NON SOLO IN RUSSIA, ANCHE IN AMERICA I GIORNALISTI FANNO UNA BRUTTA FINE - JEFF GERMAN, REPORTER INVESTIGATIVO CHE INDAGAVA SUI SEGRETI DI LAS VEGAS, È STATO ACCOLTELLATO E UCCISO DAVANTI ALLA SUA CASA, DOPO UNA LITE - I COLLEGHI ESCLUDONO CHE SI TRATTI DI UN REGOLAMENTO DI CONTI O CHE ABBIA RICEVUTO MINACCE DIRETTE - GERMAN ERA DIVENTATO FAMOSO DOPO AVER RIVELATO I DELITTI DEL CRIMINE ORGANIZZATO A LAS VEGAS E GLI ABUSI DELL'AMMINISTRAZIONE , PRIMA DI DEDICARSI AL…
Guido Olimpio per www.corriere.it
Jeff German, un giornalista mai stanco di indagare nel cuore nero di Las Vegas. Una vita passata a scarpinare in cerca di news, a setacciare ambienti, a coltivare fonti. Lo dichiarava non con ostentazione ma con la passione di chi ama questo mestiere, ha voglia di scrivere ma spesso è già contento quando sa qualcosa. Poi viene il resto. Il lavoro di Jeff si è chiuso per sempre alle 10.30 di sabato, davanti alla villetta color pastello dove abitava: è stato pugnalato a morte.
Dopo una lite con una persona, riferiscono i testimoni. La polizia assicura che non ci sono altri pericoli per la comunità, vi sarebbe già una traccia da seguire: ha diffuso la foto di una figura non riconoscibile che indossa un cappello a larghe tese, una vistosa maglia arancione (sembra quelle da operaio), guanti e ha un borsone a tracolla. I colleghi, intanto, escludono che avesse ricevuto minacce dirette o, se c’erano, loro non erano stati informati. Reazioni a caldo, capiremo se è così.
Le precisazioni servono ad anticipare sospetti e ipotesi, inevitabili per il profilo della vittima. German, 69 anni, non si è risparmiato nell’inseguire i casi. Prima ha sgobbato per quasi vent’anni con ilLas Vegas Sun , poi è passato nel 2010 al Review Journal, portandosi in dote contatti, esperienza e l’abilità a muoversi in una realtà complessa. Il suo quotidiano in un lungo articolo lo ha ricordato mettendo insieme i colpi migliori.
Il reporter ha fatto scoop su delitti del crimine organizzato, come quello di Herbert «Fat Herbie» Blitzstein nel lontano 1997. Ha scoperto piccoli e grandi imbrogli, ha svelato spese pazze e non autorizzate di imprese, ha rovistato nella cattiva amministrazione facendo emergere abusi. Nel 2017 Jeff aveva dedicato molto tempo al massacro compiuto da Stephen Paddock: il killer si era barricato in due stanze del Mandalay Hotel con un arsenale ed aveva sparato sulla folla di un concerto country.
Sessanta i morti, suicida l’assassino. Un massacro senza movente. Anche in quell’occasione, German non si era fermato alla versione ufficiale: il tiratore — rivelerà — prima di mirare sugli spettatori ha centrato con uno dei suoi fucili i grandi serbatoi di carburante del vicino aeroporto. Forse pensava di poter innescare un incendio.
Il cacciatore di notizie sapeva tanto di mala, dell’organizzazione che ha prosperato, sotto forme diverse, nella città del peccato. L’aveva raccontata in un libro nel 2001, continuava a narrarla sul giornale e con un podcast che era un punto di riferimento per gli appassionati.
La mafia è temuta, studiata, analizzata ma qui, in pieno deserto, diventa anche «spettacolo» con un museo ben organizzato per chi vuole farsi un’idea. E se la fa. Jeff si muoveva tra i piani alti e quelli bassi, tra sedi di rappresentanza e corridoi anonimi, il riflesso di ciò che è questo posto, una volta la Mecca di grandi giocatori diventata, nel tempo, la meta di turismo di massa.
Ci sono le luci sfavillanti e le sorprese dei casinò più famosi lungo la celebre Strip, l’arteria principale. E poi, qualche chilometro più lontano, dietro le quinte, i locali con luci basse e toni tristi come quelli dei frequentatori. Donne e uomini seduti davanti alle slot machine in cerca della buona sorte. Il loro braccio è un prolungamento della macchinetta dove girano numeri o figure. Paddock, lo stragista, li fissava sostenendo di essere in grado di «controllare» le sequenze, poi è uscito di testa, sconfortato perché non vinceva più come prima.
A Vegas c’è sempre qualcosa da inseguire se hai voglia di farlo. Come nel lago Mead, ad est della città. A causa della siccità il livello dell’acqua si è abbassato facendo emergere resti umani in serie. Alcuni di annegati, in un caso però le povere ossa portano segni di pallottole, qualcuno fatto fuori negli anni ‘70 e infilato in un bidone poi gettato nel bacino. Un probabile regolamento di conti, affari del passato che ritornano, epiloghi truci. L’omicidio pianificato perché legato a traffici e in parallelo la violenza comune, magari per un contrasto personale.
Puoi morire per mano di un sicario e scaricato in un’area remota oppure essere accoltellato davanti alla porta di casa, come è toccato a Jeff German.
il presunto killer di jeff german jeff german
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/non-solo-russia-anche-america-giornalisti-fanno-brutta-323379.htm
Kissinger71
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