mercoledì 4 dicembre 2013

Pesticidi: in Francia il morbo di Parkinson è malattia professionale per gli agricoltori

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Il 6 maggio 2012 con decreto pubblicato sulla gazzetta ufficiale la Francia ha fatto un grande passo in avanti inserendo il Morbo di Parkinson tra le malattie professionali che gli agricoltori possono aver contratto a causa dell’esposizone ai pesticidi. Viene quindi riconosciuto un legame diretto tra la malattia e l’uso dei pesticidi in agricoltura.
Il testo precisa che il termine “pesticidi” si riferisce ai prodotto ad uso agricolo e ai prodotti destinati al trattamento degli spazi verdi così come i biocidi e gli antiparassitari veterinari autorizzati o meno al momento della domanda. I lavori principalmente suscettibili di provocare questa malattia sono quelli che comportano un’esposizione abituale ai pesticidi per contatto o per inalazione quando vengono maneggiati o usati, per contatto con le coltivazioni, le superfici e gli animali trattati o quando si usano macchine destinate all’applicazione dei pesticidi.
Si sapeva da tempo della relazione tra il Morbo di Parkinson e i pesticidi, ma questa legge aggiunge un tassello importante: ora questa relazione viene riconosciuta anche a livello legale. Nata in Francia nel 2010, l’associazione Phytovictimes ha accolto con entusiasmo la notizia: ora sarà più facile per molte vittime dei fitofarmaci e dei pesticidi avere un indennizzo. Aggiungiamo noi che forse sarà più facile d’ora in poi per molti agricoltori (e viticoltori) scegliere di non utilizzare questo tipo di prodotto in campo e in vigna.
Leggiamo inoltre sul blog di Marie-Monique Robin, giornalista francese vincitrice del prestigioso premio Albert-Londres nel 1995 e autrice tra gli altri dei film documentaristici “Il mondo secondo Monsanto” e “Notre poison quotidien (Il nostro veleno quotidiano)” che questa legge è stata approvata nonostante l’opposizione della FNSEA – Fédération Nationale des Syndicats d’Exploitants Agricoles, il principale sindacato agricolo francese. La Robin ipotizza che questa opposizione sia dovuta aglii stretti legami di FNSEA con le cooperative agricole che guadagnano grandi somme con la vendita di questi veleni. O forse perché “i promotori del modello agroindustriale temono che i contadini malati possano rivoltarsi contro queste cooperative che continuano a negare (non tutte per fortuna, ma la maggioranza) la tossicità dei pesticidi, o contro la FNSEA che continua a praticare la politica dello struzzo”.
Mettendoci dalla parte dei consumatori, degli utilizzatori finali dei prodotti agricoli, questa conferma della relazione tra la malattia e i pesticidi dovrebbe indurci a scegliere cibo e vini più sani e naturali.

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