domenica 30 dicembre 2012

Le giornate di San Pietroburgo



joseph-de-maistre-avatar-4387Certo è difficile trovare un Joseph De Maistre fra quei reazionari di dozzina che costituiscono il cuore della classe dirigente italiana. La finezza diventa triviale, lo stile si traduce in assegni, il pensiero in frasi fatte e la nostalgia per l’ancien regime delle ferriere si nasconde dentro dentro protervi balbettii di cambiamento e modernità. Ma la realtà è un altra, grossolana e arcaica: una quindicina di giorni fa un operaio della Sevel, la fabbrica Fiat che sforna furgoni, ha ricevuto una multa di 2308 euro con l’accusa di ave danneggiato 17 veicoli in produzione. Si è scoperto che il danno era stato fatto in realtà da un braccio mal funzionante di un robot. Ma siccome l’operaio è della Fiom, la cosa è andata avanti nel quadro della battaglia di distruzione sindacale inaugurata da Marchionne e sottoscritta da Monti.
E’ solo un segnale cui la pseudosinistra, impegnata ad accreditarsi presso la finanza internazionale come bastonatrice di diritti altrettanto efficace dei tecnici, nemmeno fa caso. Ma la restaurazione è chiarissima anche dall’intrico nascosto della legge di stabilità che riabilita titoli e prebende dei potenti, delle banche, delle assicurazioni, dei furbetti di ogni quartierino, instaura nuovi conflitti di interessi che si aggiungono ai vecchi per puro calcolo elettorale (si veda l’affaire Montezemolo qui), si palesa come un ritorno alle prassi del Caf, ma sotto le vesti pudibonde dell’austerità per il 90% della popolazione. Il vecchio reazionario savoiardo che scrisse le immortali Serate di San Pietroburgo come un sogno nostalgico di un senso della vita , della storia e del significato di bene e male, sarebbe orripilato nel vedere la trivialità di un potere che è diventato ancor più volgare e arrogante da quando ha perso l’aspetto e i  modi rozzi del tycoon che per 18 anni ha fatto il bello e cattivo tempo. E si può presentare come sobrio. Ma sarebbe sconcertato anche dalla mancanza di significato di tutto questo e di relazione con un ordine superiore.
Ma per la verità in una cosa sola c’è una certa coincidenza con De Maistre ed è l’alleanza con la Chiesa, vista come garante dell’ordine sociale. Si, alle gerarchie si chiede aiuto per cauterizzare la rabbia sociale che si fa sempre più alta, per oliare la scheda che scende nell’urna. E’ un’alleanza naturale con scambi in moneta sonante, messaggi rassicuranti e Imu, soldi alle scuole cattoliche e appoggi vaticani, tutela per gli affari delle varie “compagnie” di devoti mercanti e benedizione dell’arcaismo sociale. In questi giorni abbiamo visto le polemiche suscitate da Pontifex e dal parroco di Lerici, tutti tesi a dire che violenze e femminicidi sono colpa delle donne e della loro incongrua voglia di libertà: sono imbarazzanti eruzioni di una verità di fondo che ustiona come la lava se esce senza precauzioni dalle bocche dei teocon, ma che rimane comunque sottotraccia. L’alleanza tra i nuovi reazionari e la chiesa è la naturale stretta di mano tra due visioni egualmente arcaiche, nella quale appunto la libertà, quella vera, appare sempre più incongrua. Addirittura insopportabile quando mette il naso nelle faccende dei potenti e dei loro scambi.
Ed è così, in queste giornate di San Pietroburgo che gli errori di qualche robot di governo, comandato a distanza, viene fatto passare per l’errore di cittadini che non comprendono i benefici dell’autorità. Fino a che non si deciderà di staccare la spina.

http://www.tzetze.it/2012/12/le-giornate-di-san-pietroburgo.html

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