mercoledì 17 aprile 2013

Ca' Foscari recupera due antichi relitti



Ritrovamento nell'Adriatico, portavano un carico di ceramiche e vetri


I relitti di 2 navi da carico veneziane del XI e XVI secolo, scoperti al largo dell'isola di Mljet (Croazia), sono stati esplorati per la prima volta dai subacquei di una missione archeologica dell'Universita' Ca' Foscari di Venezia

Al largo dello 'scoglio di San Paolo' naufragarono nel XVI secolo una nave veneziana carica di ceramiche proveniente da Costantinopoli, nell'XI secolo un cargo veneziano che portava vetri

Gli scavi sono a buon punto

Un vaso recuperato

Una stoviglia

Sub al lavoro sul relitto

Uno dei relitti sul fonale

Lo chiamano 'lo scoglio di San Paolo', perché, secondo la leggenda, anche la nave che portava il santo fu affondata dallo scoglio semi affiorante al largo dell'isola di Meleda (oggi Mljet, in Croazia). Di certo, in quelle acque fece naufragio una nave da carico di un mercante veneziano proveniente da Costantinopoli con un carico di ceramica turca della città di Iznik, nell'ultimo ventennio del sedicesimo secolo.
E, poco distante, presso Capo Stoba, identica sorte toccò, nell'undicesimo secolo, ad un'altra nave veneziana, che seminò, sul fondale digradante, un carico di vetri di area palestinese ed anfore del Mar Nero che si presume contenessero vino. Lo testimoniano i due relitti sui quali, grazie alla collaborazione con il dipartimento di Archeologia dell'Istituto per il restauro di Zagabria già iniziata nel 2006, una missione del dipartimento Studi umanistici dell'Università di Cà Foscari di Venezia ha effettuato le prime indagini archeologiche subacquee, grazie ai finanziamenti della Regione Veneto.
I primi risultati degli studi sono stati presentati nel convegno 'I relitti di Venezia. Dal medioevo all'età moderna attraverso le ricerche archeologiche italo-croate in Dalmazià. "Il relitto del sedicesimo secolo - ha spiegato Carlo Beltrame, docente di archeologia marittima, che ha coordinato la missione con Sauro Gelichi - dopo l'impatto con lo scoglio è scivolato su un fondale molto profondo, tra i 35 e i 47 metri, e questo ha richiesto un'organizzazione particolare negli scavi, con l'utilizzo tra l'altro di speciali miscele d'ossigeno. Abbiamo quindi analizzato i resti dello scafo ligneo, trovando, oltre alla rarità della campana di bordo, che ci ha permesso di datare la costruzione al 1567, ancore, artiglieria in bronzo e oggetti di vita di bordo, avendo la conferma che si trattava di un'imbarcazione veneziana per la presenza di ceramiche venete, artiglierie veneziane e ossa di maiale, che ne hanno escluso l'origine araba".
Gli scavi sul relitto, scoperto per caso da un sommozzatore nel 2009 in acque militari, sono a buon punto e, ha detto Beltrame, si conta di realizzare un volume, già finanziato dalla Regione, entro un anno.
Quanto al relitto più antico, già noto dagli anni Sessanta e giacente su un fondale più basso (una trentina di metri), ma sul quale, prima dello scavo vero e proprio, erano stati effettuati in passato solo piccoli interventi, Beltrame ha spiegato che "fondi permettendo sarà necessario tornarci in settembre". "E' uno dei pochissimi relitti - ha proseguito il docente - di quel periodo, l'unico in Adriatico. E' quindi fondamentale per conoscere le rotte del periodo medievale, in cui Venezia iniziava a controllare pienamente l'Adriatico, e le rotte da Costantinopoli. Studieremo poi il vetro e faremo l'analisi del contenuto delle anfore".
(ANSA)







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