domenica 11 settembre 2022

Salvador Allende

 


Ridiede alla proprietà del popolo la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica. I trasporti, le telecomunicazioni, il rame. Le strappò alle grandi multinazionali statunitensi, alle élite che le possedevano e le usavano come strumento di controllo della popolazione.


Fece una riforma agraria che tolse ai latifondisti la terra per darla a chi non aveva niente, ai piccoli contadini che spesso dovevano ridursi a fare quasi i servitori della gleba. Incentivò l’alfabetizzazione per strappare una parte del popolo all’ignoranza. Introdusse un salario minimo, ampliò la sanità pubblica per consentire a tutti di potersi curare. E fece molto altro ancora.


Allende era socialista. Stava costruendo un Cile migliore, togliendo agli straricchi per dare ai poveri, per creare una vera uguaglianza. Togliendo alle multinazionali a cui le élite del Paese si erano piegate per dare al popolo. 


Si uccise oggi, durante il colpo di stato finanziato, voluto e cercato da quelle stesse élite con l’appoggio degli statunitensi. Poteva fuggire, ma rimase dove era. Si uccise sapendo che la fine era ormai arrivata, con i carri armati per le strade di Santiago. 


Si uccise e il Cile divenne una dittatura tra le più sanguinarie del dopoguerra, quella di Pinochet. Che ridiede ai ricchi il loro potere, togliendolo al popolo, a cui non rimase niente se non l'oppressione. 


Alla memoria di Salvador Allende, uomo giusto, il pensiero di chi non smette di immaginare una società diversa.

Leonardo Cecchi

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