martedì 28 gennaio 2014

Inps, Mastrapasqua: un uomo solo al comando (e la politica dietro) di un colosso dai piedi di argilla
Di Claudio Forleo


L'indagine che vede coinvolto Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps e uomo dai mille incarichi, è di estrema gravità. E fa riemergere in modo prepotente uno dei principali problemi del paese, che ne limita crescita, potenzialità e competitività: i conflitti d'interesse.

Inps

(Foto: reuters / )

Immagine di repertorio

Mastrapasqua, nella doppia veste di presidente dell'Inps e di direttore generale dell'Ospedale Israelitico di Roma, avrebbe ceduto all'Inps parte di un credito 'non esigibile' (da milioni di euro) utilizzato, nell'ipotesi avanzata dagli inquirenti, per risanare i conti della clinica, in difficoltà nel momento in cui nel 2002 assunse il ruolo di dg (dieci anni dopo ha triplicato il fatturato). I contributi previdenziali sarebbero stati girati dal dg Mastrapasqua al Mastrapasqua presidente dell'Inps come "fatture della Regione Lazio non liquidate". 
Ma nel mirino della Procura capitolina, che indaga Mastrapasqua per truffa, falso e abuso d'ufficio, vi sarebbero anche illeciti per 85 milioni di euro: migliaia di cartelle cliniche che sarebbero state falsificate allo scopo di gonfiare i rimborsi ottenuti dalla Regione. Inchiesta estremamente delicata, che coinvolge un pezzo da novanta dell'establishment, ben voluto a destra e a sinistra, l'uomo che concentra nelle sue mani potere e incarichi, oggi rischia di essere travolto assieme a tutte le sue 'poltrone'. In particolare una, quella dell'Istituto Nazionale Previdenza Sociale.
Fa specie che solo oggi il premier Enrico Letta si accorga dell'enorme conflitto d'interessi in mano al numero 1 dell'Inps (vicepresidente di Equitalia, che siede in una infinità di collegi sindacali e consigli di amministrazione). Il premier avrebbe chiesto al titolare del Lavoro Enrico Giovannini una relazione sulla vicenda. Ma l'inopportunità dei ruoli rivestiti da Mastrapasqua, prima ancora di ogni presunta responsabilità penale, era sotto gli occhi di tutti, da anni. Già nell'ottobre 2012, nella puntata di Report Dirigenti di classe, si chiedeva conto proprio del conflitto di interessi Inps-Ospedale Israelitico (guarda il video).
All'epoca c'erano le larghe intese tecniche e pochi mesi prima (decreto Salva-Italia) era stato deciso dal governo Monti lo scioglimento di Inpdap (Istituto nazionale di previdenza e assistenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica) ed Enpals (Ente nazionale di previdenza e assistenza per i lavoratori dello spettacolo) in Inps, con annessa proroga dell'incarico a Mastrapasqua fino al 31/12/2014.
Nominato nel luglio 2008 (governo Berlusconi) su indicazioni del 'vero Letta' (Gianni, consigliere dell'ex Cavaliere), "è stato l'unico presidente dell'Inps ad avere ricevuto il voto favorevole all'unanimità di tutte e due le Commissioni Lavoro di Camera e Senato, che devono esprimere un parere consultivo alla nomina del Presidente" si legge sul portale dell'Istituto. E già questo dice molto, se non tutto.
Sembrava che nel 2012 dovesse cedere il passo, in vista della riforma dell'Istituto Previdenziale. Il ministro del Lavoro dell'epoca, Elsa Fornero, aveva annunciato in audizione nella commissione di controllo sugli enti previdenziali, la volontà di cambiare la governance. Per il semplice fatto che Mastrapasqua si trovava (e si trova) ad essere un uomo solo al comando, che accumula il ruolo di presidente e le funzioni del consiglio di amministrazione, gestendo numerose deleghe operative. L'ente previdenziale, a maggior ragione dopo l'accorpamento di Inpdap ed Enpals, è un 'mostro' che gestisce un'attività dal valore superiore al 15% del Pil.
Questa "inusuale concentrazione di poteri di indirizzo gestionale" era stata segnalata dalla Corte dei Conti già nel novembre 2011 (proprio quando Monti subentrò a Berlusconi). Concentrazione voluta dalla legge Finanziaria 122/2010 e che - scrivevano i magistrati contabili - "non esclude i rischi, in concreto già verificatisi e potenzialmente riproponibili, di interferenze dirette nella operatività gestionale e quindi di incidenza sulle attribuzioni riservate, innanzitutto, al Direttore generale e, inoltre, alla stessa dirigenza".  
Ma la riforma, che avrebbe dovuto reintrodurre un Cda di 5 membri, oltre alla creazione di un organismo di controllo, non arrivò con Monti (secondo la Fornero per resistenze politiche bipartisan: tra i suoi sostenitori anche Corrado Passera) né con Enrico Letta, retto da larghe intese questa volta politiche.Per questo fa sorridere la richiesta di "massima chiarezza" a scoppio ritardato che viene da Palazzo Chigi, soprattutto quando si chiede di verificare i conflitti d'interesse di Mastrapasqua, che era già consigliere Inps nel 2004 e dg dell'Ospedale Israelitico dal 2002.
Non che Mastrapasqua, al di là della concentrazione di potere nelle sue mani, abbia gestito al meglio la creatura Inps. E' stato protagonista di una guerra mediatica con la stessa Fornero sulla questione esodati, i 'senza lavoro' e 'senza pensione' causati dalla riforma del ministro del Lavoro. Un problema ancora oggi non risolto e che ha visto i due lanciarsi reciproche accuse a suon di numeri. Il problema all'epoca (primavera 2012) era che né l'Inps né il Ministero avevano ancora fornito dati certi sul numero dei lavoratori da salvaguardare. Il risultato fu una guerra di cifre (sulla pelle di decine di migliaia di persone) che vide Mastrapasqua accusato di utilizzare il suo ruolo 'a scopo politico'.
Più recentemente (novembre 2013) Mastrapasqua ha lanciato l'allarme sui conti Inps, un segreto di Pulcinella. L'ultimo bilancio segnava un rosso che sfiora i 10 miliardi di euro (con un disavanzo economico superiore ai 12 mld). Il presidente dell'Inps in televisione parlò di altri tre anni di tempo prima della possibile bancarotta e chiese al governo interventi normativi. Bacchettato da Saccomanni, segnò una immediata marcia indietro ("nessun allarme").
Ma che l'Inps sia un colosso (30mila dipendenti, oltre due miliardi di spesa ogni anno solo per la gestione, che eroga pensioni per un valore complessivo pari al 15% del Pil) dai piedi di argilla è un altro fatto sotto gli occhi di tutti. E che il futuro sia nelle mani di Mastrapasqua, uomo solo al comando che si affida a dichiarazioni estemporanee (poi ritrattate), emblema delle larghe intese politiche e per giunta indagato, non ci lascia affatto tranquilli.


 http://it.ibtimes.com/articles/61821/20140127/inps-mastropasqua-indagato-presidente-riforma.htm#ixzz2rhi2NaBX

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