giovedì 25 ottobre 2012

Germano soldato semplice per Veronesi




Film ispirato alla vita di Fioretti, autista nel mondo del cinema. 40 anni di storia italiana

 

Elio Germano e Alessandra Mastronardi durante le riprese del film L'ultima ruota del carro

ROMA - Gli anni del terrorismo, dello yuppismo anni '80, di mani pulite e del berlusconismo, ''che ora si può anche raccontare con l'entusiasmo vissuto da alcuni negli anni '90, visto che sappiamo come e' andata a finire". Sono fra i periodi, spiega il regista Giovanni Veronesi, attraversati nella sua ultima commedia, L'ultima ruota del carro, in questi giorni sul set a Roma e in uscita a novembre 2013. Il protagonista Elio Germano, si cala nei panni di Ernesto, professione traslocatore, ispirato a un personaggio reale Ernesto Fioretti (anche cosceneggiatore), autista nel mondo del cinema che ha raccontato la sua "particolarissima vita" al regista. "Non sarei mai riuscito a fare un film su un pezzo di storia d'Italia, ma è stato più facile - spiega Veronesi - raccontando questo 'soldato semplice', che attraversa quasi 40 anni di storia italiana, fino al 2012, con la particolarità di rimanere onesto, fedele anche alla moglie Angela (Alessandra Mastronardi), con cui vive un amore profondo e vero...é il mio primo film senza corna" dice con un sorriso Veronesi, in una pausa delle riprese al Circolo Sportivo Ufficiali Marina Militare, ambientate negli anni '80.
Per L'ultima ruota del carro, prodotto da Fandango e Warner Bros, "non ho cambiato registro, si ride pur non restando legati per forza al comico - sottolinea -. E' il film che ho sempre sognato di fare, con personaggi che attraversano gli anni, come C'eravamo tanto amati, che per me è una commedia simbolo. Amo poi rendere molto divertenti attori che di solito vediamo più in ruoli seri. Avevo già lavorato con Elio e sapevo potesse farlo molto bene". Ricky Memphis, che interpreta il suo migliore amico Giacinto, anche lui soldato semplice, ma più furbo, e Virginia Raffaele, donna in carriera, prodromo di certe signore "che poi abbiamo visto nel partito di Berlusconi, erano sicurezze. Alessandra l'ho scelta perché mi piaceva l'idea di quest'essere minuto, dolce, con un'anima così forte". Nel cast, fra gli altri anche Sergio Rubini ( nel ruolo di un rampante anni '80 e ''fijo de 'na mignotta'' scherza l'attore), Dalila Di Lazzaro, Alessandro Haber, Francesca Antonelli, Massimo Wertmuller, Maurizio Battista. Il film, aggiunge "ha come nucleo principale il periodo tra gli anni '70 e '90, con la voglia rinascita degli anni '80, che poi si e' scoperto basata sul nulla e che ha posto le basi per un ulteriore scempio". Questo è il primo film che Veronesi gira con nuovi produttori, dopo il lungo sodalizio con Aurelio De Laurentiis. "Sono contento, perché dopo sette film con Aurelio, avevo, a 50 anni, il bisogno di conoscere altre persone e fare cose diverse. La mia vita nel cinema è stata relativamente facile, prima con Nuti, poi con Pieraccioni e da solo. Avevo voglia di mettermi alla prova. Al contrario di quello che mi aspettavo, Aurelio ha capito e mi ha solo tenuto il contratto, che prevede un altro film insieme. E' stato un signore, ha accettato da amico". Anche se, prima di L'ultima ruota del carro, Veronesi stava scrivendo un altro film, "Ti prendo e ti porto vià, dal libro di Niccolò Ammaniti, un progetto che sicuramente farò. Solo che andava per le lunghe per questioni di diritti, e ho deciso, di realizzare questo a cui pensavo da anni, anche per la voglia di lavorare con Procacci". Il protagonista, che rimane onesto, è quindi migliore della sua classe dirigente? "Ne è succube - risponde ironicamente Germano -. E' un personaggio affascinante anche per la sua fragilità 'alta', il suo farsi consigliare dalla moglie, che gli resta sempre vicino. Mi interessa raccontare la persona vera, così com'é, ma senza farne un'imitazione. Ho detto subito a Ernesto che non si sarebbe riconosciuto". Anche se, sottolinea Veronesi, "Elio dal grande attore che è ha preso cose del personaggio reale, le ha fatte sedimentare, ed è diventato senza saperlo uguale a Ernesto" (ANSA)

 

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