venerdì 18 aprile 2014

Pestato in strada: aggressore fuggito in Tunisia

Prefetto Pisa: nessun knockout game


(foto: ANSA)

Un gruppo di balordi che andava in giro a provocare e a cercare lo scontro con chiunque. Così vengono descritti gli autori dell'aggressione avvenuta nella notte tra domenica e lunedì scorso a Pisa, costata la vita al cameriere bengalese Zakir Hossain. Secondo gli inquirenti, non c'è un movente razzista. L'aggressione è avvenuta per futili motivi.
Il branco, composto da italiani, era guidato dal tunisino di 27 anni Hamrouni Haza, ora accusato di omicidio preterintezionale, che ne era il leader. Haza si è avvicinato a Hossain e lo ha apostrofato con un insulto in arabo.
Questa indicazione all'inizio ha 'complicato' il lavoro degli inquirenti, perché secondo i testimoni il gruppo era composto da italiani. Haza parla sia l'arabo sia l'italiano: è in Italia da oltre dieci anni. Anche Facebook è stato utile agli investigatori nelle indagini. I quattro giovani ritenuti responsabili dell'aggressione aggiornavano spesso i loro profili: le loro foto caricate sul social network sono state usate dalla polizia per l'identificazione.
Gli investigatori parlano di un ''branco di balordi di periferia'' facilmente influenzabile dalla forte personalità di Hamrouni Hamza. Il gruppo era composto anche da Simone Tabbita, 22 anni, denunciato per favoreggiamento, e da un ventenne che non è stato denunciato perché ritenuto estraneo all'aggressione, sia quando Hamrouni sferra il pugno sia quando gli altri due componenti del branco intervengono per 'liberarlo' dai testimoni che lo avevano afferrato per trattenerlo. Il ragazzo ritenuto estraneo all'aggressione e' stato rintracciato a Roma, ma per la polizia non sarebbe stata una fuga, bensì un viaggio per questioni sentimentali. Del 'branco' faceva parte anche un sedicenne, pure lui accusato di favoreggiamento, che avrebbe un legame di parentela con Hamrouni.
Gli inquirenti stanno ricostruendo gli ultimi movimenti di Hamrouni: avrebbe preso un volo da Malpensa intorno alle 18 di martedì, quando a Pisa si era già sparsa la notizia delle morte del bengalese. Per questo gli inquirenti non escludono che al momento della partenza dall'Italia Hamrouni sapesse già che il suo pugno aveva ucciso Hossain. Durante le perquisizioni domiciliari compiute tra ieri sera e la notte scorsa, gli agenti hanno riscontrato negli altri componenti del gruppo e nei loro familiari un atteggiamento collaborativo. Già durante la fuga in auto dopo l'aggressione mortale, erano scoppiate discussioni sulla gravità dei comportamenti di Hamrouni, che però non sarebbero stati sufficienti a evitare altri due tentativi di aggressione compiuti successivamente, in un'altra zona del centro storico pisano.
(ANSA)

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