Stefan Joel Weisser in arte Z’EV, percussionista e sperimentatore d’avanguardia considerato tra i pionieri della musica industriale, si è spento a sessantasei anni dopo una lunga malattia, riporta Louder Than War. Weisser, nato nel 1951 a Los Angeles da una famiglia di origine ebraica, si era distinto già dagli anni ’60 come batterista in un trio jazz rock. Negli anni ’70 ha creato lo stile musicale che lo ha contraddistinto, riciclando o fabbricando percussioni ricavate da materiali di scarto industriali. In parallelo, si è dedicato anche alla poesia sperimentale, all’arte concettuale e a studi esoterici e musicologici.
Dopo l’esordio con l’EP Salt of Heavy Metal nel 1980, Z’EV ha consolidato la propria estetica con una striscia di album su etichetta Subterranean e una lunga serie di uscite successive in cui ha messo a frutto la sua audace sperimentazione su strumenti atipici come le percussioni di metallo e PVC e l’attitudine alla free form, unite a un’autorevole cultura musicale (è noto il suo interesse per la musica etnica asiatica e africana). Nella sua lunga carriera si ricordano anche le collaborazioni con artisti come Glenn Branca (per la sua Symphony n.2), e più di recente i Sunn 0))) e Chris Watson dei Cabaret Voltaire.
Nel riportare la notizia, John Robb cita un post Facebook del collega Boyd Rice che gli è stato vicino durante la lunga malattia e lo racconta così: «Z’EV rappresentava per l’avanguardia quello che è stato Iggy Pop per il rock and roll: intensità totale, energia e raw power… Era un linguista, un etnologo musicale, uno studioso e un mistico, ma riusciva a distillare tutto questo in concerti così intensi da conquistare il pubblico del punk. Era la sua dote unica».
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Barrella71
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