TOKYO - La Corea del Nord ha compiuto stamani una serie di esperimenti missilistici che hanno aperto la più grave crisi degli ultimi anni nell'Estremo Oriente. Pur essendo stata ripetutamente ammonita anche da antichi alleati come la Cina, Pyongyang ha proceduto al lancio di almeno sei ordigni, fra cui anche un missile intercontinentale. E' il primo vettore del genere messo a punto dalla Corea del Nord, ma fonti americane hanno indicato che l'esperimento è sostanzialmente fallito: il missile, cui era attribuita una possibile gittata di oltre 6.000 chilometri, non risulta essere andato più lontano degli altri missili, caduti nel mar del Giappone a qualche centinaio di chilometri a nordovest dell'isola nipponica di Hokkaido. Dell'ordigno balistico, il terzo a essere lanciato, si era avuta notizia per la prima volta un mese fa da fonti della ricognizione satellitare statunitense nel Sol Levante. I preparativi avevano suscitato in tutto il Giappone una notevole apprensione che ora si è trasformata in allarme: già nel 1998 l'arcipelago era stato sorvolato da un ordigno nordcoreano che era poi precipitato nel Pacifico dando a Tokyo un senso di vulnerabilità senza pari dalla fine della seconda guerra mondiale. In seguito Pyongyang si era dimostrata disposta a una moratoria su cui lo stesso presidente Kim Jongil aveva dato rassicurazioni al premier giapponese Junichiro Koizumi nel 2002. Ultimamente però, in concomitanza con il prolungarsi dello stallo nei negoziati internazionali sul nucleare nordcoreano, fonti del regime stalinista avevano indicato che Pyongyang non si sentiva più vincolata da alcun impegno. Tali indicazioni avevano accresciuto la preoccupazione di Tokyo, che oggi ha preannunciato un immediato ricorso al Consiglio di sicurezza dell'Onu. E' stato lo stesso Capo della segreteria del governo Shinzo Abe a preannunciare "rigorose sanzioni" contro la Corea del Nord, che è già in condizioni economiche estremamente precarie e che, come preannunciato a Seoul, dopo l'esperimento dovrà fare a meno anche degli aiuti umanitari dalla Corea del Sud. Da parte sua il ministro degli esteri nipponico Taro Aso si é fatto interpete della sorpresa e della condanna di Tokyo per il passo di Pyongyang, che ha aperto in Estremo Oriente scenari di gravità senza precedenti dalla fine della guerra di Corea nel 1953. Aso ha detto che il governo giapponese è in stretto contatto con quello americano, con i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu e con gli altri paesi che partecipano al negoziato internazionale a sei sul nucleare nordcoreano, in stallo da novembre. |
(ANSA)
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