sabato 27 ottobre 2012

La sfida di Malala ragazza coraggio

La sfida di Malala ragazza coraggio La sfida di Malala ragazza coraggi


Lotta tra la vita e la morte Malala Yousufzai, la ragazza che ha osato sfidare i talebani. L'adolescente pachistana di 14 anni, che tempo fa aveva coraggiosamente denunciato i soprusi della cultura talebana nella Valle dello Swat e che per questo aveva ricevuto ad Islamabad il Premio nazionale della pace, è stata presa di mira a colpi d'arma da fuoco a Mingora da un commando armato che l'ha ferita gravemente.
L'azione è stata rivendicata con una telefonata all'ANSA da una località sconosciuta dal portavoce del Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP), Ehsanullah Ehsan, il quale ha spiegato che la ragazzina è stata "colpita perché insisteva a sviluppare una propaganda anti-talebana ed un pensiero 'secolare' fra i giovani della zone pashtun".
Da tempo il gruppo fondamentalista l'aveva iscritta in una lista di nemici da colpire e oggi ha ribadito: "Malala deve morire".
La polizia ha precisato che la giovane, già ripetutamente minacciata di morte in passato, è stata localizzata in un veicolo mentre tornava a casa. I killer hanno voluto accertarsi della sua identità prima di spararle a sangue freddo e da distanza ravvicinata. Insieme a lei sono state ferite in modo meno grave altre due ragazze.
Fonti sanitarie hanno indicato che un proiettile è entrato nella testa di Malala ed ha raggiunto il collo, dove ha intaccato il midollo spinale, mentre un secondo l'ha ferita ad un braccio. Una evidente tumefazione al capo l'ha resa in un primo tempo inoperabile.
Poco più di un anno fa l'intraprendente ragazzina pachistana aveva raggiunto una certa notorietà nazionale ed internazionale per le sue decise critiche alla cultura talebana e alle limitazioni che essa impone soprattutto alle donne. Le sue critiche all'effimero governo del Tehrek-e-Taliban Pakistan (TTP) nella Valle pachistana dello Swat nel 2009 erano state affidate ad un blog pubblicato con uno pseudonimo dalla Bbc. Una ong che si batte per la protezione dell'infanzia, la Kids Rights Foundation, l'aveva a sua volta candidata lo scorso anno senza successo per l'assegnazione del Premio internazionale per la pace per i bambini.
Che la coraggiosa ragazza fosse diventata la bestia nera degli insorti vicini ad Al Qaida è confermato dal particolare cinismo della rivendicazione che la descrive come "una persona anti-talebana che continua a parlare contro i talebani". "Lei - ha sottolineato Ehsan - ha proclamato che Obama è il suo ideale e per questo prima o poi dovrà andare incontro al suo destino, la morte". Quello che abbiamo fatto, ha concluso, deve essere visto come "un forte messaggio nel senso che i talebani non dimenticano mai né perdonano chi parla contro di loro".
Ancora una giovane nel mirino dei sanguinari talebani. A pochi giorni dal terribile attentato degli insorti all'attivista Malala Yousufzai, che sta cercando di tornare alla vita in un ospedale britannico, un'altra adolescente della Valle pachistana dello Swat ha rivelato di avere ricevuto minacce dai ribelli. Il suo nome, raccontano diversi media tra i quali Al Jazira e Dawn Tv, è Hina Khan, 16 anni, costretta a lasciare la sua casa nella Makaland Division e a trasferirsi a Islamabad per salvarsi la vita e continuare a studiare. Intanto il ministro dell'Interno pakistano, Rehman Malik, ha chiesto l'estradizione dal Mullah Fazlullah per avere organizzato l'attacco in cui Malala è rimasta gravemente ferita alla testa. Secondo il ministro, uomini del religioso islamico, conosciuto anche come 'Mullah Radio' per la sua propensione ad arringare la gente attraverso un'emittente fm, hanno sparato alla ragazza e poi sono fuggiti in Afghanistan. La giovane Hina ha riferito che sul cancello della casa dove abita con i suoi genitori è stata disegnata "per due volte una croce con vernice rossa. Un messaggio che vale più di molte parole per l'incolumità della nostra famiglia", ha raccontato la ragazza preoccupata. Il padre, Raitullah Khan, si é detto allarmato quando, il giorno del rinvenimento della seconda croce, ha ricevuto una telefonata nella quale uno sconosciuto gli ha riferito che "Hina riceverà lo stesso trattamento di Malala". Anche "mia moglie Farhat - ha proseguito l'uomo - che pure lavora in ambito sociale, sta ricevendo da agosto minacce telefoniche". Nel 2008 in una conferenza stampa nel National Press Club, anche Hina, come Malala, denunciò pubblicamente "le atrocità dei militanti nella Valle dello Swat" e l'impossibilità per le ragazze di poter frequentare le scuole nelle zone sotto il controllo dei talebani pachistani. Una denuncia che però non ha fatto scattare alcuna misura di sicurezza dalle autorità nei confronti della famiglia Khan da quando si è trasferita ad Islamabad. La ragazza ha poi ricordato di aver "lasciato lo Swat con la famiglia perché gli insorti mettevano in discussione l'istruzione per le bambine". Hina ha poi aggiunto di avere alzato la sua voce pubblicamente "per salvare il nostro futuro". E per il suo futuro la 16enne si immagina una strada tutta in salita: "Penso che non potrò andare a scuola neppure qui ad Islamabad perché loro hanno ripreso a minacciarmi" (ANSA)

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