«Amichevole Caratese-Verona. Io ero nella Caratese.
Lì c’era Landri, d.s. vicino alla Juve che collaborava con Furino al settore giovanile. Si capisce che gli feci una buona impressione perché mi portò alla Juve a fare delle amichevoli di fine stagione con Pro Vercelli, Vicenza e Ancona.
Volevo diventare professionista, qualche squadra di C mi voleva: avevo già centrato l’obiettivo.
Non avrei mai pensato che mi richiamasse la Juve.
Invece all’inizio della nuova stagione Trapattoni disse: “Se non mi prendete Vierchowod provo questo ragazzo”.
Andai in ritiro e poi in tournée in Giappone. Al ritorno firmai il contratto in bianco, sul cofano di un’auto a Villar Perosa. Figuratevi se pensavo ai soldi.
Che ansia quando andai in sede da Boniperti con i miei due procuratori.
Lui uscì dall’ufficio e disse: “Buongiorno Moreno, vieni con me. Voi potete aspettare fuori, grazie”. Non gli piacevano i procuratori.
Dentro, c’erano le sue scarpe, i trofei, i palloni in cuoio: che emozione.
Mi diede uno stipendio di 80 milioni di lire. Per me che come falegname ne guadagnavo un milione e 200 al mese era un’enormità.
Ricordo l'enorme mix di sensazioni: incredulità, euforia, paura.
Passavo da partite dove al massimo c’erano 200 persone a stadi da 60 mila.
Dovevo entrare in questo mondo nuovo e pieno, si diceva, di calciatori viziati e un po’ stronzi.
Invece mi trovai subito bene perché scoprii compagni disponibili, bravi ragazzi.
A Trapattoni devo tutto. Ha avuto il coraggio di lanciare un dilettante.
E all’inizio la sua umanità è stata fondamentale.
Aveva l’età di mio padre, era brianzolo, mi son trovato subito a mio agio.
Mi parlava in dialetto, mi chiamava legnamè, falegname in dialetto.
Quando finiva l’allenamento mi teneva a migliorare il sinistro perché avevo una zappa al posto del piede.
Ma lo faceva anche con altri, con Conte per esempio.
Credo che la mia storia ha aiutato molto i tifosi a vedermi con affetto.
Anche le mie caratteristiche, il fatto di non mollare mai. Anche se non ero eccelso tecnicamente, davo tutto.
E poi credo che di anno in anno io abbia avuto una crescita costante che i tifosi hanno apprezzato.
Infine perché la Juve di Lippi è stata una delle più vincenti della storia».
Partire dal basso fino alla Juventus e al tetto del mondo, Moreno #Torricelli racconta il suo approdo in bianconero
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