giovedì 5 dicembre 2013

Barbara fa rabbrividire Gattuso


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Rino Gattuso va contro Barbara.
 
Intervistato da 'Radio Radio' l'ex giocatore del Milan si è schierato dalla parte dell'amministratore delegato rossonero, chiedendo più riguardo nei suoi confronti: "Penso che uno come Galliani, per tutto quello che ha fatto e per come ha gestito in questi anni la società, meriti rispetto".
 
Il centrocampista di Corigliano non si è fatto mancare poi un'uscita indirizzata a Barbara Berlusconi e, più in generale, alle presenze femminili nei club: "Io le donne, mi dispiace dirlo, non le vedo bene nel mondo del calcio". 
 
L'ex allenatore del Palermo ha anche parlato del campionato: "Per me la Juve resta la squadra da battere. La Roma sta facendo grandissime cose, ma la Juventus ha un gruppo incredibile e anche nell'ultima partita contro l'Udinese si vedeva che volevano far gol a tutti i costi. Devo dire, però, che anche la Roma ha fatto la stessa cosa a Bergamo, i giallorossi non ci stavano a perdere".

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Adriano Galliani, dopo settimane di sempre più insistenti voci, ha confermato l'addio al Milan. Ecco le tappe della sua lunga storia da amministratore delegato del club rossonero.

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Inizia la carriera da dirigente sportivo nel 1984, da vicepresidente del Monza. Di giovanili simpatie juventine, il suo socio Silvio Berlusconi lo chiama al Milan nel 1986. Ne è a.d. da allora.

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Il dirigente brianzolo lega a doppio filo il suo nome alla straordinaria gestione Berlusconi, caratterizzata da numerosi successi in Italia e all'estero e da grandi acquisti.

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Non manca qualche delusione, come il mancato arrivo di Tevez con il quale aveva personalmente trovato un accordo. E Galliani, al passaggio dell'Apache alla Juve, lo rimarcherà.

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Il palmarès del Milan nel periodo della sua permanenza parla di 8 scudetti vinti, una Coppa Italia, 5 Coppe dei Campioni/Champions League e 3 Coppe Intercontinentali/Mondiali per Club.

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Nel 1991, in occasione dei quarti di Coppa Campioni, a Marsiglia ritira la squadra dopo un guasto all'illuminazione che però si risolve: il Milan perde a tavolino e viene squalificato per un anno.

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Dal 2002 al 2006 ricopre anche la carica di presidente della Lega Calcio. Si dimette in concomitanza con lo scoppio dello scandalo di Calciopoli nell'estate del 2006.

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Coadiuvato da Ariedo Braida, veste di rossonero, tra gli altri, Donadoni, Gullit, Van Basten, Baggio, Weah, Shevchenko, Inzaghi, Rivaldo, Kakà, Ronaldinho, Beckham e Ronaldo.

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Anche negli anni più recenti è protagonista in prima persona nelle trattative del Diavolo. Gli arrivi di Ibrahimovic, Robinho, Boateng e Nocerino contribuiscono allo scudetto del 2011.

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Amante della vetrina internazionale, in diverse occasioni afferma di ritenere la Champions League il principale obiettivo della stagione, anche a discapito del campionato.

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Tra gli allenatori passati da Milanello sotto la sua gestione ricordiamo Liedholm, Sacchi, Capello, Zaccheroni, Ancelotti e Allegri. Ognuno di loro ha scritto il proprio nome nella storia del club.

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Diventa quasi un'icona popolare per l'immancabile cravatta gialla e per alcune scomposte esultanze che fanno il giro delle televisioni di tutto il mondo.

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Proprio alcuni suoi comportamenti 'fuori dalle righe' lo rendono un personaggio celebre, anche grazie a una nota imitazione della seconda metà degli anni '90.

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"Con o senza accordo sulla buonuscita, mi dimetterò per giusta causa a giorni, forse aspetto la partita contro l'Ajax", le sue parole. Aggiunge di avere ricevuto "un grave danno alla reputazione".

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"Sono d'accordo con il ricambio generazionale ma fatto con eleganza, non in questo modo. Futuro? Per adesso non accetto nulla da nessuno, mi occorre lucidità".

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Insanabili le divergenze con Barbara Berlusconi. Per la successione di Galliani (che dovrebbe ricevere una buonuscita di 50 milioni) si parla di Pradè e Fenucci. Sicuro un coinvolgimento di Maldini.

http://sport.it.msn.com/gallery/serie-a/galliani-story/1199/16/



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