mercoledì 3 aprile 2013

Perché gli uomini amano le tette? Uno studio risolve il quesito


ROMA – Il quotidiano tedesco Die Bild ha cercato di risolvere a un quesito che finora sembrava essere privo di dati certi: l’amore degli uomini per le tette.
Il ricercatore scientifico Larry Young e lo scrittore Brian R. Alexander hanno scoperto che “gli uomini nel contesto sessuale sono appagati dal seno”. Untest effettuato dall’università di Sheffield e del Texas conferma che l’82% delle donne ama la stimolazione del seno da parte dei loro partner.
Larry Young, professore di psichiatria presso la Emory University, studiando questa attrazione per il seno, si è convinto del fatto che l’evoluzione umana abbia sfruttato un particolare circuito neurale, evolutosi originariamente per rafforzare il legame madre-bambino durante l’allattamento, che ora viene utilizzato anche nella sessualità.
Quando i capezzoli di una donna sono stimolati durante l’allattamento, l’ossitocina, altrimenti nota come l’ormone dell’amore, invade il cervello, contribuendo a focalizzare l’attenzione e l’affetto della madre per il suo bambino. La ricerca nel corso degli ultimi anni ha però dimostrato che negli esseri umani, questo circuito non è riservato all’utilizzo esclusivo da parte dei lattanti.
Recenti studi hanno trovato infatti che la stimolazione del capezzolo aumenta l’eccitazione sessuale nella maggior parte delle donne, e attiva le stesse aree cerebrali come la stimolazione vaginale e clitoridea. Quando si accarezza il seno di una donna, questo stimola il rilascio di ossitocina nel cervello della donna, proprio come ciò che accade quando ella si prende cura del bambino. In questo contesto, l’ossitocina concentrerebbe l’attenzione della donna nei confronti del partner sessuale, rafforzando così il suo desiderio di stringere un legame con questa persona.
Gli uomini, in altre parole, riescono a rendersi più desiderabili se stimolano il seno di una donna durante i preliminari. L’evoluzione avrebbe, in un certo senso, suggerito questo comportamento, attraverso lo sfruttamento di circuiti legati alla maternità, che contribuiscono a consolidare il legame con il partner.

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