mercoledì 17 aprile 2013

Un velo d’oblio sulla “nazione” di Pasolini

02.03.2011

di Giacomo Carioti

Il poeta, sempre più citato ad ogni occorrenza sia da destra che da sinistra, viene ignorato nel 150° dell’Italia unita.

Da trent’anni e più Pier Paolo Pasolini viene evocato -da ogni parte politica, in ogni frangente epocale o anche solo minimamente significativo-, per spiegare e stigmatizzare, con il ricorso al fior da fiore dei suoi pensieri, delle sue parole, delle sue opere, le evoluzioni e le involuzioni della nostra società, della nostra condizione e della nostra storia.

Una strana dimenticanza, un improvviso velo di vergognoso oblio, viene incredibilmente steso, sulla sua sempre evocata figura, nell’approssimarsi del 150° anniversario dell’Italia unita: un evento la cui memorabilità viene peraltro sostenuta con il ricorso a tutte le possibili testimonianze dei pilastri della nostra centocinquantenaria cultura.

Una dimenticanza parzialmente compensata solo nel macro-microcosmo del web, dove la tragica disperata invocazione di Pasolini “alla sua nazione”, nelle sue molteplici versioni ( prima fra tutte quella declamata da Gassman, http://www.youtube.com/watch?v=AhVoQyh3iV4 ), è meta costante di visitatori e commentatori. Nel corteo delle celebrazioni, la poesia di Pasolini non può, non deve mancare.

Per questo, per chi l’avesse dimenticata o mai letta -ma soprattutto per i nostri politici e amministratori di ogni colore, che (conservando del loro Pasolini-pret-a porter solo le citazioni di postumo e sordido comodo) l’hanno occultata e sotterrata- , la riproduciamo.

ALLA MIA NAZIONE

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.


Pier Paolo Pasolini


 http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=17677

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