martedì 14 gennaio 2014

LA SENATRICE 5 STELLE DEMOLISCE SCANZI



Votazione sul reato di clandestinità, ecco cos'ha scritto Scanzi ed ecco la risposta della senatrice Barbara Lezzi. 

Ecco la risposta della senatrice del Movimento 5 Stelle Barbara Lezzi all'articolo del giornalista del Fatto Andrea Scanzi "Scelta di sinistra per il Movimento", in relazione all'abrogazione del reato di clandestinità decisa ieri con votazione online. 

Scrive la Lezzi su Facebook

La raffinata intelligenza di Andrea Scanzi non ha sicuramente necessità del riconoscimento di chicchessia, men che meno della mia. Da questo assunto innegabile gli rivolgerei una domanda semplice: le decisioni dettate da pragmatismo e buon senso sono di sinistra?

Ebbene, in questo articolo si vuol dire che gli iscritti al Movimento avrebbero compiuto la scelta lasciandosi orientare da quella ideologia che... ...che non si sa che vuole, che si scuda dietro ad una supposta superiorità in tema di diritti civili, umani.

E si...perché la cosiddetta "sinistra"(sta alla sinistra di cosa, di chi?) proclama buonismo a manetta e si riempie la bocca di "integrazione", "tolleranza" per rispondere alla "caccia allo straniero" che sarebbe ideologicamente di "destra". In buona sostanza, urla mediatiche che ascoltiamo da trent'anni. Che vuoi fare?!?! Il consenso prima di tutto!

Questo provvedimento non sancisce nulla di tutto questo. Con l'approvazione di questo emendamento cambierà la natura del reato di immigrazione clandestina, lasciando intatto l'impianto Bossi-Fini pur consentendo alla giustizia italiana di razionalizzare i costi e aumentare l'efficienza. Questo è RAGIONEVOLE. Non di sinistra!

Scanzi lo sa bene ma irrinunciabile e' stata la tentazione di infilare il Movimento in un retrogrado schieramento. Come irrinunciabile e' stato contrapporre il gruppo dirigenziale alla base , i parlamentari ai leader e via dicendo, per sviare dal civile esercizio della democrazia che non ha bisogno di alcuna ideologia per fare la cosa giusta.

http://www.tzetze.it/redazione/2014/01/la_senatrice_5_stelle_demolisce_scanzi/index.html

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SCELTA DI SINISTRA PER IL MOVIMENTO (Andrea Scanzi)

Il Movimento 5 Stelle, ieri, ha votato due volte: contro il reato di clandestinità e, per la prima volta, contro Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Il referendum online di ieri è discutibile sotto vari punti di vista. Non c’è stato preavviso, gli iscritti hanno dovuto scegliere in poche ore e senza preavviso. Alcuni parlamentari, tra cui il senatore Buccarella (colui che aveva presentato l’emendamento contro il reato di clandestinità assieme a Cioffi), hanno lamentato la poca informazione fornita dal blog. L’esito delle consultazioni online rimane poi gestito interamente da Casaleggio: il liquid feedback, di cui si parla da mesi, garantirebbe trasparenza totale.
A fronte di tali perplessità, il Movimento 5 Stelle ha salvato la “forma”, che nel suo caso è anche sostanza: Buccarella e Cioffi avevano sbagliato nel metodo, più che nel merito. Se il parlamentare è solo un “cittadino portavoce”, non può arrogarsi il diritto di scegliere senza consultare gli elettori. In questo modo, attraverso la consultazione si è salvato un caposaldo del M5S: “È la Rete che decide”, e dunque il parlamentare non fa che eseguire l’ordine (che arriva dagli elettori, non dai due “leader”). Anche qui ci sarebbe da discutere. Grillo e Casaleggio sanno bene che la politica vive di decisioni da prendere sul momento.
La politica, persino in Italia, ha tempi più rapidi del blog di Grillo: i due senatori “dissidenti” non solo non sbagliarono, ma seppero interpretare il presente con una lungimiranza che ovviamente il governo non ebbe. E seppero dar vita al desiderio della maggioranza degli elettori, come attestato dal voto di ieri. Un voto che continua a riguardare troppe poche persone: una forza politica che aveva a febbraio quasi 9 milioni di voti non può dipendere dalla scelta (giusta o sbagliata che sia) di 25 mila militanti della prima ora. Grillo e Casaleggio scrissero un post livoroso, attaccato da quasi tutti e difeso teneramente da due yesman e tre o quattro troll.
I motivi del loro astio erano molteplici: il non aver rispettato il protocollo e il temere che quella decisione “di sinistra” potesse erodere il consenso tra i delusi di destra. Grillo, guardando i sondaggi, si preoccupò. E Casaleggio, che certo di sinistra non è, temette che il “suo” movimento subisse svolte ideologiche indesiderate. Il risultato di ieri costituisce un successo anche per loro: non solo hanno fatto sì che le regole interne fossero rispettate, ma hanno anche dimostrato che “uno vale uno”, al punto tale che i due nomi più rilevanti di una forza politica vengano sbugiardati dal loro elettorato (di più: dalla base storica, fino ad oggi duropurista). Casaleggio, da ieri, potrà dire: “Visto? Il voto è libero e io ne prendo solo atto”. Non è poco.
La giornata di ieri dice però anche un’altra cosa: Grillo, e più ancora Casaleggio, non sempre – e non necessariamente – rappresentano la maggioranza degli elettori M5S. Sulla cacciata di Mastrangeli e Gambaro avevano vinto. Anche la scelta di Rodotà, per quanto non “grillino”, era stata accettata da entrambi con piacere. Ora il no al reato di clandestinità è anche un no (circoscritto , ma innegabile) a Grillo e Casaleggio. Non tanto a loro, quanto al loro dominio. Alla loro onnipresenza. Alla loro supposta pretesa di ipercontrollo (il controllo ci sta, l’iper no). Il voto di ieri certifica l’eterogeneità degli elettori 5 Stelle, a maggioranza palese di sinistra, ed esemplifica la discrasia tra “gruppo dirigente” e base elettorale. Grillo e Casaleggio, non si sa quanto serenamente, prima o poi dovranno prenderne atto.

http://giacomosalerno.com/2014/01/14/scelta-di-sinistra-per-il-movimento-andrea-scanzi/

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