Da quando meloni è al governo, siamo il Paese europeo in cui i salari sono calati di più (non bastava già che fossero bloccati dagli anni '90), mentre il carovita "galoppa" e le persone che non riescono a curarsi sono aumentate del 7%.
Al 7% poi, ma sotto un'altra prospettiva di calcolo, c'è la categoria degli ultraricchi italiani che in proporzione paga meno tasse di un operaio o di un impiegato.
Se vivessimo in un paese normale tutto ciò non esisterebbe, ma nell'Italia di meloni è proprio così.
Nell'Italia di meloni si realizzano quotidianamente delle colossali ingiustizie nei confronti del popolo e mancano le risorse per i servizi fondamentali.
Nell'Italia di meloni si possono buttare 800 milioni per un canile in Albania, anziché dirottare queste risorse nel Lavoro (ad esempio con l'assunzione di 7 mila infermieri e 6 mila insegnanti per 5 anni)
Nell'Italia di meloni è lecito sperperare 15 miliardi di euro per progettare un ponte che colleghi il niente al nulla, anziché potenziare le infrastrutture fatiscenti e rinnovare le linee stradali e ferroviarie dove mancano.
Nell'Italia di meloni si "combatte la mafia" (così ha detto la premier ad Atreju), però si abolisce il reato di abuso d'ufficio, si introduce la legge bavaglio (legge costa) per i giornalisti "pignoli", si candidano personaggi che hanno avuto e hanno problemi giudiziari un tantinello gravi, si continua sulla linea dell'immacolato silvio.
Nell'Italietta di meloni, si precetta chi sciopera, si danno mance di neanche 2 euro ai pensionati, si demoliscono Scuola e Sanità Pubblica senza investire un euro in queste, però si aumentano di 7mila euro al mese gli stipendi ai ministri (e ai viceministri e sottosegretari), di 500 ai manager pubblici, non si tassano le banche, le assicurazioni, le imprese d'armi e i fondi speculativi stranieri nei loro extraprofitti.
Nell'Italietta di meloni non si combatte 100 miliardi di euro di evasione fiscale l'anno, ma si condona chi non paga.
Nell'Italietta di meloni non si è antifascisti, ma persone nostalgiche che preferiscono una lenta e costante rivisitazione dei fatti Storici e si calpestano quei pochi diritti, tra cui la libertà dell'individuo, ottenuti proprio grazie ai nostri bisnonni e nonni antifascisti.
Nell'Italietta di meloni si spara a capodanno ad altezza d'uomo, mentre a gambizzare cultura ed economia ci pensano i collusi con il sistema della disinformazione e i lacchè di regime.
Nell'italia di meloni i nostalgici elettori, preferiscono affossare i propri connazionali anziché andare contro i burocrati del governo che li usano semplicemente come scudo umano e se li comprano con due caramelle.
Salvatore Granata
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