sabato 1 dicembre 2012

LA PANCIA FA MALE AL CUORE, A RISCHIO 3 SU 10


 PARIGI - La pancia, se troppo abbondante, fa male al nostro cuore: l'aumento della circonferenza addominale, e quindi l'obesita' localizzata al livello dell'addome, aumenta infatti il rischio di malattie cardiovascolari dal 21% (in condizioni normali) al 40% ed e' uno dei fattori che da soli spiegano piu' del 90% dei casi di infarto. A confermarlo sono gli ultimi studi in materia di obesita' e malattie del cuore, dai quali emerge anche un dato preoccupante: ad essere a rischio per girovita fuori misura sono ben 3 italiani su dieci, soprattutto le donne.

A puntare i riflettori su quella che si sta delineando sempre piu' come un'emergenza a livello planetario con oltre 300 milioni di persone obese nel mondo e 115 anche nei Paesi in via di sviluppo, secondo stime dell'Oms - gli esperti riuniti a Parini in convegno a Parigi sull'obesita'.

L'attenzione degli specialisti e' puntata proprio sulla correlazione tra girovita fuori misura e rischio cuore: i cittadini, avvertono, non percepiscono ancora questo come ''un pericolo reale'' ed e' dunque necessaria una maggiore sensibilizzazione. Cio' nonostante, in Italia, lo scorso anno sia stato ad esempio proprio il ministero della Salute a proporre il ricorso al metro per ''misurare'' il proprio rischio cardiovascolare.

La ''lotta alla pancia'' per salvaguardare il cuore, insomma, deve rappresentare la priorita', impegnando in prima persona, e' l'appello, soprattutto i medici di base. Ma quali sono, ne dettaglio, i danni provocati dall'obesita' addominale? il grasso che si accumula al livello viscerale e dunque all'interno dell'addome, e' appunto il piu' pericoloso, poiche', spiegano gli esperti, influenza negativamente il metabolismo: facilita infatti l'insorgenza di insulino-resistenza, la diminuzione del colesterolo ''buono'' HDL, l'aumento di trigliceridi e pressione arteriosa, aumentando di conseguenza i fattori di rischio per malattie del cuore e diabete.

La conferma arriva da diverse ricerche internazionali, tra le quali il recente studio Idea che ha coinvolto 6.407 medici di famiglia di 63 nazioni, i quali hanno preso in esame circa 178 mila pazienti tra i 18 e gli 80 anni.

Le malattie cardiovascolari, ha affermato il presidente della Societa' francese di cardiologia Nicolas Danchin, ''rappresentano la prima causa di morte al mondo con un tasso del 43% e' del 31% tra la popolazione sotto i 65 anni, contro il 21% di morti per cancro, ma questo dato spesso si dimentica. E' necessario - ha aggiunto - avviare dunque una grande campagna globale per promuovere corretti stili di vita al fine di correggere quei fattori di rischio determinanti per la salute del cuore''. Tra questi, ha ribadito Danchin, ''l'obesita' addominale ha un ruolo centrale''.

Un esempio su tutti: ''il rischio di malattie cardiovascolari - ha rilevato - si ridurrebbe dell'81% eliminando il fumo e adottando stili di vita salutari''. Purtroppo pero', ha anche sottolineato l'esperto ''si prevede che le patologie del cuore rimarranno la prima causa di morte per i prossimi 20 anni. Molto dunque resta da fare, anche perche', a parte una certa diminuzione dei fumatori, gli altri fattori di rischio, come appunto l'obesita', sono in netta crescita''.

Della stessa opinione il cardiologo Jean Pierre Despres, dell'universita' del Quebec: ''Si tratta di una tragedia reale - ha commentato - perche' l'obesita' sta uccidendo migliaia di persone soprattutto negli Stati Uniti e rappresenta una bomba ad orologeria per il cuore''. Per l'obesita' addominale, ha precisato l'esperto ''entra in gioco anche una componente di predisposizione genetica, tuttavia correggere gli stili di vita e' fondamentale per tutti per evitare le patologie del cuore''.

Quanto alla classifica del rischio cuore legato al girovita, l'Italia non si colloca bene: in generale, e' in sovrappeso il 33,4% degli adulti e obeso il 9%, mentre l'obesita' addominale raggiunge il 24% tra i maschi e il 37% tra le donne con una prevalenza nella popolazione generale del 31,5%. Il nostro paese si conquista cosi' un poco lusinghiero terzo posto dopo gli Usa (dove l'obesita' addominale colpisce il 46% della popolazione) e la Spagna (34,7%).

Stanno invece decisamente meglio gli inglesi (27,5%), i francesi (26,3%), i tedeschi (20,3%) e gli olandesi (18%). Sono loro,m infatti, ad occupare i posti piu' bassi nella classifica internazione per l'obesita' addominale. 

(ANSA)

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