mercoledì 25 gennaio 2012

Il Vaticano mette ko Obama nella corsa alle presidenziali





Tempi duri per il presidente uscente USA Obama: Come se non bastasse la crisi economica ora anche la Chiesa Cattolica si schiera contro di lui. E certo questo conterà molto sul voto per le presidenziali.
Lo scontro, senza esclusione di colpi, tra i cattolici americani e il presidente degli Stati Uniti è destinato a lasciare il segno.
Aborto e sterilizzazione sono stati inseriti nel piano di riforma federale. «Il presidente vuole violare le nostre coscienze» ha detto Timothy Dolan, presidente dei vescovi Usa. E Benedetto XVI è stato più che esplicito nel condannare i provvedimenti.
Obama ha adottato un provvedimento che inserisce aborto e sterilizzazione nel piano di riforma federale e che «forza i cittadini americani a dover scegliere tra la violazione della propria coscienza e la rinuncia al servizio sanitario», ha commentato Dolan.
Contro la decisione del presidente USA ha ricordato che in quasi tutte le assicurazioni e i piani sanitari parte dei soldi dei contribuenti vanno per finanziare tecniche mortifere e «contrarie sia alla salute sia alla libertà di coscienza». La norma, poi, costringerà tutti gli assicuratori a inserire una copertura per la contraccezione, l’aborto e la sterilizzazione, forzando loro, i contribuenti e gli operatori sanitari a sostenerli.
Il Santo Padre ha ribadito: «è imperativo che l’intera comunità cattolica degli Stati Uniti si renda conto che la pubblica testimonianza morale della Chiesa è gravemente minacciata da un secolarismo radicale che trova sempre più espressione nelle sfere politica e culturale».  Il Papa ha fatto comprendere la necessità dell’operato della Chiesa nella società per la difesa della «più cara delle libertà americane, la libertà di religione», contenuta nella Costituzione prevedendo «un ruolo attivo della Chiesa nella sfera pubblica», quale «portatrice di verità umane universali. Negare il diritto all’obiezione di coscienza di istituzioni e singoli cattolici in materia di cooperazione a pratiche intrinsecamente cattive». E di «ridurre la libertà religiosa alla semplice libertà di culto senza garanzie di rispetto della libertà di coscienza».
Il discorso del Papa ha fatto anche riferimenti espliciti alle elezioni che stanno infiammando gli Stati Uniti in piena campagna elettorale per la scelta dello sfidante repubblicano del presidente Obama. E ha ribadito i criteri dati dal Magistero cattolico per candidati ed elettori. I politici, ha detto Benedetto XVI, hanno «responsabilità personale nell’offrire testimonianza pubblica della propria fede, soprattutto sulle grandi questioni morali del nostro tempo: il rispetto per il dono di Dio della vita, la tutela della dignità umana e la promozione dei diritti umani autentici».
Il Papa ha poi ricordato ai vescovi l’importanza di sostenere paternamente tutti i fedeli laici che svolgono la loro azione in politica, in quanto «la preparazione di leader laici impegnati e la presentazione di una convincente articolazione della visione cristiana dell'uomo e della società rimane un compito primario della Chiesa nel vostro Paese». Perché, ha continuato il Santo Padre, sono necessari «laici cattolici impegnati», «ben formati» e «dotati di forte senso critico nei confronti della cultura dominante», capaci di «contrastare il secolarismo riduttivo che vorrebbe delegittimare la partecipazione della Chiesa al dibattito pubblico su questioni decisive per il futuro della società americana».


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