mercoledì 12 settembre 2012

Roghi, film e vignette: fatale profanare Islam


Da pellicola Theo Van Gogh a maglietta anti-Maometto Calderoli

Infiammarono letteralmente il mondo arabo le 12 vignette satiriche sulla figura di Maometto pubblicate nel maggio 2005 dal quotidiano danese Jyllands-Posten

Kurt Westergaard, uno degli autori di vignette satiriche su Maometto

Protesta dopo roghi di copie del Corano nel 2005 nella base di Guantanamo

L'artista svedese Lars Vilks

Una protesta in Pakistan contro vignette svedesi, giudicate blasfeme

Una protesta in Egitto contro le profanazioni del Corano

Peshawar, protesta dopo il rogo di copie del Corano nella base di Guantanamo

Theo van Gogh (s)

Amsterdam ricorda Theo van Gogh

ROMA - Roghi, film e vignette: guai a fare dell'ironia sul profeta. I numerosi episodi degli ultimi anni servono a testimoniarlo: dai 'Versetti satanici' di Salman Rushdie alla pellicola 'L'innocenza dei musulmani' che da ieri ha scatenato l'ira dei musulmani, offendere l'Islam si è rivelato spesso fatale scatenando fatwa, proteste di piazza, attentati e perfino l'assassinio del 'profanatore'. Così, infatti, fu bollato dal mondo islamico il regista olandese Theo Van Gogh, autore nel 2004 del cortometraggio 'Submission' in cui si denunciava il maltrattamento delle donne nel mondo musulmano. Van Gogh, pochi mesi dopo, fu ucciso da un estremista marocchino nel centro di Amsterdam.
E simile sorte avrebbe potuto toccare allo scrittore indiano Salman Rushdie, autore, nel 1988, de 'I versetti satanici', romanzo fantastico che alludeva tuttavia ad episodi della vita di Maometto. L'allora ayatollah Khomeini lanciò una fatwa contro l'autore, decretandone la condanna a morte. Rushdie si salvò fuggendo in Gran Bretagna.
Ettore Capriolo, traduttore italiano del romanzo, fu invece aggredito e ferito nel suo appartamento e andò ancora peggio al traduttore giapponese, ucciso da emissari iraniani in un agguato.
Infiammarono letteralmente il mondo arabo le 12 vignette satiriche sulla figura di Maometto pubblicate nel maggio 2005 dal quotidiano danese Jyllands-Posten.
Diversi governi arabi boicottarono i prodotti danesi mentre uno degli autori, Kurt Westergaard, sfuggì per un soffio ad una serie di attentati, costretto a cambiare continuamente rifugio. Molti quotidiani europei, tuttavia, riprodussero le vignette in ossequio alla libertà di espressione e il 15 febbraio del 2006, l'allora ministro per le Riforme Roberto Calderoli sfoggiò in tv una maglietta con una delle vignette incriminate scatenando, 2 giorni dopo, un feroce assalto al consolato italiano a Bengasi. Alla fine il ministro fu costretto a dimettersi.
Di matrice diversa ma con simili conseguenze i numerosi episodi di roghi di copie del Corano. Da quello del 2005, avvenuto nella base di Guantanamo e miccia di una raffica di proteste dai Territori palestinesi al Pakistan, a quello della base Usa di Bagram, in Afghanistan, seguito da una serie di attentati mortali ai danni di militari statunitensi. Mentre nel 2010 toccò al pastore evangelico Terry Jones minacciare il rogo di 200 copie del Corano. L'Islam insorse, lo stesso Obama cercò di dissuadere il reverendo. Che, nell'aprile del 2011, trasformò la farsa in tragedia dando alle fiamme il libro sacro assieme al suo aiutante Wayne Sapp e scatenando un vero e proprio massacro nella base Onu di Mazar-i-Sharif, in Afghanistan. (ANSA)









 

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