domenica 28 aprile 2013

La Pussy Riot Nadejda rimane in carcere



Aveva contestato sentenza


Nadejda TolokonnikovaNadejda Tolokonnikova
Nadejda Tolokonnikova sorride alla stampa
Lo sguardo crucciato di Nadejda Tolokonnikova
Un primo piano di Nadejda Tolokonnikova
Nadejda Tolokonnikova legge un documento
Russian feminist punk-rock band Pussy Riot member Nadezhda Tolokonnikova in trial
Nadejda Tolokonnikova alla sbarra
Nadejda Tolokonnikova in aula
Un momento dell'udienza
Nadejda Tolokonnikova tra le guardie
L'aula
Le autorità carcerarie sono contrarie alle liberazione condizionale chiesta da Nadezhda Tolokonnikova, la leader delle tre Pussy Riot condannate a due anni di reclusione per una provocatoria preghiera punk anti Putin nella cattedrale ortodossa di Mosca.
Nell'udienza ancora in corso a Zubova Poliana, in Mordovia, i rappresentanti dell'amministrazione penitenziaria hanno ricordato che la giovane non merita di essere liberata perché rifiuta di ammettere la sua colpevolezza, lavora "duro" ma produce meno della quota prevista e viola le regole interne. A suo sfavore anche la mancata partecipazione a concorsi interni tra cui quello di bellezza 'miss fascino' e quello canoro 'Viburno rosso'. "Pensavo che la diretta più ridicola dal tribunale fosse quella del mio processo ma oggi ho letto il materiale sull'udienza della Tolokonnikova e del concorso 'Viburno rosso': hanno vinto loro...", scrive nel suo blog Alexei Navalni, l'oppositore numero uno di Putin ora alla sbarra. A Nadezhda è stato contestato anche di non prendere i libri nella biblioteca della prigione, ma i suoi avvocati hanno precisato che la detenuta ne riceve da fuori, come dovrebbe sapere l'ufficio censura del penitenziario. La giovane, presente in aula, ha riferito che sta leggendo, tra vari libri, la Bibbia, Voltaire, Kant. La difesa ha chiesto che sia liberata perché ha già scontato metà della pena (sei mesi in carcerazione preventiva ed altrettanti in galera), ha una figlia piccola che la aspetta a casa e potrebbe trovare un lavoro (ha avuto diverse proposte). I suoi legali hanno presentato anche un appello firmato, tra gli altri, dalla responsabile del gruppo Helsinki Liudmila Alexeieva e dal direttore dell'ong Memorial Oleg Orlov.
(ANSA)

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