 60 anni, bisogna ricominciare tutto daccapo. Stabilità e sicurezza, addio. E per mangiare, forse, bisognerà vendere la casa. E' un dato assodato ormai che il Mezzogiorno sia l'area più colpita dalla povertà. L'Istat oggi l'ha confermato: quasi una famiglia su quattro è indigente. Ma la situazione del nord est é diversa, soprattutto per il Veneto, che nel 2011 è al terzo posto della classifica delle regioni meno povere (le famiglie indigenti sono solo il 4,3%).

Ogni regola, però, ha la sua eccezione. E in questo caso si chiama Claudio M., 57 anni, di Treviso. Professione futura: esodato senza "paracadute". Claudio vive con la moglie e due figli, un maschio e una femmina. In tasca al momento ha solo un contratto di lavoro a termine, che scadrà a settembre 2012. "Negli ultimi anni - racconta la figlia all'ANSA - mio padre ha vissuto fasi alterne fra lavori a termine e periodi anche lunghi di disoccupazione, ma con la relativa serenità di un traguardo: la pensione. Purtroppo però non rientra in quei 65 mila tutelati dal decreto del Governo. Alla pensione mancano ancora 6 anni e c'é il rischio di non avere nemmeno un reddito minimo con cui mantenere la famiglia".

L'unica sicurezza che la famiglia di Claudio ha, sottolinea la ragazza, "é la casa in cui viviamo tutti e quattro. Dobbiamo venderla per poterci mantenere giorno dopo giorno, pagando nel frattempo un affitto e rinunciando all'unico bene che possediamo?". La moglie di Claudio lavora e guadagna 1.600 euro netti al mese. Per l'Istat se una famiglia di 4 persone ha una spesa mensile pari o inferiore a 1.647,98 è povera. La famiglia di Claudio, da settembre sarà povera. "Le risposte che riusciamo a darci ci prospettano un futuro davvero buio - lamenta la figlia di Claudio - quelle che invece hanno saputo darci i tanti 'onorevoli' che mio padre ha contattato via e-mail per raccontare il suo disagio sono state tutte rassicuranti, ma poi all'ultimo le carte in tavola sono cambiate". Al dramma dell'incertezza, dice la ragazza, si aggiunge però anche quello della depressione. Perché ora, confessa, Claudio "non si alza più dal letto, non vuole mangiare, non vuole bere e non vuole più vivere. E io, sentendo ogni giorno nei vari notiziari di quanti compiono gesti estremi trovandosi di fronte a simili difficoltà - ammette - ho paura". (ANSA)

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