Barbara fa rabbrividire Gattuso
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Rino Gattuso va contro Barbara.
Intervistato da 'Radio Radio' l'ex giocatore del Milan si è schierato dalla parte dell'amministratore delegato rossonero, chiedendo più riguardo nei suoi confronti: "Penso che uno come Galliani, per tutto quello che ha fatto e per come ha gestito in questi anni la società, meriti rispetto".
Il centrocampista di Corigliano non si è fatto mancare poi un'uscita indirizzata a Barbara Berlusconi e, più in generale, alle presenze femminili nei club: "Io le donne, mi dispiace dirlo, non le vedo bene nel mondo del calcio".
L'ex allenatore del Palermo ha anche parlato del campionato: "Per me la Juve resta la squadra da battere. La Roma sta facendo grandissime cose, ma la Juventus ha un gruppo incredibile e anche nell'ultima partita contro l'Udinese si vedeva che volevano far gol a tutti i costi. Devo dire, però, che anche la Roma ha fatto la stessa cosa a Bergamo, i giallorossi non ci stavano a perdere".
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Adriano Galliani, dopo settimane di sempre più insistenti voci, ha confermato l'addio al Milan. Ecco le tappe della sua lunga storia da amministratore delegato del club rossonero.
Inizia la carriera da dirigente sportivo nel 1984, da vicepresidente del Monza. Di giovanili simpatie juventine, il suo socio Silvio Berlusconi lo chiama al Milan nel 1986. Ne è a.d. da allora.
Il dirigente brianzolo lega a doppio filo il suo nome alla straordinaria gestione Berlusconi, caratterizzata da numerosi successi in Italia e all'estero e da grandi acquisti.
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Non manca qualche delusione, come il mancato arrivo di Tevez con il quale aveva personalmente trovato un accordo. E Galliani, al passaggio dell'Apache alla Juve, lo rimarcherà.
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Il palmarès del Milan nel periodo della sua permanenza parla di 8 scudetti vinti, una Coppa Italia, 5 Coppe dei Campioni/Champions League e 3 Coppe Intercontinentali/Mondiali per Club.
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Nel 1991, in occasione dei quarti di Coppa Campioni, a Marsiglia ritira la squadra dopo un guasto all'illuminazione che però si risolve: il Milan perde a tavolino e viene squalificato per un anno.
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Dal 2002 al 2006 ricopre anche la carica di presidente della Lega Calcio. Si dimette in concomitanza con lo scoppio dello scandalo di Calciopoli nell'estate del 2006.
Coadiuvato da Ariedo Braida, veste di rossonero, tra gli altri, Donadoni, Gullit, Van Basten, Baggio, Weah, Shevchenko, Inzaghi, Rivaldo, Kakà, Ronaldinho, Beckham e Ronaldo.
Anche negli anni più recenti è protagonista in prima persona nelle trattative del Diavolo. Gli arrivi di Ibrahimovic, Robinho, Boateng e Nocerino contribuiscono allo scudetto del 2011.
Amante della vetrina internazionale, in diverse occasioni afferma di ritenere la Champions League il principale obiettivo della stagione, anche a discapito del campionato.
Tra gli allenatori passati da Milanello sotto la sua gestione ricordiamo Liedholm, Sacchi, Capello, Zaccheroni, Ancelotti e Allegri. Ognuno di loro ha scritto il proprio nome nella storia del club.
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Diventa quasi un'icona popolare per l'immancabile cravatta gialla e per alcune scomposte esultanze che fanno il giro delle televisioni di tutto il mondo.
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Proprio alcuni suoi comportamenti 'fuori dalle righe' lo rendono un personaggio celebre, anche grazie a una nota imitazione della seconda metà degli anni '90.
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"Con o senza accordo sulla buonuscita, mi dimetterò per giusta causa a giorni, forse aspetto la partita contro l'Ajax", le sue parole. Aggiunge di avere ricevuto "un grave danno alla reputazione".
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"Sono d'accordo con il ricambio generazionale ma fatto con eleganza, non in questo modo. Futuro? Per adesso non accetto nulla da nessuno, mi occorre lucidità".
Insanabili le divergenze con Barbara Berlusconi. Per la successione di Galliani (che dovrebbe ricevere una buonuscita di 50 milioni) si parla di Pradè e Fenucci. Sicuro un coinvolgimento di Maldini.
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