Scie chimiche: ecco le (inutili) interrogazioni parlamentari sul tema
Di Alessandro Martorana
Alcuni giorni fa ha suscitato un certo interesse la notizia di Raffaele Bucciarelli (Pdci-Prc), consigliere regionale marchigiano, che ha presentato un'interrogazione scritta chiedendo un interessamento dell'Arpam (l'Agenzie Regionale per la Protezione Ambientale), per capire se le Marche siano sorvolate "da aerei che rilasciano delle scie di gas, fibre polimeriche o altre sostanze, che potrebbero essere dannose per la salute dei cittadini". Come avrete capito, ancora una volta si sta parlando delle cosiddette scie chimiche, una delle più grandi bufale pseudo-scientifiche circolate negli ultimi anni.
Bucciarelli era finora salito agli onori, se così si può dire, della cronaca nazionale solamente per le polemiche sui rimborsi facili che stanno attraversando l'Italia da nord a sud, senza distinzioni di carica o colore politico. Il consigliere nel 2012 si è infatti fatto rimborsare un libro intitolato "Il segreto delle donne, viaggio nel cuore del piacere", dal costo di 16,80 euro. Curiosa la giustificazione dell'acquisto data alla Corte dei Conti di Ancona: la spesa sarebbe stata "da considerarsi utile ai fini dell'aggiornamento sulle questioni di genere".
Flickr (CC BY 2.0) - fdecomite
Spiegazioni originali a parte, Bucciarelli non è certo solo nel club degli esponenti politici che hanno deciso nel corso degli anni di
sprecare tempo e denaro pubblico con interrogazioni sulle scie chimiche. Ed anche in questo caso, purtroppo, la materia è assolutamente bipartisan. Parlando solamente del Parlamento, in passato ci sono già state ben 14 interrogazioni, riassunte in questi giorni dal blog e gruppo
Facebook Bufale un tanto al chilo. Ecco l'elenco:
Si tratta, come detto, solamente di una perdita di tempo e denaro pubblico, dal momento che scienziati ed enti di tutto il mondo hanno più e più volte spiegato
l'assoluta inconsistenza della teoria delle scie chimiche. La stessa Arpa, chiamata in causa da Bucciarelli, in Friuli
nel 2008 concludeva la propria analisi sulle scie di condensazione affermando che "possono essere interamente spiegate ricorrendo ai normali meccanismi in atto naturalmente nell'atmosfera".
Questo tipo di interrogazioni, sia chiaro, non è un'anomalia unicamente italiana. Nel 2005
fu richiesto al Segretario di Stato per l'Ambiente del Regno Unito "quale ricerca il dipartimento avesse intrapreso riguardo agli effetti inquinanti delle scie chimiche degli aerei".
La risposta lasciò poco spazio alle interpretazioni: "Il dipartimento non sta effettuando ricerche sulle scie chimiche degli aerei, dal momento che non si tratta di un fenomeno scientificamente riconosciuto".
Andrew Dunn - CC BY-SA 2.0
Ma che cosa rende questo tipo di teorie così affascinanti per il pubblico, al punto da spingere esponenti politici (in alcuni caso di una certa rilevanza) a chiedere spiegazioni ai governi (nonostante tutte le evidenze scientifiche che hanno smontato la bufala nel corso degli anni? Ne abbiamo parlato con l'admin di Bufale un tanto al chilo, che preferisce essere identificato solamente tramite il nickname maicolengel.
Bufale un tanto al chilo, per quelli che non lo sapessero, è sia un blog che un gruppo Facebook, creati con l'intento di
contrastare "bufale, disinformazione, allarmismi gratuiti e frodi online". Intorno a "Bufale" si è in poco tempo creata una community molto attiva di persone che segnalano notizie più o meno inverosimili da smentire.
Cosa ne pensa dei politici che presentano interrogazioni ed interpellanze sulle scie chimiche?
Trovo che le fazioni politiche dovrebbero fare recinto attorno ai complottisti in Parlamento ed espellerli quanto prima: penso che non abbiano diritto a stipendi pagati coi proventi dell'alta tassazione italiana, e che quindi debba esser loro successivamente precluso qualsiasi impiego di tipo pubblico.
Perché secondo lei c'è questo aumento esponenziale delle bufale in rete, molte delle quali si basano su considerazioni pseduo-scientifiche, come ad esempio le scie chimiche?
In realtà le bufale circolano da sempre: che sia il pescatore che racconta della trota da 20 chili o che sia Piero Pelù cantante originale di Jeeg Robot. L'avvento delle e-mail prima e dei social network poi ha reso il diffonderle infinitamente più facile, più divertente, più social. Ma le email che avvertivano dei rischi per un finto virus, o su quel composto chimico, o quel politico, per non parlare dei Bonsai Kitten, giravano già 20 anni fa.
Wikimedia Commons - Adrian Pingstone
Che idea si è fatto delle persone che seguono il gruppo? Ci può fare un ritratto?
Lo zoccolo duro sono lettori che cercano di essere informati, e che non sempre hanno il tempo di seguire tutto e apprezzano chi fa il lavoro di verifica per loro, e in questo zoccolo ci sono blogger, giornalisti e "nerd". Poi c'è il follower di passaggio, che ti segue perché vuole ribattere alle bufale che vede, ma preferisce farlo tramite un servizio come il mio. È sciocco, ma pubblicare online e avere 10.000 fan da più credibilità a quel che si dice ma, come spesso ricordo, siate voi stessi "sbufalatori": è facile!
Come mai ha deciso di fare lo "sbufalatore"?
Sono un vecchio utente della rete, ho iniziato ad usarla appena è stato possibile in Italia, avevo 20 anni: l'ho subito amata, eravamo in pochi online ed era un altro posto. Oggi capisco che la maggioranza degli utenti è in balia delle troppe informazioni, non è in grado di discernere tra buono e cattivo, e i pulsanti di condivisione sono davvero troppo facili.
Chi fa questo "mestiere" da tempo, come l'unico ed inimitabile Paolo Attivissimo, non si è dedicato a condividere sui social le proprie "sbufalate", lasciando così un terreno di pascolo vastissimo per le bufale. Qualcuno doveva indossare il cappello da mandriano per fare ordine. Io, e con me tanti altri ottimi colleghi di altre pagine e altri social network, ci siamo presi quest'impegno e cerchiamo di farlo con passione. E umiltà, perché non è che io ne so più degli altri, sono solo più veloce a verificare le fonti, questa è una cosa da tenere sempre a mente.
Oggi capita che a spacciare la bufala sia, in buona fede, l'amico malato che ha letto di una cura, e chiede a te di condividere perché si possa fare anche in Italia. E tu non sai che fare: rispondergli che sono sciocchezze ti fa passare dalla parte del cinico e cattivo, quindi mettiamo "Mi Piace" e speriamo che si scordi di noi. Ma due giorni dopo è la volta del limone curativo, e cinque giorni dopo arrivano la marijuana e il bicarbonato.
http://it.ibtimes.com/articles/61542/20140121/scie-chimiche-aereo-condensazione-bufala-interrogazioni-parlamentari.htm#ixzz2rhfuJXlx
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