"Con Zeman a Lecce è stata dura, a livello psicologico fu una bella botta, un vero trauma. Viaggiavamo con un ritmo di 12 km ogni mattina, in più tutto il lavoro del pomeriggio con la palla.
È stata la preparazione più impegnativa della mia carriera.
La combinazione tremenda era alimentazione e lavoro duro: c'erano passati di verdura, patate lesse e poco altro.
Ora posso dirlo, facevamo delle tappe al supermercato per comprare qualcosa, avevamo bisogno di energie per ripartire secondo i suoi ritmi.
A distanza di tanti anni ricordo il programma di allenamento di ogni singolo giorno. Ci sarà un motivo se li ho stampati ancora nella testa.
Durante i ventuno giorni del ritiro a Cavalese, Zeman mi provava sempre da terzino. Non era il mio ruolo...venivo da un anno di B con la maglia del Verona in cui avevo realizzato 7 gol da esterno di centrocampo.
Durante le amichevoli, però, non mi schierava mai titolare... così senza pensarci due volte chiamai d'impeto Corvino per chiedere la cessione.
"Stai tranquillo, rientri nei suoi piani", mi disse il Direttore.
Prima di una riunione tecnica, Zeman mi disse:
"Ho sentito oggi il Direttore, il tuo ruolo sarà quello. Se non arrivi in Nazionale da terzino, per me sei un giocatore fallito".
In nazionale poi ci arrivai per davvero, fino a gennaio si videro i frutti di quella preparazione. Avevo la sensazione di andare il doppio degli avversari, quasi di poterci camminare sopra senza accusarne il colpo".
[Marco Cassetti]
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