domenica 30 marzo 2014

Tribunale di Pordenone illegale. Lo dice la Corte di Cassazione

IL RITORNO DELLA GIUSTIZIA GIUSTA.

La Corte di Cassazione ha dichiarato nulla ed illegittima l' operazione di " pulizia etnica" del tribunale di Pordenone volta a distruggere l' avvocato Edoardo Longo.

Un 'altra dura lezione di diritto per le toghe del tribunale di Pordenone.

Dopo l' annullamento, da parte del tribunale della libertà di Trieste, degli arresti illegali inflitti all' avvocato Edoardo Longo, ora la stessa Corte di Cassazione mette la parola " fine " alla aggressione giudiziaria illegale nei confronti dello scomodo professionista.

In data 10 dicembre 2010, la Quinta sezione penale della Suprema Corte  ha accolto un ricorso presentato personalmente dall' avvocato Edoardo Longo che chiedeva la declaratoria di nullità del sequestro del proprio Studio Legale avvenuto nella scorsa primavera e durato un tempo inaudito, fino al 2 agosto.

Ricordiamo i termini della vicenda.

 In data 25 maggio scorso, il pubblico ministero Sorti, comandante onorario della Base militare USA di Aviano ( PN), faceva irruzione con i suoi poliziotti migliori ( ? ) nello Studio legale del professionista, sequestrandolo lo Studio  " a scatola chiusa", ed arrestando l' avvocato.

Il Pm doveva evidentemente aver fatto confusione fra i suoi ruoli di magistrato della repubblica italiana e di militare onorario delle forze armate di occupazione militare, perchè tale procedura era del tutto illegale.

E lo ha detto ora a chiare lettere anche la Corte di Cassazione, che ha annullato tutta la " brilante " operazione di ' pulizia etnica ' del dissenso politico, operata dalle " forze armate " della procura di Pordenone.

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi del ricorso del legale ribadendo con forza i principi dello stato di legalità : non è ammesso sequestrare un edificio o uno  Studio Legale e demandare la sua perquisizione in tempi successivi, mentre la perquisizione doveva essere effettuata subito, senza tenere bloccato uno Studio di ben due professionisti per oltre 70 giorni, con danni enormi ed intuibili. Non è amemesso accedere in detto studio clandestinamente, come ha fatto la procura, senza la presenza dei difensori dell' indagato, e non è legale asportare  clandestinamente e di soppiattomateriale da detto studio senza relativi verbali e senza la presenza dei Difensori e le altre garanzie di legge alla Difesa.

Inoltre, ha ribadito la Suprema  Corte, il sequestro non può essere utilizzato illegalmente, come ha fatto la procura di Pordenone, non al fine di cercare i  presunti corpi di reato per i quali il sequestro era stato concesso, ma al fine illegittimo di rovistare fra le carte del legale, per cercare spunti onde aprire nuovi procedimenti penali a suo carico, e per di più farlo in modo clandestino, senza la presenza dei Difensori.

La Suprema Corte ha ribadito la illegittimità di questo modo da operare, da Anonima  Sarda e non da magistratura di uno stato di legalità, ed ha annullato l' ordinanza del tribunale del riesame di Pordenone, che aveva ratificato tale cumulo di illegalità, perpetratosi a seguito della aberrante ordinanza del GIP Binotto che tutto ciò aveva autorizzato incoscientemente , concendendo "licenza di saccheggio" alle forze (armate) della procura di Pordenone ( o Aviano...?  ).

Ora tale ordinanza è stata  dichiarata nulla e l' avvocato Edoardo Longo, unitamente all' avvocato Cisilino contitolare dello Studio Legale devastato , si accinge a mandare il conto dei danni al " comandante " delle " forze armate" della procura.

Se tale modo di agire fosse stato avallato, è intuibile che tutte le garanzie costituzionali di legalità sarebbero state spazzate vie e si sarebbe aperta una deriva totalitaria della magistratura italiana dagli effetti inimaginabili, perchè ogni avvocato sarebbe stato a rischio di subire il medesimo devastante trattamento, con una accusa pretestuosa come cercare carte che sarebbero mancate da qualche incartamento degli uffici giudiziari.

