martedì 3 dicembre 2013

Mary, in attesa del 110 vende sue foto hard
Ma è un fake ideato «Striscia»


L'ANNUNCIO SU INTERNET


Il messaggio affisso anche sulle bacheche dell'università di Napoli. Però dopo alcuni giorni Luca Abete svela il trucco


NAPOLI - Mary, studentessa dell'università di Napoli, in attesa del 110 vende proprie foto hard. In realtà è un falso, ideato dall'inviato campano diStriscia la notizia Luca Abete pare per promuovere un'iniziativa fotografica. In tanti però ci sono cascati: all'università tra annunci di affitti e ripetizioni affissi alle bacheche è comparso il messaggio di Mary. «In attesa del 110, giovane laureanda invia le proprie foto».



Napoli, studentessa vende foto hard su Facebook
«C'è la crisi, voglio uno scooter nuovo»



Quando i soldi non ci sono, trovare lavoro è difficile e non si vuole rinunciare a vizi e piccoli lussi, la soluzione e nella mercificazione del prorpio corpo. Sembra essere questo il pensiero comune di molte adolescenti e giovani donne. Dopo le baby squillo viene fuori da Facebook un altro caso di una ragazza disposta a vendere il proprio corpo, ma solo in foto, per trarne guadagno.

Accade all'università di Napoli, dove ieri tra annunci di affitti e ripetizioni affissi nelle bacheche, sono comparse numerose locandine dal contenuto poco equivocabile. Un decoltè in bella evidenza e un messaggio chiaro: «In attesa del 110, giovane laureanda invia le proprie foto». La segnalazione è arrivata alla Redazione di Skuola.net da un genitore di una studentessa, che si interroga: «Le sembra possibile che ci siano annunci del genere in quella che dovrebbe essere la casa della cultura? Per i ragazzi tutto questo sembra essere una cosa normale, saro' mica io l'unico a stupirsi». Si tratta di una provocazione? Skuola.net ha approfondito la questione intervistando la diretta interessata, che ha anche creato una fan page su Facebook per l'occasione. Contattando Mary in attesa di 110 e' possibile infatti parlare direttamente con la studentessa e concordare le condizioni di pagamento della "merce" (https://www.facebook.com/Maryinattesadi110). Non si tratta di uno scherzo, Mary mette a disposizione immagini del suo corpo dietro pagamento di compenso. A precisa domanda infatti confessa che «Non era uno scherzo. Mi piace fare foto e voglio divertirmi cosi'. Anche se scritto in maniera sintetica credo che sia molto chiaro il messaggio».

FUTILI MOTIVI Quello che colpisce maggiormente di questa storia è la motivazione. Infatti a indurre a una raccolta fondi così originale non e' una situazione di povertà, quanto la mancanza di un mezzo di trasporto personale: «Il mio scooter è rotto... me ne serve uno nuovo". Insomma la ricerca di un bene non classificabile sicuramente come di prima necessita'. Ma anche una certa sfiducia rispetto alle possibilità per un giovane di trovare un lavoro normale: «In attesa della laurea e di un futuro lavorativo, che vedo davvero difficile, mi diverto così... e magari riuscirò anche ad avere un nuovo scooter». Sicuramente a Mary non manca la creatività. Questa sì speriamo che venga apprezzata da un mondo del lavoro sempre più chiuso nei confronti delle nuove generazioni.

Ad apprezzare l'idea sono stati soprattutto i coetanei: «Sto ricevendo troppi messaggi, alcune foto le ho già mandate». Ragazzi che guardano bene dal farsi identificare: la pagina Facebook conta infatti solo pochi Mi piace: chi acquista le foto vuole rimanere anonimo, quindi il contatto avviene tramite messaggistica privata.



(*)Studentessa vende le sue foto hard causa crisi

Accade all’Università di Napoli, dove ieri hanno fatto capolino numerose le locandine di Mary, una studentessa che in attesa di laurearsi vende le sue foto hard in cambio di denaro. La motivazione? C’è crisi e il suo motorino si è appena rotto…

studentessa vende le sue foto hard a causa della crisi

Della serie non solo baby squillo. Anche le ragazze più grandi sono disposte a vendere il proprio corpo per denaro. In questo caso però solo in fotografia e alla luce del sole. Accade all’Università di Napoli, dove ieri tra annunci di affitti e ripetizioni affissi nelle bacheche, sono comparse numerose locandine dal contenuto poco equivocabile. Un decolté in bella evidenza e un messaggio chiaro: “In attesa del 110, giovane laureanda invia le proprie foto”. La segnalazione è arrivata alla redazione di Skuola.net da un genitore di una studentessa, che si interroga: “Le sembra possibile che ci siano annunci del genere in quella che dovrebbe essere la casa della cultura? Per i ragazzi tutto questo sembra essere una cosa normale, sarò mica io l'unico a stupirsi”.

volantino con annuncio della studentessa

NESSUNO SCHERZO: LA MERCE SI PAGA - Si tratta di una provocazione? Skuola.net ha approfondito la questione intervistando la diretta interessata, che ha anche creato una fan page su Facebook per l’occasione. Contattando Mary in attesa di 110 è possibile infatti parlare direttamente con la studentessa e concordare le condizioni di pagamento della “merce”. Non si tratta di uno scherzo, Mary mette a disposizione immagini del suo corpo dietro pagamento di compenso. A precisa domanda infatti confessa che “Non era uno scherzo. Mi piace fare foto e voglio divertirmi così. Anche se scritto in maniera sintetica credo che sia molto chiaro il messaggio”.

VENDO FOTO PER UNO SCOOTER - Quello che colpisce maggiormente di questa storia è lamotivazione. Infatti, a indurre a una raccolta fondi così originale non è una situazione di povertà, quanto la mancanza di un mezzo di trasporto personale: “Il mio scooter è rotto... me ne serve uno nuovo”. Insomma, la ricerca di un bene non classificabile sicuramente come di prima necessità. Ma anche una certa sfiducia rispetto alle possibilità per un giovane di trovare un lavoro normale: “In attesa della laurea e di un futuro lavorativo, che vedo davvero difficile, mi diverto così... e magari riuscirò anche ad avere un nuovo scooter”. Sicuramente a Mary non manca la creatività. Questa sì speriamo che venga apprezzata da un mondo del lavoro sempre più chiuso nei confronti delle nuove generazioni.

BOOM DI RICHIESTE - Ad apprezzare l’idea sono stati soprattutto i coetanei: “Sto ricevendo troppi messaggi, alcune foto le ho già mandate”. Ragazzi che guardano bene dal farsi identificare: la pagina Facebook conta infatti solo pochi “Mi piace”: chi acquista le foto vuole rimanere anonimo, quindi il contatto avviene tramite messaggistica privata.

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