venerdì 26 aprile 2013

Corte Ue: non discriminare gay in ingaggio calciatori



Giudici si pronunciano su caso patron Steaua Bucarest


Corte Ue: non discriminare gay in ingaggio calciatori

BRUXELLES - Il patron della squadra dello Steaua di Bucarest aveva dichiarato che ''mai avrebbe ingaggiato uno sportivo omosessuale'' ed ora tocchera' alla sua societa' dimostrare di non aver seguito politiche discriminatorie nelle 'assunzioni' dei giocatori. Questa, in sintesi, la conclusione a cui e' giunta la Corte di giustizia Ue dopo essere stata chiamata a pronunciarsi sull'applicazione della direttiva sulla parita' di trattamento dei lavoratori nell'ambito di un procedimento in corso in Romania.

Secondo la Corte, la direttiva Ue e' pienamente applicabile in situazioni come quella da cui e' scaturita la controversia su cui la Corte d'appello di Bucarest ha chiesto l'intervento de giudici europei. Le specificita' dell'assunzione dei calciatori professionisti, per la Corte, sono ''irrilevanti'' in quanto l'esercizio dell'attivita' sportiva come attivita' economica rientra nel campo di applicazione del diritto dell'Unione.

I giudici europei hanno respinto in particolare la tesi con la quale il Consiglio nazionale per la lotta alle discriminazioni rumeno (Cncd) aveva ritenuto che le dichiarazioni del patron della Steaua, il signor Becali, non potessero essere considerate come provenienti dal datore di lavoro, ma rappresentassero semplici 'molestie' punibili solo con un ammonimento visto che si riferivano a fatti avvenuti oltre sei mesi prima.

La Corte, nella sua valutazione, sottolinea che la direttiva Ue ''non tollera'' una normativa nazionale che preveda simili limiti temporali per le sanzioni applicabili in presenza di un'accertata discriminazione fondata su tendenze sessuali, specie se la sanzione non e' ''effettiva, proporzionata e dissuasiva''. Per quanto riguarda poi l'onere della prova previsto dalla direttiva, per la Corte l'apparenza di discriminazione puo' essere confutata mediante ''una serie di indizi concordanti''. In altre parole, la societa' Fc Bucarest avrebbe potuto dimostrare di non seguire politiche discriminatorie anche dissociandosi dalle dichiarazioni del suo patron, cose che pero' non e' avvenuta.

(ANSA)

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