ROMA - E' dura dover scegliere ma non se ne può fare a meno e per fortuna, ha scoperto un ricercatore italiano all'estero, nella corteccia orbitofrontale ci sono dei neuroni deputati proprio ad aiutarci nelle scelte. Infatti scienziati della Harvard Medical School di Boston hanno identificato cellule nervose che ci danno una sorta di 'consigli per gli acquisti'. Il loro compito è in pratica assegnare il giusto valore alle cose aiutandoci nella scelta tra beni diversi, attività spesso ardua poiché richiede la valutazione contemporanea di molti parametri come qualità, estetica e naturalmente costo e preferenze soggettive. Questi neuroni, ha spiegato sulla rivista Nature Camillo Padoa-Schioppa che, dopo una laurea in Fisica conseguita a Roma, si e specializzato in neuroscienze al Massachusset Institute of Technology per poi approdare alla Harvard, si trovano nella corteccia orbitofrontale e giudicano il valore individuale che assegniamo a certi prodotti quando compiamo una scelta. La scoperta, grazie a esperimenti sulle scimmie, potrebbe contribuire a far luce su problemi del comportamento come disturbi alimentari, tossicodipendenza, disturbi ossessivo-compulsivi, condizioni spesso associate proprio a lesioni a carico di quest'area corticale. Continuamente siamo posti di fronte a scelte più o meno impegnative, per esempio scegliere come investire il proprio tempo o i propri risparmi sono attività che stanno riscuotendo negli ultimi anni un fortissimo interesse tra psicologi ed esperti di economia, tanto che è fiorita anche una nuova scienza, la neuroeconomia. Tuttavia finora i meccanismi cerebrali alla base di queste scelte economiche rimanevano per lo più un mistero. Per far luce su di essi i ricercatori Usa hanno lavorato su un gruppo di scimmie offrendo loro o succo d'uva o succo di mela. Negli esperimenti le scimmie scelgono tra due succhi, che gli piacciono entrambi, ma di cui uno è preferito rispetto all'altro. Inoltre per complicare le cose i succhi vengono offerti agli animali in quantità diverse, cosicché le scimmie non si limitano a scegliere in base alla preferenza di gusto ma anche in base alla convenienza quantitativa. Questo vuol dire che se i due succhi sono offerti nella stessa quantità, le scimmie scelgono il preferito. D'altra parte, se il succo meno preferito è offerto in quantità molto maggiore, le scimmie scelgono quello. Gli esperti hanno osservato il cervello delle scimmie durante le diverse scelte ed hanno evidenziato che diversi gruppi di neuroni si accendono sempre in associazione ad un certo tipo di scelta, come se ciascun gruppo fosse in qualche modo allenato a valutare la posta in gioco da diversi punti di vista (la quantità, il gusto). In base alle osservazioni, ha riferito Padoa-Schioppa, possiamo ipotizzare che la scelta della scimmia sia determinata dall'attività di questi neuroni. Nel suo insieme la popolazione di neuroni identificata nella corteccia orbitofrontale, ha spiegato Padoa-Schioppa, permette di assegnare certi valori su una scala di valutazione comune e quindi di confrontare tra loro anche beni che naturalmente potrebbero non avere una base comune di paragone. "Questa è ricerca di base che non ha dirette applicazioni mediche almeno sul breve periodo ha dichiarato lo scienziato italiano. D'altra parte, una maggiore comprensione dei meccanismi di scelta e del funzionamento in particolare di quest'area ha implicazioni per una serie di questioni, in particolare per una malattia degenerativa detta Demenza Frontotemporale che è in pratica una forma di morbo di Alzheimer che colpisce l'area orbitofrontale". "Inoltre ha proseguito Padoa-Schioppa - quest'area fa parte di un circuito implicato nell'uso di droghe" e lesioni a questo livello sono associate a disturbi comportamentali di vario genere. E" quindi possibile che deficit di funzionamento di queste aree siano variamente legate a difficoltà nel compiere le scelte giuste, ha concluso Padoa-Schioppa, ma questa ipotesi è tutta ancora da testare. |
(ANSA)
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