sabato 6 aprile 2013

Tra Corsica e Italia, i luoghi di Napoleone



Citta' e strade: come i Bonaparte hanno segnato un'epoca


Villa San Martino - Isola d'Elba Credit: Beatrice SperanzaVilla San Martino - Isola d'Elba Credit: Beatrice Speranza
Palazzo ducale di Massa - Credit: Provincia di Lucca
Maison Bonaparte - Ajaccio - Credit: Archives Ville d'Ajaccio
Napoleone Bonaparte
Fu un lungo ciclone quello che travolse l’Europa tra il 1799 e 1815: si chiamava Bonaparte e mutò per sempre paesaggi e costumi del vecchio continente. Roba da manuali di storia? Assolutamente no: l’imperatore a distanza di due secoli fa ancora parlare di sé. Appassionando un turismo di nicchia che ogni anno visita i luoghi che ebbero per protagonisti lui e il suo popoloso clan. Tra crociere in Egitto, gemellaggi (nel 2004 è nata la FECN, Federazione europea delle città napoleoniche) e rievocazioni storiche (come il Napoleon Festival di Sarzana) è un continuo fiorire di attività. 

Quali dunque, in un itinerario ideale, le località più famose che portano ancora il segno di Boney? Impossibile non partire da Ajaccio, in Corsica, dove l’epopea ebbe inizio, e dove tutto ancora oggi evoca l’imperatore (persino il nome dell’aeroporto). La Maison Bonaparte è un bel caseggiato color ocra di fine ‘600, dalle numerose finestre: qui Letizia Ramolino diede alla luce 7 dei suoi 8 figli. Napoleone, neanche a dirlo, nacque su un canapè, esordio di “vita sul campo” che lo contraddistinguerà per tutti i suoi giorni. Tra arazzi, ritratti e un albero genealogico che arriva fino al 1959, è questo un luogo della memoria, anche se poco è rimasto degli arredi originari. Vi aleggia però lo spirito di famiglia: e non a caso è uno dei monumenti storici più visitati di tutta la Corsica. E se il salone Napoleonico de l’Hotel de Ville rappresenta un tripudio di cimeli storici (tra cui l’atto di battesimo dell’imperatore), da non perdere è Palazzo Fesch, appartenuto allo zio, il cardinale Joseph Fesch, appassionato collezionista. E’ questo uno dei musei più interessanti (ma poco conosciuti) d’Europa: riaperto nel 2010 ospita opere di Tiziano e Botticelli, oltre a numerose tele di età napoleonica.

I Bonaparte però furono anche signori di campagna: vale la pena visitare, a 15 km da Ajaccio, la tenuta de I Milelli. La casa purtroppo è chiusa al pubblico ma il posto risulta molto suggestivo. E rende bene l’affermazione di Boney in merito alla sua Corsica: “Potrei riconoscerla a occhi chiusi dal soave profumo della sua macchia”. Ma benché nato e scomparso su isole, la vita dell’imperatore si svolse sul continente, da dove peraltro la sua famiglia proveniva: a Sarzana, in via Mazzini, esiste ancora la casa-torre dove fino a metà ‘400 abitarono i suoi avi. Dell’ambiente è oggi visitabile solo l’atrio, durante la manifestazione primaverile Atri in fiore. Tutta la Liguria fu peraltro teatro di imprese belliche, tra Dego, Millesimo e Savona, durante la Campagna d’Italia del 1796. Ma è sul golfo di La Spezia che Napoleone appuntò gli occhi, intenzionato a installarvi l’Arsenale Militare. Ordinò infatti di costruire una strada di collegamento tra la città e Portovenere, l’attuale SP 530, chiamata ancora oggi dagli abitanti via Napoleonica, che attraversa borghi marinari. 

L’Arsenale non vide mai inizio (ci pensò in seguito Cavour) ma la strada fu la prima via moderna a costeggiare il Golfo, favorendo il futuro sviluppo militare della zona. Altro celebre asse viario fu poi la via della Cisa, che unì nel 1808 La Spezia e Parma: il panorama iniziava a cambiare. Chi intervenne con decisione sul territorio fu anche sua sorella Elisa, nominata granduchessa di Toscana. In 10 anni Elisa esportò la grandeur parigina nei suoi domini, modificando gli spazi in funzione dei costumi francesi dell’epoca. A lei si deve l’attuale assetto di piazza Napoleone a Lucca, davanti a palazzo Ducale, e di piazza Aranci a Carrara, dove fece demolire senza tanti complimenti fabbricati medievali. Elisa osò anche aprire un varco nelle mura di Lucca, con una porta che ancora reca il suo nome, in direzione dell’odiata Firenze, proiettando così la città finalmente verso l’esterno. Ma non basta: trasformò le terme di Bagni di Lucca in una meta alla moda internazionale, dotata anche di casinò. Lo stabilimento Bagni Caldi, tuttora esistente, fu il suo fiore all’occhiello di questa nuova località di villeggiatura. 

Anche la sorella Paolina tracciò nuove mode: se la tanto amata Viareggio è diventata una celebre meta balneare, il merito è anche suo, che qui fece costruire una deliziosa villa sul mare, oggi sede dei Musei Civici. E’ però l’isola d’Elba il luogo in Italia più pervaso dal Bonesprit: perché qui Napoleone, vero sovrano dall’aprile 1814 al febbraio 1815, volle “que toit soit comme à Paris”, che tutto fosse come a Parigi. Via libera dunque alla ristrutturazione della panoramica Villa dei Mulini, tra i forti Stella e Falcone, e alla residenza privata di Villa San Martino, con straordinaria vista su Portoferraio (oggi Musei delle Residenze Napoleoniche). Eleganti e raffinate (vi lavorò anche il pittore di corte Vincenzo Revelli) fecero da sfondo, specie la prima, alle feste indette da Paolina, che qui spesso soggiornò. Non a caso tra Procchio e Marciana, su una spiaggia in località Redinoce, si trova una roccia dove la principessa andava prendere il sole, lo scoglio di Paolina. 

Anche l’imperatore sentiva il bisogno di isolarsi: e spesso si recò a cavallo fino al santuario della Madonna del Monte, da dove passava ore a scrutare la Corsica, seduto su una roccia che poi diventerà la Sedia di Napoleone. Qui, lungo un sentiero ancora percorribile a piedi, lo raggiunse in un viaggio rocambolesco l’amata Maria Walewska con il figlio Alessandro. Ma fu per solo per due giorni: altri 100 erano già nell’aria. Un bell’itinerario lungo le località bonapartiane, ricco di riferimenti e curiosità, è segnalato nella guida “I Luoghi di Napoleone - un viaggio tra Liguria, Corsica, Sardegna e Toscana” del Touring Editore, pubblicato nel gennaio scorso e finanziato dal Programma Operativo Italia Francia Marittimo 2007/2013 - progetto Bonesprit.

(ANSA)

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