mercoledì 18 ottobre 2023

PRIAMO

 


PRIAMO: celebre re di Troia, era figlio di Laomedonte e, secondo diverse tradizioni tutte posteriori a Omero, di Strimo o Placia o Leucippe.

Dopo la prima distruzione di Troia per opera di Eracle, egli sopravvisse alla strage del padre e dei fratelli per merito della sorella Esione che lo riscattò. Il nome originario di Podarce gli fu allora tramutato in Priamo, che significa "riscattato". Segnalatosi in una spedizione dei Frigi contro le Amazzoni, Priamo ricostruì Troia e ne divenne il re potente e temuto: aveva esteso il suo potere a tutta la regione e alle isole della costa asiatica. Egli sposò dapprima Arisbe, la figlia di Merope, la quale gli diede un figlio, chiamato Esaco. Ma Priamo l'abbandonò, lasciandola a Irteo, per sposare in seconde nozze Ecuba. Da lei ebbe la maggioranza dei suoi figli e i più celebri. Il primogenito fu Ettore, il secondo Paride. Poi vennero figlie: Creusa, Laodice, Polissena e Cassandra. Infine, nacquero ancora vari figli: Deifobo, Eleno, Pammone, Polite, Antifo, Ipponoo, Polidoro e Troilo, che passava anche per essere figlio di Apollo. Da concubine, Priamo ebbe ancora altri figli. La tradizione attribuisce a Priamo cinquanta figli e cinquanta figlie.miti più importanti che riguardano la vita di Priamo narrano dell'abbandono dell'infante Paride. Poco prima della sua nascita la madre Ecuba sognò di partorire un tizzone ardente il quale avrebbe bruciato e distrutto la città. Esaco, altro figlio di Priamo, che aveva la facoltà di interpretare i sogni rivelò che il bimbo che stava per nascere avrebbe causato la distruzione di Troia e perciò bisognava ucciderlo. Priamo affidò a uno dei suoi pastori, un certo Agelao, il triste compito di uccidere il bambino, ma il pastore troppo tenero per usare la corda o la spada, abbandonò il bimbo sul monte Ida, dove fu allattato da un'orsa. Anni dopo, Paride venne riconosciuto dalla sorella Cassandra e Priamo festeggiò il suo ritorno con un sontuoso banchetto e sacrifici agli dei. Quando Paride rapì Elena, Agamennone inviò a Troia dei messaggeri per chiedere la sua restituzione, ma Priamo rispose che non sapeva nulla di quella faccenda (Paride infatti stava ancora navigando nel sud) e chiese quale soddisfazione era stata data ai suoi araldi per il ratto della sorella Esione da parte di Telamone.Durante la guerra e l'assedio di Troia vide perire i figli ad uno ad uno, ed Ettore, il suo figlio prediletto e il più valoroso difensore del suo regno, fu uno degli ultimi. Così quando Ettore fu ucciso e portato da Achille nel campo greco, Priamo, tutto solo, si recò alla tenda di Achille per implorare la restituzione delle spoglie del figlio. Sui due uomini, lontani ormai dal saccheggio e dalla rissa, aleggiò, insieme con il ricordo dei trapassati, un uguale presagio di morte. Quando Troia cadde, Ecuba si rifugiò con le figlie presso l'altare di Zeus nel cortile del palazzo, e colà trattenne il vecchio Priamo e lo indusse a non gettarsi nel folto della mischia. Priamo le obbedì sia pure a malincuore, ma quando vide il figliol suo Polite accorrere inseguito dai Greci e cadere trafitto ai suoi piedi, scagliò la lancia contro Neottolemo, l'uccisore. In questa estrema riaffermazione del suo amore paterno e della sua dignità regale, fu strappato dai gradini dell'altare e ucciso sulla soglia del suo stesso palazzo. Poi Neottolemo ne trascinò il corpo sulla tomba di Achille presso il promontorio Sigeo, dove imputridì, decapitato e insepolto.

Secondo quello che ci narra Omero nell'Iliade, Priamo fu re giusto e mite (fino a parer debole e inetto), in contrasto con la ferocia degli uomini e degli eventi; padre tenero e affettuoso, fu benevolo anche nei confronti di Elena, comprensivo e addirittura solidale, nella sua illuminata saggezza, con la pena di Achille, che pianse la perdita di Patroclo.

Facebook 

Nessun commento:

Posta un commento