Accusa pretestuosa azionata nei confronti dell' avvocato Longo, tanto pretestuosa che gli inquirenti hanno utilizzato i 70 giorni di sequestro per cercare altro ( = spunti per ordire nuove accuse verso lo scomodo legale ), dal momen to che gli atti che simulavano di cercare lì non c' erano, come dovettero ammettere anche nel verbale conclusivo di questa illegale operazione di polizia e che qui riproduciamo :


Desta sconcerto il comportamento del locale consigliodell' ordine forense che, in smaccata violazione dei suoi doveri statutari, ha omesso di denunciare questo stato di totale arbitrio agli organi di controllo dell' avvocatura e della magistratura, come era suo dovere per legge. Un tale comportamento così pesantemente omissivo è un avvallo ad una deriva totalitaria che finisce con il rendere l' avvocatura un docile vassallo nelle mani della magistratura più tentata da derive illegali, come anche il " caso Stolz " insegna.

Ricordiamo che tale stato di sequestro illegale si è protratto per oltre 70 giorni con danni inimmaginabili.

Il tribunale del riesame che ebbe ad avvallare tale mostruosa operazione di polizia ( politica) era presieduto dal giudice Eugenio Pergola, già  rimosso dalla Corte di Appello da altro processo, a seguito di una accolta ricusazione dell' avvocato Longo, nochè dallo stesso legale più volte deferitodisciplinarmente al Consiglio Superiore della Magistratura.

Lo stesso giudice aveva in passato anche denunciato pretestuosamente il legale, con denuncia archiviata dalla procura di Bologna. Forse il giudice Pergola non era proprio  il magistrato più adatto ed imparziale ad esprimersi su questa vicenda, ma al tribunale di Pordenone il concetto di imparzialità e di giudice " terzo " è del tutto sconosciuto.

L' azione giudiziaria pesantemente cassata dalla Suprema Corte di Cassazione porta la firma dei publbici ministeri Annita Sorti e di Luigi Delpino, quest' ultimo recentemente " promosso " a dirigere la procura di Venezia, per meriti che, confessiamo umilmente, ci sono del tutto sconosciuti, ma che sono senz' altro noti al suosponsor politico, il ( poco ) onorevole senatore Nicola Mancino ( nomen est omen ..).

La promozione gli è giunta poche settimane  prima di questa sentenza della Suprema Corte, destinata a fare giurisprudenza, che non gi ha , quindi, " guastato la festa " ... quanto accaduto è , infatti, di una gravità inaudita, del tutto incompatibile con il nostro ordinamento costituzionae di legalità. Prosit, dottor Delpino. Tanti auguri .

L' avvocato Longo, avanti alla Suprema Corte era rappresentato e difeso dall' avvocato Franco Di Gioia del foro di Roma, difensore dello scomodo legale congiuntamente all' avvocato Sandra Cisilino. I due legali compongono attualmente il collegio difensivo.

Ricordiamo che l' avvocato Longo, vittima di questa operazione vergognosa di macelleria giudiziaria alla sudamericana, è perfettamente incensurato ed è noto per il suo impegno quale difensore in processi politici ( ricordiamo il " caso Holy War", il " caso Medini "  e il processo agli skinheadsveneti ), nonchè per la sua intensa attività culturale controcorrente. E' stato anche Vice Pretoreonorario di Pordenone per lunghi anni.

Sua la casa editrice che porta il suo nome e costituita pochi mesi prima di questa vicenda,  che sta per dare alle stampe un primo dossier sulla vicenda.

Altri dettagli sulla vicenda si possono consultare su : http://www.facebook.com/pages/Cronache-da-Forcolandia/120344684694348


http://edoardolongo.blogspot.it/2010/12/tribunale-di-pordenone-illegale-lo-dice.html

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