sabato 2 febbraio 2013

Esplosione in Messico, 25 le vittime



La torre a Città del Messico è stata evacuata


 

Si continua a scavare a Città del Messico, tra le macerie della Torre Pemex - il grattacielo quartier generale dell'omonima compagnia petrolifera statale del Paese - nella speranza di trovare superstiti rimasti intrappolati nell'edificio a causa dell'esplosione che ha provocato ieri almeno 25 morti e oltre 100 feriti.
Ai piedi del grattacielo di 211 metri le telecamere Tv riprendono scene di caos e panico, mentre le squadre dei soccorsi rimuovono le macerie e gli inquirenti esaminano il sito alla ricerca di possibili indizi che permettano di stabilire le cause della tragedia. L'origine dell'esplosione, avvenuta alle 16:00, ora locale (le 23 in Italia), non è ancora stata stabilita, ma secondo le autorità l'ipotesi del sabotaggio è stata scartata e Luis Felipe Puente - coordinatore della Protezione Civile - ritiene che si sia trattato di una fuga di gas. Secondo la stessa Pemex, invece, la sciagura potrebbe essere stata provocata da un problema nell'erogazione dell'elettricità. L'esplosione, che ha distrutto almeno due piani del grattacielo di oltre 50 piani, segue un incendio a un impianto di gas della Pemex vicino a Reynosa (nord) che lo scorso settembre ha ucciso 30 persone.
"Lavoreremo a pieno ritmo per capire esattamente cosa è successo ed eventuali responsabili dovranno rispondere delle loro azioni davanti alla giustizia", ha detto alla stampa il presidente del Messico, Enrique Pena Nieto, prima di visitare i superstiti ricoverati in ospedale. Da parte sua, la Pemex ha reso noto che l'esplosione non interromperà le attività del gruppo. La Torre Pemex, di 54 piani, può ospitare fino a 11 mila persone. Il grattacielo - costruito in cemento, acciaio e alluminio - è circondato da edifici che ospitano numerosi uffici, un grande centro commerciale e una delle sedi della centrale elettrica messicana.
(ANSA)

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