Esodato in povertà, dovrò vendere casa
Un 57enne di Treviso senza lavoro e pensione. 4 in famiglia, che fare?
ROMA - Arrivare a 57 anni, a un passo dalla pensione, e ritrovarsi
senza soldi. Povero un'altra volta. Anni e anni di sacrifici in gioventù
non sono bastati, ora, alla vigilia dei 60 anni, bisogna ricominciare
tutto daccapo. Stabilità e sicurezza, addio. E per mangiare, forse,
bisognerà vendere la casa. E' un dato assodato ormai che il Mezzogiorno
sia l'area più colpita dalla povertà. L'Istat oggi l'ha confermato:
quasi una famiglia su quattro è indigente. Ma la situazione del nord est
é diversa, soprattutto per il Veneto, che nel 2011 è al terzo posto
della classifica delle regioni meno povere (le famiglie indigenti sono
solo il 4,3%).
Ogni regola, però, ha la sua eccezione. E in questo caso si chiama
Claudio M., 57 anni, di Treviso. Professione futura: esodato senza
"paracadute". Claudio vive con la moglie e due figli, un maschio e una
femmina. In tasca al momento ha solo un contratto di lavoro a termine,
che scadrà a settembre 2012. "Negli ultimi anni - racconta la figlia
all'ANSA - mio padre ha vissuto fasi alterne fra lavori a termine e
periodi anche lunghi di disoccupazione, ma con la relativa serenità di
un traguardo: la pensione. Purtroppo però non rientra in quei 65 mila
tutelati dal decreto del Governo. Alla pensione mancano ancora 6 anni e
c'é il rischio di non avere nemmeno un reddito minimo con cui mantenere
la famiglia".
L'unica sicurezza che la famiglia di Claudio ha, sottolinea la ragazza,
"é la casa in cui viviamo tutti e quattro. Dobbiamo venderla per poterci
mantenere giorno dopo giorno, pagando nel frattempo un affitto e
rinunciando all'unico bene che possediamo?". La moglie di Claudio lavora
e guadagna 1.600 euro netti al mese. Per l'Istat se una famiglia di 4
persone ha una spesa mensile pari o inferiore a 1.647,98 è povera. La
famiglia di Claudio, da settembre sarà povera. "Le risposte che
riusciamo a darci ci prospettano un futuro davvero buio - lamenta la
figlia di Claudio - quelle che invece hanno saputo darci i tanti
'onorevoli' che mio padre ha contattato via e-mail per raccontare il suo
disagio sono state tutte rassicuranti, ma poi all'ultimo le carte in
tavola sono cambiate". Al dramma dell'incertezza, dice la ragazza, si
aggiunge però anche quello della depressione. Perché ora, confessa,
Claudio "non si alza più dal letto, non vuole mangiare, non vuole bere e
non vuole più vivere. E io, sentendo ogni giorno nei vari notiziari di
quanti compiono gesti estremi trovandosi di fronte a simili difficoltà -
ammette - ho paura". (ANSA)
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