mercoledì 17 aprile 2013

La Repubblica delle querele

25.06.2009

di montecristo

A dir poco sorprendente la decisione del Gruppo di adire le vie legali contro il capo del Governo. A meno che

Appare davvero sorprendente - se non un vero e proprio autogol - la notizia che "Il gruppo editoriale L'Espresso ha dato mandato ai legali di avviare tutte le azioni a tutela della società, vista la rilevanza sia penale che civile individuabile nelle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Berlusconi ha accusato il quotidiano La Repubblica di un attacco eversivo nei suoi confronti e nel contempo ha istigato gli industriali a boicottare ed interrompere gli investimenti pubblicitari. Il premier aveva detto di non dare pubblicità a media disfattisti e catastrofisti e poi aveva parlato di progetto eversivo contro di lui. Una trama, secondo il Cavaliere, che vede il Gruppo Espresso e La Repubblica in prima fila".
Sorprendente, e a mio avviso un boomerang, la decisione del Gruppo L'Espresso di querelare il capo del Governo, perché proprio noi giornalisti - non ultimi certo i colleghi del citato gruppo - consideriamo la querela come un mezzuccio per tapparci la bocca, e spesso accusiamo proprio i politici di adire le vie legali per intimidirci. Altri dovrebbero essere i mezzi per "rispondere", ripetiamo sempre. E ora facciamo come loro?
Ma pesa ancora di più il fatto che quella che era (o almeno così certamente appariva) una battaglia della libera stampa contro il "potere" - ovvero il legittimo diritto/dovere del giornalista di criticare/controllare chi amministra la cosa pubblica - diventa adesso (lodo Alfano permettendo) una "normale" causa fra due parti uguali, ognuna delle quali cercherà di convincere un giudice delle proprie buone ragioni. Cioè tutto viene "banalmente" spostato sul piano giudiziario.
Come mai una simile decisione dell'Editoriale L'Espresso? Io ci vedo una sola possibile motivazione: che il pericolo di un boicottaggio pubblicitario - non tanto delle aziende private, quanto dei grossi gruppi statali e parastatali o comunque concessionari dello Stato (quindi inevitabilmente "dipendenti" in qualche modo dal premier) - sia percepito appunto dal Gruppo L'Espresso come talmente reale, insidioso, "mortale", da costringerlo volente o nolente a dover mettere le mani avanti, a livello legale, per cercare comunque in qualche modo di tutelarsi.
E così? Altre spiegazioni?

Montecristo


http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=17219

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