martedì 8 aprile 2014

Sparito l’aereo del Milan…


milan-parma
Se non ci fosse un alone di tregenda, si potrebbe scherzare sul caso de “l’areo del Milan” scomparso dai radar in Europa e in Italia. Ma come temo sia difficile ironizzare sull’aereo della Malaysia di cui al momento non si sa niente così c’è poco sarcasmo da fare sul Milan, di cui invece si sa tutto. Del campo e del fuoricampo. Ciò che rende il caso Milan assai più interessante di una semplice annata negativa che può capitare a chiunque (un anno fa c’era un Milan in rimonta Champions malgrado tutto e grazie agli “aiutini” arbitrali di Palazzo e invece un’Inter in disfacimento, per dire…), è che in realtà non è un caso calcistico, almeno non lo è in senso stretto. Il Milan, inteso come società e squadra, paga solo apparentemente colpe specifiche da terreno di gioco perché il suo campo per destinazione non è lo stadio Meazza o quelli da trasferta bensì lo stadio Italia dove ormai da anni Berlusconi gioca una partita complessiva prima vincente e poi perdente. E il Milan è stato una pedina (la torre, l’alfiere?) assai importante di tale berlusconiana scacchiera insieme prima all’impero televisivo e poi allo strapotere politico, attualmente in riserva per banali forature penali…
Cominciamo dal calcio in senso stretto. Mi rendo conto che un tecnico pur intelligente come il “ricercatore” del Suriname, Seedorf ,davvero alza troppo l’asticella dell’inopportunità quando – alla vigilia dell’ennesimo tracollo con il Parma – addossa pubblicamente tutte le colpe ad Allegri, il suo predecessore. Non s’era mai sentito, non a questi livelli perlomeno, per una questione di gusto, ragionevolezza e comunicazione: qui casca sonoramente il primo asino. Ma come, il miglior comunicatore del pleistocene berlusconiano, prima dell’era renziana, ovvero il medesimo Silvio, si va a “capare” (romanesco) a capocchia un ex campione, senza opportuna gavetta in panchina (ma neppure Mancini, quindi le eccezioni ci sono) e soprattutto senza un servofreno comunicazionale? Uno che evidentemente non si sente mentre parla? Uno che ha come presidente l’Inarrivabile e Inarrestabile (solo domiciliabile…) in fatto di comunicativa cade come un pivello in questa trappola? Magari ci cade proprio perché sono stati sbagliati i tempi e i modi, prima con Allegri e poi appunto conClarence che non solo non ha fatto meglio del Conte Max ma soprattutto ha creato un’attesa andata delusa: mentre il Milan di Allegri che sopravviveva in Champions era comunque un “regalo”, quello eliminato brutalmente di oggi è stato vissuto come un epilogo. Lo era, lo è, ma poteva essere presentato diversamente e questo attiene al cattivo uso recente del Milan da parte di vertici societari che invece in passato, con le vacche grasse, l’avevano usato benissimo.
Anche il “redde rationem” di domenica con i tifosi, nel post partita, non è affatto inedito nel nostro povero calcio come in altri Paesi (cfr. le meraviglie del Sudamerica…). A paragone diSculli, nipote di boss di n’drina che in diretta dopo un derby, due anni fa, negozia con gli ultras togliendosi la maglia con i compagni, il vertice milanista di Galliani & Co. che va dai capi tifosi esagitati come andasse-che so- a Strasburgo, sembra assai meno grave: sembra, perché in realtà è comunque il Milan e negli ultimi vent’anni è stato un Milan straordinario veicolo di comunicazione politica e sociale. Che si riduca così dunque non è solo una voce in classifica, i campioni ceduti con poco ricambio, le stagioni prima paradisiache e poi infernali di Balotelli ecc. ecc. E’ un edificio nobile slabbrato, che prima perde i merli e poi vede franare il suo corpo principale, dentro il calcio e al di fuori di esso.
Se vogliamo perfino alla moviola: sono bastati in campo i colpi duri assestati dalla prima Juventus di Conte, nel finale di due anni fa, poi gli “aiutini” dell’anno scorso e l’acquisto diBalotelli in gennaio in flagranza concomitante con la campagna elettorale carnevalesca post-Monti,infine il baratro di quest’anno compensato parzialmente da tracce persistenti nelle urine di Dna da Champions mentre la Juve ne aveva smarrito anche le percentuali minime… E poi sempre pezze a colori, il Milan usato per soddisfare esigenze famigliari (cfr. Barbara detta l’erede), le liti interne ecc. Anche nel calcio c’è una logica, e non solo quella della “palla rotonda”, a maggior ragione se nel caso del Milan l’insieme era stato forse pensato certo realizzato come un castello di Shanghai: se sei maldestro con il bastoncino sbagliato viene via tutto, dentro e fuori campo.
P.S. Pochissimo spazio è stato dato all’esonero di Spalletti dallo Zenith di San Pietroburgo, dopo una serie infelice di prestazioni ma un buon lavoro d’insieme e una caratura inoppugnabile sul piano tecnico e su quello personale. Delle due l’una: o hanno pesato le dichiarazioni di Spalletti sull’Ucraina “politicamente poco corrette”, oppure no. Vorremmo saperlo e se fosse buona la prima ipotesi, varrebbe la pena di discuterne. Si tratta sempre di ponti tra il calcio e la società (in senso lato) che lo contiene: come nel caso di Berlusconi e del suo attuale “ponte sullo stretto” del Milan tutto da ricostruire.
Oliviero Beha

http://www.olivierobeha.it/primopiano/2014/03/sparito-l-aereo-del-milan

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