La banca comunitaria che presta a tasso zero
L’associazione Aspe Solidaire è composta da persone comuni che hanno raccolto i risparmi degli abitanti della Val d’Aspe (Francia) per proporre prestiti a tasso zero a dei promotori di progetti desiderosi di installarsi nella valle. Come le Mag, dicono, si tratta di un’altra maniera di riprendere il controllo sui propri risparmi. Tra i primi progetti finanziati, un paio di artigiani (cercamica e ferro), un commerciante e un pittore. “Ciascuno contribuisce al proprio livello, prestando, oppure andando a comprare presso una delle persone aiutate dall’associazione – raccontano – Questo crea prima di tutto una rete di solidarietà”
di Emmanuel Daniel
Succede sul cammino di Santiago di Compostela ma non è un miracolo. Un centinaio di abitanti della Valle di Aspe hanno deciso di rivitalizzazre l’economia del loro territorio. Hanno creato l’associazione Aspe Solidaire. Obiettivo: raccogliere i risparmi degli abitanti e proporre dei prestiti a tasso zero a dei promotori di progetti desiderosi di installarsi nella valle dove vivono 2.700 persone.
Questa iniziativa “ permette alle persone che vogliono fare qualcosa per il territorio, senza voler essere eletto, di impegnarsi” spiega Anna, attuale presidente dell’associazione. Perché la valle e in qualche modo in difficoltà. Con un reddito netto per famiglia inferiore a 6.000 euro rispetto alla media nazionale e una popolazione che invecchia, la valle di Aspe fatica a trattenere i bambini del paese.
La popolazione dei tredici villaggi che costituiscono la comunità di comuni è crollata del 65 per cento dagli inizi del secolo scorso. Se l’esodo rurale ha poi rallentato la tendenza è sempre al ribasso. Quando Anne, storica, ha organizzato una riunione d’informazione per mettere in opera un dispositivo di risparmio cittadino e solidale, i vicini sono accorsi. “Era una sera del gennaio del 2011, faceva freddo, nevicava, ca c’erano comunque un centinaio di persone. Questo mostra che l’idea rispondeva a un attesa”, sottolinea questa consigliera municipale di Accous, uno dei villaggi della vallata, che precisa che l’associazione non beneficia di alcuna sovvenzione.
Rilocalizzare l’economia
Durante la serata lei parla dell’esempio del Comitato locale di risparmio per i giovani (Clej) che sostiene dei progetti di giovani baschi grazie al risparmio solidale. L’assemblea comincia e viene fissato un appuntamento per la settimana seguente per creare l’associazione. I membri si danno un anno per raccogliere i prestiti dei volontari. Emma, cassiera in un supermercato dei dintorni, e tesoriera dell’associazione, non è stata difficile da convincere: “A livello di impiego non c’è granché in questa zona. Allora mi sono entusiasmata all’idea di aiutare a creare dell’attività nella valle”.
Più di un centinaio di abitanti (cioè il 4 per centi degli abitanti della valle) prestano ciascuno 180 euro all’associazione (15 euro al mese). “Le persone avevano voglia di fare qualcosa per dinamizzare l’economia locale. Da parte mia io volevo agire alla mia maniera, con le mie competenze limitate per fare avanzare le cose, per permettere alle persone di sviluppare un’attività, di vivere e abitare nella vallata” dice Francis, insegnante in pensione.
Nonostante si tratti di un percorso prima di tutto economico alcuni membri dell’associazione propongono alcune considerazioni ecologiche: “Si tratta di rilocalizzare l’economia, accorciando il circuito di produzione e consumo” dice l’insegnante in pensione. “Non ha senso fare un’ora di auto, sprecare del gasolio e inquinare per delle attività la cui presenza si giustifica nella valle” aggiunge Monica. Nel 2011 vengono raccolti 20.000 euro che vengono usati per cinque progetti: una fabbrica di ceramica, una di lavorazione del ferro, due strutture di supporto allo sviluppo commerciale e un centro estetico. Un pittore con la Rsa (revenu de solidarité active, una forma di aiuto sociale da parte dello stato su base fiscale, NdT) ha fatto appello all’associazione d’urgenza per poter acquistare delle cornici e mettere in vendita le proprie opere in una esposizione. Qui non si critica, si aiuta.
Sostegno finanziario e morale
Fra quelli che hanno proposto progetti alcuni non avrebbero potuto far partire la loro attività senza l’associazione. “Le banche prestano solo ai ricchi, non a quelli che non hanno un cavolo, si sa – sorride Francis – Il denaro prestato serve da supporto personale a quelli che non ne hanno”. Un argomento non da poco per convincere le istituzioni finanziarie della fattibilità del progetto. “Avere l’approvazione delle persone della valle dà credibilità presso le banche” conferma Aurélie che, grazie al sostegno dell’associazione è riuscita a convincere la banca a farle un prestito. Poco più di un anno dopo il lancio la frequentazione del suo centro estetico è superiore alle previsioni.
Tuttavia l’associazione non risponde in maniera positiva a tutte le richieste. “Anche se non si tratta di grosse somme stiamo attenti ai progetti da sostenere per rispetto alle persone che ripongono fiducia e speranze nell’associazione” spiega Francis. Di conseguenza ogni domanda di prestito è studiata da un eterodosso consiglio d’amministrazione e da un comitato tecnico composto da capi d’azienda o lavoratori di banca, per la maggior parte in pensione. Questi valutano la solidità del progetto e accompagnano i neo-imprenditori nelle varie tappe dei progetto, dallo studio di mercato alla definizione delle necessità di gestione del denaro. Più del denaro Aspe solidaire offre un supporto tecnico e morale.
I membri dell’associazione insistono sull’aspetto solidale del loro percorso. I soci non possono sperare in alcun ritorno economico sull’investimento perché quando le somme vengono restituite, dopo tre o quattro anni l’inflazione è aumentata. “Noi non seguiamo una logica capitalista” riassume Anne. Inoltre coloro che prestano il denaro non hanno nessuna garanzia di riaverlo: “Se qualcuno non rimborsa il suo prestito non c’è nessuna conseguenza contro di lui. Ci si accontenta di ridividere la perdita fra tutti, è il lato militante! Così si stabiliscono dei legami forti di responsabilità e fiducia fra tutti i membri”, spiega Francis.
E il prestito sonante non è l’unica leva: “Ciascuno contribuisce al proprio livello, prestando, o andando a comprare presso una delle persone aiutate dall’associazione. Questo crea una rete di solidarietà”, un punto di vista condiviso da Myriam, membro del consiglio d’amministrazione che aggiunge: “Attraverso l’economia sviluppiamo i legami sociali”.
Il successo dei primi fondi nel 2011 è stata tale che i membri di Aspe solidaire hanno deciso di organizzare una seconda raccolta di risparmi nel 2013 per rispondere a nuove richieste di progetti. Mentre ancora i primi prestiti non erano stati rimborsati 73 persone si erano già impegnate e le iscrizioni sono aperte fino alla fine dell’anno. Il carattere concreto dell’azione e la sua capacità di mobilizzare al di là delle differenti opinioni fa riconoscere a Monica, eletta in un villaggio della valle, che si sente “a volte più utile qui che al consiglio municipale”. Un’esperienza da replicare e moltiplicare.
Fonte: bastamag.net. Traduzione di Elisabetta Cangelosi per Comune.
Nessun commento:
Posta un commento