venerdì 19 aprile 2013

IL CORPO CRISTOFORO COLOMBO VERRA' ESUMATO A SANTO DOMINGO

ColomboMADRID - Cristoforo Colombo raggiungera' un singolare e molto selezionato pantheon di celebrita' di ogni tempo. Come per Giotto e Nefertiti, come per Petrarca e S.Antonio da Padova, sara' riesumato il suo corpo, ovvero il corpo attribuito all'esploratore genovese, che e' sepolto a Santo Domingo. Scienziati dell'Universita' spagnola di Granada hanno annunciato di aver ricevuto dalle autorita' della Repubblica Dominicana l'autorizzazione a studiare i resti presunti del grande navigatore.

L'analisi delle ossa avverra', precisano fonti citate dalla agenzia Efe, dopo che esami del Dna compiuti lo scorso ottobre dai ricercatori spagnoli sui resti trovati sotto la cattedrale di Siviglia non avevano escluso la possibilita' che questi, e non quelli di Santo Domingo, appartengano allo scopritore dell' America. Il mese prossimo i ricercatori spagnoli risistemeranno i resti per conservarli meglio, poi, in una successiva procederanno all'esame del Dna per cercare di risolvere definitivamente l'enigma del corpo di Colombo.

L'esame del Dna per l'attribuzione delle spoglie e per conoscere le cause della morte ha avuto negli ultimi anni un riscontro crescente tra gli studiosi, insieme alla possibilita' di ricostruire la fisionomia di grandi personaggi.

La prima indagine del genere in Italia risale al 1981, quando venne riaperta la tomba di S. Antonio da Padova. Lo stato di conservazione della salma, oggetto di studio da parte di una commissione diretta dal prof. Virgilio Meneghelli, permise di constatare che il santo aveva una statura piu' alta della media del tempo e una corporatura non tanto massiccia quanto riportava la tradizione. Il suo volto era piuttosto allungato, una fisionomia caratteristica della nobilta' portoghese.

Sempre a Padova, nel 1998, una commissione scientifica, coordinata dal prof. Vito Terribile Weil Marin, mise a segno un importante scoperta. Confrontando lo scheletro conservato nella basilica di Santa Giustina con i resti della testa di San Luca custoditi nella cattedrale di San Vito a Praga, pote' accertare che quelle ossa erano dell'evangelista. Lo scheletro quasi completo permise di stabilire alcune caratteristiche del santo: altezza 1.64 m, corporatura robusta, testa lunga e stretta, tipica del cranio di tipo mediterraneo del tempo.

Per quanto Giotto, la ricostruzione del suo volto e' stata possibile grazie ad uno studio sui resti dell'artista, presentato 3 anni fa dall'antropologo Francesco Mallegni e dal giornalista Stefano Sieni. Tratti rozzi, il naso corto, un occhio piu' grande dell'altro, il busto largo e gli arti corti, Giotto, per usare un eufemismo, non sarebbe stato un adone. A sostegno della tesi del Mallegni, alcune fonti storiche e, soprattutto, la somiglianza con l' autoritratto attribuito per tradizione a Giotto presente nel Giudizio universale conservato nella cappella degli Scrovegni di Padova.

E' del 2003 la ricostruzione del volto di Nefertiti. La leggendaria bellezza della regina egiziana ha trovato conferma nello studio della mummia, ritrovata dall'archeologa Joann Fletcher. La studiosa britannica ha ricostruito al computer le sembianze della faraona: collo lungo e sottile, lineamenti delicati. Nefertiti, che in egiziano significa 'la piu' bella e perfetta e' arrivata', meritava effettivamente il suo nome.

Ancora nel 2003 si indago' sulle 49 salme della nobile dinastia dei Medici, sepolte nelle cappelle medicee di Firenze. L'anno scorso si e' discusso a lungo se riesumare o meno le spoglie di Giacomo Leopardi, conservate nel parco delle Rimembranze a Posillipo a Napoli, dove in effetti mori' il poeta. Promotore dell'iniziativa, fieramente osteggiata dal sindaco di Recanati e da altri leopardiani, era Silvano Vinceti, un autore televisivo, non nuovo a indagini del genere, avendo riesumato i resti di un altro poeta il Boiardo.

Un giallo si e' infine acceso lo scorso ottobre , quando il professor Vito Terribile Wiel ha annunciato che esami compiuti dai tecnici dell'universita' dell'Arizona avevano rivelato che quello collocato da secoli all'interno della arca sepolcrale di Arqua' (Padova), che raccoglierebbe le spoglie di Petrarca, e' il teschio di una donna del 1207 e non del celebre poeta trecentesco.

(ANSA)

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